«Addio a uno spirito libero»

Messaggio di cordoglio per la scomparsa di Giovanni Bruni, avvenuta lo scorso 28 aprile

lunedì 4 maggio 2020 10.45
Un nuovo messaggio di cordoglio a una settimana dalla scomparsa di Giovanni Bruni, avvenuta lo scorso 28 aprile.

Per noi tutti è stato un fulmine a ciel sereno. Anche se prevedibile, attesa la sua veneranda età, non ce lo aspettavamo. Il mondo della scuola e della cultura è in lutto. Alla bella età di 94 anni, con nostro immenso dolore, ci ha lasciato l'Onorevole professor Giovanni Bruni. Docente di lettere e filosofia di inestimabile valore al liceo scientifico "Leonardo da Vinci", è stato un educatore impareggiabile, che ha formato diverse generazioni di giovani.

Uomo colto e preparato, di fine e spiccata intelligenza, acuto pubblicista, politico di livello, intellettuale popolano e filosofo - come amava definirsi –, è stato uno spirito libero e critico di formazione laica.

È stato convinto repubblicano, europeista e democratico. La repubblica, res publica, come la chiamava lui, era in cima ai suoi pensieri ed al di sopra di ogni ideale. Per lui la politica era studio e scienza, ma soprattutto impegno quotidiano e concertazione. Strenuo tifoso e difensore della nostra splendida Italia, diventava aggressivo verso chi ne parlava male, verso gli eterni scontenti. La definiva «lagna nazionale». La sua stella polare di riferimento è stata l'Europa, quella sognata e prefigurata da Altiero Spinelli.

Per noi tutti è stato l'amico leale e generoso. Leader politico di alto profilo e spessore, dotato di fiuto e della necessaria intuizione del concreto, a volte lucido anticipatore, resta il vanto e l'orgoglio della nostra città. La sua è stata figura poliedrica a tutto tondo, il suo è stato un orizzonte ampio, la sua una mente geniale e feconda, che spaziava da un campo all'altro della conoscenza in modo organico e competente. Era uomo delle Istituzioni.

È stato più volte consigliere comunale, amministratore a Palazzo di Città, vicesindaco e sindaco, sia pure per un periodo contingente e limitato, per approdare al Parlamento italiano, dove si è fatto apprezzare per le sue qualità politiche e culturali, per le sue capacità e talento. È stato il primo biscegliese a diventare deputato.
Fervente e appassionato cultore della storia del Risorgimento italiano e, in particolare di uno dei suoi principali protagonisti Giuseppe Mazzini, oltre che dell'azione di Giuseppe Garibaldi, è stato fondatore e presidente della locale associazione mazziniana.
Decisamente antifascista, l'onorevole Bruni è stato da sempre contrario ad ogni forma di autoritarismo, di prepotenza e oppressione che negava e vietava le libertà della persona e la democrazia, ovvero l'autodeterminazione dei cittadini ed il loro diritto di scegliere ed orientare.

Fu prediletto discepolo e autentico interprete del pensiero dell'ingegner Vincenzo Calace, noto combattente per la libertà e la repubblica contro il regime fascista e la monarchia, esponente di spicco della Resistenza e del Comitato di liberazione nazionale, perseguitato, più volte arrestato e condannato dal Tribunale speciale fascista. Fu un vero martire per le crudeltà subite.

Per questo l'amico Bruni si è battuto e speso molto nel proporre che allo stesso, al quale era molto legato, venisse conferita, da parte della Città di Bisceglie, la meritata cittadinanza onoraria; richiesta che venne accolta e si concretizzò con una cerimonia pubblica e solenne il 30 novembre 2015, con grande soddisfazione e consenso di tutti gli uomini liberi e democratici, noi compresi.

Molte sono le pubblicazioni e gli opuscoli del professor Bruni; ultimo suo lavoro in ordine di tempo è stata la trilogia "Stelloni e stelloncini".
All'inizio degli anni '60 il professore fu promotore e fondatore de "Il Palazzuolo", giornale molto letto e seguito in città, che animò e alimentò un proficuo e vivace dibattito e fermento intorno ai problemi, alle potenzialità ed alle prospettive della nostra Bisceglie.
Non è stato un soggetto facile, a volte è stato anche scomodo. Polemico e di carattere assai spigoloso, dietro la sua corazza dura ed il suo piglio rigoroso e severo, però si nascondeva l'Uomo, buono, umano, sensibile, entusiasta della vita, garbato e di grande civiltà.

Nei rapporti interpersonali usava porsi con estrema delicatezza e tanto amore, ma, all'uopo, sapeva essere aspro e brusco, salvo, poi, a pentirsene un attimo dopo con rammarico. Di animo gentile e nobile, è stato uomo di provata onestà e correttezza. Ha condannato e stigmatizzato ferocemente e senza mezzi termini la corruzione e la malversazione, che chiamava "la manna magna". Per lui la questione morale doveva operare in modo permanente ed in via prioritaria.

Per noi che abbiamo avuto il dono, il privilegio e l'onore di conoscerlo e di stargli vicino, è una perdita irreparabile e incolmabile. Di lui resterà in ognuno una traccia indelebile e profonda, l'eredità e l'insegnamento del suo testamento spirituale.
Negli ultimi tempi della sua vita, nonostante il suo inguaribile ottimismo, era adirato e turbato di come andassero le cose in Italia. Presagiva un futuro oscuro e incerto, e di questo era preoccupato.
Oggi non ci resta che ringraziarlo per quello che ci ha dato e per il contributo solido, fattivo e robusto offerto alla nostra società e comunità, oltre che per il patrimonio ideale che ci ha consegnato. Speriamo di farne tesoro e buon uso.
Addio, professore, ci mancherai.