Attività commerciali in zone artigianali e industriali, la proposta della Giunta
Il Sindaco Angarano commenta la misura che consentirebbe l’insediamento di nuove imprese e la riconversione di opifici dismessi
venerdì 30 settembre 2022
«Una nuova storica, preziosa opportunità per rilanciare l'economia e lo sviluppo della città favorendo l'occupazione». Con queste parole il Sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano ha spiegato il senso della delibera di Giunta, con la quale l'esecutivo proporrà al consiglio comunale di adottare una variante all'articolo 44 delle norme tecniche di attuazione del vigente Piano regolatore generale. L'obiettivo è consentire l'insediamento di attività commerciali e la distribuzione oltre che direzionali anche nelle aree artigianali sud ed est e nella zona industriale ubicata in via Lama di Macina.
«La netta e anacronistica separazione delle zone prevista nel Prg del 1977 determina, difatti, notevoli difficoltà negli insediamenti di attività produttive, specie per le attività commerciali. Allo stato attuale a Bisceglie vi sono tre zone commerciali dotate di strumenti urbanistici attuativi ma solo due completamente urbanizzate: quella in via Giovanni Bovio e quella in via Padre Kolbe, essendo quella in via Imbriani solo parzialmente urbanizzata. Di contro vi sono le zone artigianali est (via Imbriani) e sud (via Ruvo di Puglia) che, seppur completamente dotate di urbanizzazioni, presentano lotti non ancora edificati e lotti con opifici dismessi che sono difficilmente riconvertibili in attività più attuali proprio a causa della netta separazione contenuta nel vigente Piano» ha spiegato il primo cittadino.
La variante prevede l'applicazione, per le sole attività commerciali e per la distribuzione nonché direzionali, della densità edilizia attualmente fissata dal Prg, pari a 4mc/mq, senza modifica dei restanti parametri edilizi ma con l'obbligo di individuare le aree per standard urbanistici, in riferimento alla attività da insediare, e precisamente 80 mq ogni 100 mq di superficie lorda di pavimento di cui almeno la metà da destinare a parcheggio, sempre al netto delle strade pubbliche.
«Con questa misura incentiveremmo la nascita di nuove attività commerciali laddove oggettivamente mancano e favoriremmo la riconversione degli opifici già esistenti e inutilizzati variandoli con destinazione commerciale e una minore volumetria. Di fatto le nostre aree artigianali e zone industriali diventerebbero paragonabili alle zone produttive di città limitrofe, nelle quali si possono insediare contemporaneamente attività di trasformazione e commerciali, con tutte le prospettive e potenzialità connesse. Ciò rappresenta una potente leva di sviluppo e crescita economica che avrebbe indiscusse ricadute positive sull'occupazione. Naturalmente rimarrà alta l'attenzione al consumo di suolo e alla sostenibilità ambientale, soprattutto nella riconversione dei capannoni che oggi sono abbandonati. Un ringraziamento agli assessori Consiglio e Lorusso e al dirigente dell'Ufficio tecnico Giacomo Losapio per l'apporto fornito» ha aggiunto e concluso Angarano.
«La netta e anacronistica separazione delle zone prevista nel Prg del 1977 determina, difatti, notevoli difficoltà negli insediamenti di attività produttive, specie per le attività commerciali. Allo stato attuale a Bisceglie vi sono tre zone commerciali dotate di strumenti urbanistici attuativi ma solo due completamente urbanizzate: quella in via Giovanni Bovio e quella in via Padre Kolbe, essendo quella in via Imbriani solo parzialmente urbanizzata. Di contro vi sono le zone artigianali est (via Imbriani) e sud (via Ruvo di Puglia) che, seppur completamente dotate di urbanizzazioni, presentano lotti non ancora edificati e lotti con opifici dismessi che sono difficilmente riconvertibili in attività più attuali proprio a causa della netta separazione contenuta nel vigente Piano» ha spiegato il primo cittadino.
La variante prevede l'applicazione, per le sole attività commerciali e per la distribuzione nonché direzionali, della densità edilizia attualmente fissata dal Prg, pari a 4mc/mq, senza modifica dei restanti parametri edilizi ma con l'obbligo di individuare le aree per standard urbanistici, in riferimento alla attività da insediare, e precisamente 80 mq ogni 100 mq di superficie lorda di pavimento di cui almeno la metà da destinare a parcheggio, sempre al netto delle strade pubbliche.
«Con questa misura incentiveremmo la nascita di nuove attività commerciali laddove oggettivamente mancano e favoriremmo la riconversione degli opifici già esistenti e inutilizzati variandoli con destinazione commerciale e una minore volumetria. Di fatto le nostre aree artigianali e zone industriali diventerebbero paragonabili alle zone produttive di città limitrofe, nelle quali si possono insediare contemporaneamente attività di trasformazione e commerciali, con tutte le prospettive e potenzialità connesse. Ciò rappresenta una potente leva di sviluppo e crescita economica che avrebbe indiscusse ricadute positive sull'occupazione. Naturalmente rimarrà alta l'attenzione al consumo di suolo e alla sostenibilità ambientale, soprattutto nella riconversione dei capannoni che oggi sono abbandonati. Un ringraziamento agli assessori Consiglio e Lorusso e al dirigente dell'Ufficio tecnico Giacomo Losapio per l'apporto fornito» ha aggiunto e concluso Angarano.