Attentato di Manchester, la testimonianza di una biscegliese
La 13enne era al concerto di Ariana Grande e ha assistito a tutti i momenti dell'esplosione
mercoledì 24 maggio 2017
10.01
N. B., 13 anni, studentessa della scuola media Battisti-Ferraris, è rientrata in classe nella mattinata del 24 maggio, a poco più di 24 dall'attentato.
Era a Manchester la sera del 23, nell'arena colma di giovani e giovanissimi che ospitava il concerto di Ariana Grande e al termine del quale un attentato terroristico rivendicato dall'ISIS ha causato la morte di ventidue giovani e il ferimento di altre 59 persone.
N.B. aveva approfittato del concerto della sua beniamina per raggiungere la mamma, a Manchester per lavoro e con lei nel palazzetto per assistere allo spettacolo. Era seduta in prima fila, emozionata per l'evento che avrebbe presumibilmente tenuto a mente per tutta la vita.
Per quello che è accaduto, per le scene di panico e terrore vissute al termine del concerto, è ora certa di non poter cancellare il ricordo.
«Il concerto è terminato alle 22:30 – racconta – e in quel momento cercavo di raggiungere mia madre, che era in fondo all'arena con altri parenti. Ho sentito un rumore sordo, come dei colpi di pistola esplosi ripetutamente. Lì per lì non mi sono agitata. Poi tutti hanno iniziato ad urlare e, raggiunta mia madre, abbiamo insieme iniziato a correre vero l'uscita. Non pensavamo ad una bomba. Nella corsa però ho visto corpi insanguinati, persone in lacrime, corpi striscianti sulle gradinate. Ho realizzato che si trattava di un attentato solo quando, all'uscita, carabinieri, ambulanze ed elicotteri hanno raggiunto la zona dell'arena».
N.B. è rientrata a casa il 24 maggio, con alcuni parenti. A parte l'atmosfera tesa, non racconta di aver avuto difficoltà nel viaggio di rientro in Italia.
Era a Manchester la sera del 23, nell'arena colma di giovani e giovanissimi che ospitava il concerto di Ariana Grande e al termine del quale un attentato terroristico rivendicato dall'ISIS ha causato la morte di ventidue giovani e il ferimento di altre 59 persone.
N.B. aveva approfittato del concerto della sua beniamina per raggiungere la mamma, a Manchester per lavoro e con lei nel palazzetto per assistere allo spettacolo. Era seduta in prima fila, emozionata per l'evento che avrebbe presumibilmente tenuto a mente per tutta la vita.
Per quello che è accaduto, per le scene di panico e terrore vissute al termine del concerto, è ora certa di non poter cancellare il ricordo.
«Il concerto è terminato alle 22:30 – racconta – e in quel momento cercavo di raggiungere mia madre, che era in fondo all'arena con altri parenti. Ho sentito un rumore sordo, come dei colpi di pistola esplosi ripetutamente. Lì per lì non mi sono agitata. Poi tutti hanno iniziato ad urlare e, raggiunta mia madre, abbiamo insieme iniziato a correre vero l'uscita. Non pensavamo ad una bomba. Nella corsa però ho visto corpi insanguinati, persone in lacrime, corpi striscianti sulle gradinate. Ho realizzato che si trattava di un attentato solo quando, all'uscita, carabinieri, ambulanze ed elicotteri hanno raggiunto la zona dell'arena».
N.B. è rientrata a casa il 24 maggio, con alcuni parenti. A parte l'atmosfera tesa, non racconta di aver avuto difficoltà nel viaggio di rientro in Italia.