11.4 milioni di euro alla stessa impresa per l'appalto sull'igiene urbana. Interrogazione di Francesco Spina
L'ex sindaco: «È la decima proroga»
venerdì 1 marzo 2019
14.29
L'ex sindaco di Bisceglie Francesco Spina ha presentato un'interrogazione consiliare a proposito della gestione del servizio di igiene urbana.
«Premesso che con ordinanza sindacale n° 30 del 27 febbraio 2019 il sindaco del comune di Bisceglie ha dato atto che "è in corso di svolgimento una gara ponte" per l'affidamento del servizio di igiene urbana; che la gara sarebbe stata indetta con determina dirigenziale del dirigente dell'ufficio tecncio comunale n° 49 del 14 febbraio; che a tutt'oggi non risulta pubblicato alcun atto di indizione di gara; che, peraltro, lo stesso sindaco Angarano ha votato uno specifico ordine del giorno che richiamava l'inderogabile competenza del consiglio comunale per l'approvazione della proposta di convenzione da mettere a gara avente ad oggetto il servizio di igiene urbana; che l'ordinanza sindacale, peraltro, non dà atto di alcuna offerta (e dell'eventuale loro contenuto) delle ditte invitate a partecipare alla negoziazione indetta dall'amministrazione comunale; che il canone viene confermato interamente senza far riferimento alle tante controprestazioni previste precedentemente in favore del comune da parte del gestore (meno servizi con canone identico)» Spina ha chiesto di conoscere «se il sindaco abbia espresso indirizzo affinché il capitolato di gara venga approvato con determinazione dirigenziale e non con deliberazione di consiglio comunale e le ragioni per cui, in ogni provvedimento di affidamento diretto (già successo in passato per l'affidamento diretto delle strutture sportive di via Ugo La Malfa ecc..), codesta amministrazione dia falsamente atto di aver indetto procedure di gara che non risultano, invece, assolutamente iniziate e pubblicate».
L'esponente di opposizione ha chiesto anche «se esista o meno la determinazione di indizione gara n° 49 dell'ufficio tecnico comunale, in violazione della competenza di legge del consiglio comunale, adottata eventualmente contro la volontà unanime manifestata dal consiglio comunale di Bisceglie nell'ultima seduta; se, nel caso in cui l'asserito inizio della procedura di gara sia stato frutto di un mero errore, Il sindaco voglia adottare immediatamente, nell'esercizio dei suoi poteri di autotutela, l'annullamento dell'ordinanza viziata dal falso presupposto e l'eventuale riadozione della stessa; se, invece, la gara sia stata effettivamente indetta, perché sia stato previsto il termine lungo di 6 mesi (quasi una gara ponte), in violazione della costante prassi e della unanime giurisprudenza amministrativa che stabilisce che "tale ordinanza sindacale non può essere adottata per conferire assetto stabile agli interessi coinvolti che deve essere perseguito attraverso procedure ordinarie e nel rispetto dei diritti e delle regole previsti dall'ordinamento (Consiglio di Stato, sezione quinta, 13 marzo 2002, n° 1490); se le imprese invitate alla negoziazione abbiano formulato offerte, più o meno convenienti, rispetto a quella della "prescelta" e se esistano verbali della negoziazione; se l'amministrazione avesse previsto modalità particolari per consentire ad altre imprese eventualmente prescelte, tra quelle invitate, l'organizzazione e l'inizio del servizio in sole 48 ore (dal 26 al 28 febbraio), atteso il termine breve (48 ore) concesso alle imprese invitate; perché non si sia proceduto con sorteggio dalla "White list", secondo le linee Anac già indicate dalla minoranza durante l'ultimo consiglio comunale, all'individuazione delle ditte; quale sia il contenuto della convenzione che sarà sottoposta per la formale sottoscrizione alla ditta prescelta a fronte dei circa 600 mila euro mensili e se siano previste le "migliorie" in favore del comune di cui al vecchio capitolato, a cui sicuramente il sindaco avrà fatto riferimento nell'interesse economico e ambientale della città; invece, nell'eventuale assenza di tale riferimento, come sia stato determinato il canone, stante l'assenza di un qualsiasi progetto di servizio allegato all'ordinanza del sindaco, simile ad una cambiale in bianco in favore dell'impresa (gli unici riferimenti certi di carattere contrattuale che ha citato il sindaco nell'ordinanza sono il canone mensile di 600 mila euro e la durata di 6 mesi)». Una raffica di interrogativi molto interessanti che saranno discussi nella prossima riunione della massima assise cittadina.
«Premesso che con ordinanza sindacale n° 30 del 27 febbraio 2019 il sindaco del comune di Bisceglie ha dato atto che "è in corso di svolgimento una gara ponte" per l'affidamento del servizio di igiene urbana; che la gara sarebbe stata indetta con determina dirigenziale del dirigente dell'ufficio tecncio comunale n° 49 del 14 febbraio; che a tutt'oggi non risulta pubblicato alcun atto di indizione di gara; che, peraltro, lo stesso sindaco Angarano ha votato uno specifico ordine del giorno che richiamava l'inderogabile competenza del consiglio comunale per l'approvazione della proposta di convenzione da mettere a gara avente ad oggetto il servizio di igiene urbana; che l'ordinanza sindacale, peraltro, non dà atto di alcuna offerta (e dell'eventuale loro contenuto) delle ditte invitate a partecipare alla negoziazione indetta dall'amministrazione comunale; che il canone viene confermato interamente senza far riferimento alle tante controprestazioni previste precedentemente in favore del comune da parte del gestore (meno servizi con canone identico)» Spina ha chiesto di conoscere «se il sindaco abbia espresso indirizzo affinché il capitolato di gara venga approvato con determinazione dirigenziale e non con deliberazione di consiglio comunale e le ragioni per cui, in ogni provvedimento di affidamento diretto (già successo in passato per l'affidamento diretto delle strutture sportive di via Ugo La Malfa ecc..), codesta amministrazione dia falsamente atto di aver indetto procedure di gara che non risultano, invece, assolutamente iniziate e pubblicate».
L'esponente di opposizione ha chiesto anche «se esista o meno la determinazione di indizione gara n° 49 dell'ufficio tecnico comunale, in violazione della competenza di legge del consiglio comunale, adottata eventualmente contro la volontà unanime manifestata dal consiglio comunale di Bisceglie nell'ultima seduta; se, nel caso in cui l'asserito inizio della procedura di gara sia stato frutto di un mero errore, Il sindaco voglia adottare immediatamente, nell'esercizio dei suoi poteri di autotutela, l'annullamento dell'ordinanza viziata dal falso presupposto e l'eventuale riadozione della stessa; se, invece, la gara sia stata effettivamente indetta, perché sia stato previsto il termine lungo di 6 mesi (quasi una gara ponte), in violazione della costante prassi e della unanime giurisprudenza amministrativa che stabilisce che "tale ordinanza sindacale non può essere adottata per conferire assetto stabile agli interessi coinvolti che deve essere perseguito attraverso procedure ordinarie e nel rispetto dei diritti e delle regole previsti dall'ordinamento (Consiglio di Stato, sezione quinta, 13 marzo 2002, n° 1490); se le imprese invitate alla negoziazione abbiano formulato offerte, più o meno convenienti, rispetto a quella della "prescelta" e se esistano verbali della negoziazione; se l'amministrazione avesse previsto modalità particolari per consentire ad altre imprese eventualmente prescelte, tra quelle invitate, l'organizzazione e l'inizio del servizio in sole 48 ore (dal 26 al 28 febbraio), atteso il termine breve (48 ore) concesso alle imprese invitate; perché non si sia proceduto con sorteggio dalla "White list", secondo le linee Anac già indicate dalla minoranza durante l'ultimo consiglio comunale, all'individuazione delle ditte; quale sia il contenuto della convenzione che sarà sottoposta per la formale sottoscrizione alla ditta prescelta a fronte dei circa 600 mila euro mensili e se siano previste le "migliorie" in favore del comune di cui al vecchio capitolato, a cui sicuramente il sindaco avrà fatto riferimento nell'interesse economico e ambientale della città; invece, nell'eventuale assenza di tale riferimento, come sia stato determinato il canone, stante l'assenza di un qualsiasi progetto di servizio allegato all'ordinanza del sindaco, simile ad una cambiale in bianco in favore dell'impresa (gli unici riferimenti certi di carattere contrattuale che ha citato il sindaco nell'ordinanza sono il canone mensile di 600 mila euro e la durata di 6 mesi)». Una raffica di interrogativi molto interessanti che saranno discussi nella prossima riunione della massima assise cittadina.