Angarano e le primarie: «Il Pd chiarisca prima la sua opinione su questi 12 anni di amministrazione»

Il capogruppo dem in consiglio comunale: «I congressi unitari non vanno certo in questa direzione»

sabato 14 ottobre 2017
A cura di Vito Troilo
Angelantonio Angarano, capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale, è intervenuto sul tema, tornato recentemente attuale, delle primarie.

Pur convinto, in linea generale, della bontà dello strumento, l'esponente dem, che fu candidato sindaco di una coalizione di centrosinistra alle elezioni amministrative del maggio-giugno 2013, ha

«Avrei in mente di partecipare alle primarie perché mi piace l'idea che le ha sempre ispirate.
È l'idea innovativa di assegnare un ruolo all'opinione pubblica, ampliando i confini della partecipazione oltre i "quadri" di partito anche ai non militanti e ai non iscritti.
Personalmente le ho sempre considerate un momento nel quale venivano sottoposti al giudizio della collettività dei programmi piuttosto che delle persone; delle visioni della vita e della società piuttosto che dei portatori di interessi o, men che meno, di voti.
Una competizione attraverso la quale far emergere competenze e meritocrazia attraverso un confronto pubblico che produce solo sintesi, coesione e benefici in termini di chiarezza.
La partecipazione popolare così intesa, agevolerebbe ciò che proprio scontato non è: cioè che i votanti alle primarie abbiano già deciso come votare anche alle elezioni vere e proprie (che sono quelle che davvero determinano il futuro di una comunità).

Fatte queste premesse, temo che nel momento in cui i personalismi e l'autocelebrazione diventano dilaganti e frammentano in blocchi le comunità paralizzando l'azione amministrativa, anche le primarie possano trasformarsi semplicemente in un momento di scontata riaffermazione di leaders di "potentati" locali attraverso una sterile legittimazione meramente populista.

Il Pd di Bisceglie è il principale soggetto dell'opposizione locale ma dopo l'ingresso –attraverso il tesseramento - della maggioranza di Francesco Spina non so più se il Pd sia favorevole o contrario:

ad una amministrazione trasparente, partecipata ed efficiente;
ad una amministrazione che non debba più sopportare l'onta di due pronunce della Corte dei conti sugli sprechi nei bilanci;
ad una amministrazione attenta alla programmazione, all'ambiente e decoro urbano, alla mobilità sostenibile, alla sicurezza urbana ed alla legalità;
ad una amministrazione che non perda 10 anni prima di chiudere al traffico via Aldo Moro;
ad una amministrazione che non si limiti alla gestione dell'ordinario ma si adoperi seriamente per il rilancio del turismo, della cultura, dell'associazionismo in un'ottica di sussidiarietà;
ad una amministrazione rappresentativa del voto popolare e non figlia di una "decadenza indotta".

Prima di parlare di primarie, chiedo al mio partito di rispondere con i fatti ai dubbi a cui ho accennato ed alle forti contraddizioni che emergono se solo si fa riferimento a ciò che ha caratterizzato la nostra azione politica ed amministrativa negli ultimi 12 anni.
I congressi "unitari" non vanno certamente in questa direzione e, comunque, nell'attesa, non voglio stare al "gioco" delle primarie tra il vecchio e nuovo, l'usato affidabile e la giovane promessa.

Credo sia più utile cercare di dare un segnale alternativo di cambiamento coinvolgendo lo "spirito civico" in un progetto di crescita collettiva, partendo dalla centralità dei bisogni individuali e da una visione di città solidale e attenta al disagio delle fasce più deboli.

L'unica sfida che al momento voglio e posso accettare è quella di trovare il modo migliore per dare delle risposte ad una comunità in movimento, veloce, portatrice di domande e bisogni del tutto inediti, valorizzando il rapporto diretto con i cittadini, la loro crescente insicurezza e la loro aspirazione ad una città più vivibile».