Angarano tra i firmatari delle proposte della Rete dei Sindaci "Recovery sud" a Draghi
Il primo cittadino nell'elenco dei 150 sottoscrittori del documento inoltrato al Governo
sabato 6 marzo 2021
0.29
Giuseppe Brescia, parlamentare del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione affari costituzionali della Camera, ha ricevuto il documento "Le proposte della Rete dei Sindaci Recovery sud", sottoscritto da quasi 150 primi cittadini di Comuni dell'Italia meridionale, fra cui il biscegliese Angelantonio Angarano.
Il coordinamento spontaneo, che intende fornire «una risposta istituzionale alla grave crisi di rappresentanza del Sud» ha elencato tutti i numeri della "condanna a morte" del Mezzogiorno: dai trasferimenti ancora troppo scarsi per servizi come gli asili nido alla distribuzione dei ristori Covid ripartiti in base alla ricchezza fiscale dei territori, dal ridotto turnover di docenti e ricercatori universitari alla riduzione dei posti letto, dal sempre più risicato numero di dipendenti nei Comuni alla spesa sociale procapite diseguale rispetto al nord, dalla ridotta speranza di vita alla crescita continua del differenziale di reddito certificato dalla Banca d'Italia e dai più importanti istituti di statistica ed economici.
Una vera e propria ingiustizia che sarebbe sufficiente a «giustificare una mobilitazione generale delle popolazioni dell'Italia meridionale per il riequilibrio territoriale del Paese». Angarano e gli altri Sindaci firmatari chiedono un confronto urgente al Governo perché prenda in seria considerazione una serie di proposte per il Piano nazione di ripresa e resiienza, a cominciare dal varo di un "South new deal", ovvero un Piano straordinario di assunzioni che destini ai Comuni meridionali 5000 giovani progettisti, con una corsia preferenziale per i cervelli in fuga, che dovrebbero aggiungersi ai 60mila dipendenti chiesti dall'Anci per colmare le carenze di organico di tutti i Comuni italiani.
Recovery Sud, nel valutare insufficiente la quota del 33% del piano europeo assegnata al sud, chiede inoltre l'attuazione immediata dei livelli essenziali delle prestazioni, l'adeguamento del sistema infrastrutturale a quello del resto del Paese (a cominciare dall'alta velocità), e interventi per potenziare le aree produttive.
Si chiedono inoltre interventi di edilizia sociale attraverso il recupero dei centri storici, piani di recupero delle acque reflue, un piano di adattamento ai cambiamenti climatici, azioni per il recupero di castelli e dimore storiche, deroghe per i Comuni in dissesto, l'eliminazione dei vincoli burocratici, interventi nelle aree interne e nei borghi autentici, l'introduzione capillare di linee di bus elettrici o a idrogeno, investimenti nella bike economy, la promozione dell'agricoltura sociale e dei terreni confiscati.
Il coordinamento spontaneo, che intende fornire «una risposta istituzionale alla grave crisi di rappresentanza del Sud» ha elencato tutti i numeri della "condanna a morte" del Mezzogiorno: dai trasferimenti ancora troppo scarsi per servizi come gli asili nido alla distribuzione dei ristori Covid ripartiti in base alla ricchezza fiscale dei territori, dal ridotto turnover di docenti e ricercatori universitari alla riduzione dei posti letto, dal sempre più risicato numero di dipendenti nei Comuni alla spesa sociale procapite diseguale rispetto al nord, dalla ridotta speranza di vita alla crescita continua del differenziale di reddito certificato dalla Banca d'Italia e dai più importanti istituti di statistica ed economici.
Una vera e propria ingiustizia che sarebbe sufficiente a «giustificare una mobilitazione generale delle popolazioni dell'Italia meridionale per il riequilibrio territoriale del Paese». Angarano e gli altri Sindaci firmatari chiedono un confronto urgente al Governo perché prenda in seria considerazione una serie di proposte per il Piano nazione di ripresa e resiienza, a cominciare dal varo di un "South new deal", ovvero un Piano straordinario di assunzioni che destini ai Comuni meridionali 5000 giovani progettisti, con una corsia preferenziale per i cervelli in fuga, che dovrebbero aggiungersi ai 60mila dipendenti chiesti dall'Anci per colmare le carenze di organico di tutti i Comuni italiani.
Recovery Sud, nel valutare insufficiente la quota del 33% del piano europeo assegnata al sud, chiede inoltre l'attuazione immediata dei livelli essenziali delle prestazioni, l'adeguamento del sistema infrastrutturale a quello del resto del Paese (a cominciare dall'alta velocità), e interventi per potenziare le aree produttive.
Si chiedono inoltre interventi di edilizia sociale attraverso il recupero dei centri storici, piani di recupero delle acque reflue, un piano di adattamento ai cambiamenti climatici, azioni per il recupero di castelli e dimore storiche, deroghe per i Comuni in dissesto, l'eliminazione dei vincoli burocratici, interventi nelle aree interne e nei borghi autentici, l'introduzione capillare di linee di bus elettrici o a idrogeno, investimenti nella bike economy, la promozione dell'agricoltura sociale e dei terreni confiscati.