1139 firme sulla petizione presentata dal gruppo Bisceglie sos rifiuti
I promotori: «Confidiamo nella discussione dei tempi esposti in uno dei prossimi consigli comunali come previsto dallo Statuto»
martedì 20 marzo 2018
9.29
1139 cittadini hanno sottoscritto la petizione "Bisceglie, una discarica a cielo aperto", promossa dal gruppo Facebook Bisceglie sos rifiuti e protocollata lo scorso 15 marzo presso gli uffici comunali. Un risultato ritenuto molto soddisfacente dai due principali promotori, Nuccia Mastrototaro e Giacomo Squiccimarro, considerando che l'iniziativa è stata assunta a fine gennaio: «Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno firmato, condividendone evidentemente il contenuto, a tutti coloro i quali hanno dato la disponibilità alla raccolta delle firme nei propri locali e a tutti i privati volenterosi che hanno contribuito raccogliendo le adesioni autonomamente. Il contributo di ognuno di voi è stato fondamentale» hanno affermato.
Fra le proposte contenute nella petizione, l'invito alle autorità competenti «a monitorare più adeguatamente il territorio e i suoi abitanti anche con l'ausilio dei numerosissimi disoccupati biscegliesi opportunamente selezionati e formati; a disincentivare i comportamenti scorretti con sanzioni puntuali ed esemplari (es.: laddove i soggetti non abbiano i mezzi per pagare, si obblighino al ripristino igienico della zona sporcata e di quelle limitrofe a proprio carico e sotto la supervisione del Corpo di Polizia Locale); a distribuire più equamente l'onerosa Tari ripetendo almeno due volte l'anno il censimento e individuando i numerosissimi evasori che ci danneggiano doppiamente non pagando e sporcando».
Secondo quanto previsto dall'articolo 11 dello Statuto comunale, la petizione, avendo superato quota 1000 firme, potrebbe essere discussa nel corso di una riunione del consiglio comunale: «Qualora ve ne sarà occasione, chiariremo le nostre aspettative e nel caso aggiungeremo altre segnalazioni che ci dovessero nel frattempo pervenire» hanno rimarcato i promotori, aggiungendo: «Sarebbe interessante capire per esempio come finanzieremo la annunciata riduzione della Tari, se con una generale riduzione dei costi del servizio oppure con maggiori entrate provenienti da una lotta all'evasione della Tari».
E ancora: «La questione rifiuti è senza ombra di dubbio un tema complesso che coinvolge tutte le parti, dall'amministrazione alle forze dell'ordine, dall'appaltatore ai cittadini. Tutti devono fare la loro parte, nessuno dovrebbe sottrarsi né strumentalizzare.
Ciò detto, ad oggi, Bisceglie si trova in una situazione di stallo perché da un lato dovrebbe subentrare la Sangalli, dall'altro Camassambiente potrebbe avere titolo per richiedere l'affidamento del servizio (in quanto ha impugnato l'interdittiva antimafia - l'udienza di trattazione è fissata per il prossimo 5 aprile). Infine, qualora rientrasse Camassambiente risorgerebbe il contenzioso comune/Camassambiente per grave inadempienza contrattuale (dovuta al mancato completamento del progetto nei tempi stabiliti), la quale comporta la rescissione del vincolo contrattuale.
A causa di tutto ciò, da marzo dello scorso anno la Ambiente 2.0 esegue l'appalto con una forma di affidamento parziale ("esecuzione anticipata") condizionato dal fatto che non è possibile sottoscrivere un contratto della durata prevista dal bando (7 anni). Questo impedisce a chi eroga il servizio di fare gli investimenti necessari per espletarlo al meglio.
Si spera quanto prima che tutti i nodi vengano al pettine così da non avere più alcuna giustificazione per poter svolgere il servizio nella migliore maniera possibile e con lo scopo di garantire il benessere della cittadinanza» hanno concluso Squiccimarro e Mastrototaro.
Fra le proposte contenute nella petizione, l'invito alle autorità competenti «a monitorare più adeguatamente il territorio e i suoi abitanti anche con l'ausilio dei numerosissimi disoccupati biscegliesi opportunamente selezionati e formati; a disincentivare i comportamenti scorretti con sanzioni puntuali ed esemplari (es.: laddove i soggetti non abbiano i mezzi per pagare, si obblighino al ripristino igienico della zona sporcata e di quelle limitrofe a proprio carico e sotto la supervisione del Corpo di Polizia Locale); a distribuire più equamente l'onerosa Tari ripetendo almeno due volte l'anno il censimento e individuando i numerosissimi evasori che ci danneggiano doppiamente non pagando e sporcando».
Secondo quanto previsto dall'articolo 11 dello Statuto comunale, la petizione, avendo superato quota 1000 firme, potrebbe essere discussa nel corso di una riunione del consiglio comunale: «Qualora ve ne sarà occasione, chiariremo le nostre aspettative e nel caso aggiungeremo altre segnalazioni che ci dovessero nel frattempo pervenire» hanno rimarcato i promotori, aggiungendo: «Sarebbe interessante capire per esempio come finanzieremo la annunciata riduzione della Tari, se con una generale riduzione dei costi del servizio oppure con maggiori entrate provenienti da una lotta all'evasione della Tari».
E ancora: «La questione rifiuti è senza ombra di dubbio un tema complesso che coinvolge tutte le parti, dall'amministrazione alle forze dell'ordine, dall'appaltatore ai cittadini. Tutti devono fare la loro parte, nessuno dovrebbe sottrarsi né strumentalizzare.
Ciò detto, ad oggi, Bisceglie si trova in una situazione di stallo perché da un lato dovrebbe subentrare la Sangalli, dall'altro Camassambiente potrebbe avere titolo per richiedere l'affidamento del servizio (in quanto ha impugnato l'interdittiva antimafia - l'udienza di trattazione è fissata per il prossimo 5 aprile). Infine, qualora rientrasse Camassambiente risorgerebbe il contenzioso comune/Camassambiente per grave inadempienza contrattuale (dovuta al mancato completamento del progetto nei tempi stabiliti), la quale comporta la rescissione del vincolo contrattuale.
A causa di tutto ciò, da marzo dello scorso anno la Ambiente 2.0 esegue l'appalto con una forma di affidamento parziale ("esecuzione anticipata") condizionato dal fatto che non è possibile sottoscrivere un contratto della durata prevista dal bando (7 anni). Questo impedisce a chi eroga il servizio di fare gli investimenti necessari per espletarlo al meglio.
Si spera quanto prima che tutti i nodi vengano al pettine così da non avere più alcuna giustificazione per poter svolgere il servizio nella migliore maniera possibile e con lo scopo di garantire il benessere della cittadinanza» hanno concluso Squiccimarro e Mastrototaro.