Avvistamenti, buona la prima: la rassegna del cinema d'autore torna a stupire critica e spettatori
L'edizione 2017, più didattica che mai, prosegue fino al 30 dicembre a Palazzo Tupputi. Proiezioni introvabili in visione gratuita ogni giorno dalle 19:30
giovedì 28 dicembre 2017
07.00
Un curioso taglio di pellicola che simulava il più usuale e generico taglio di nastro, ha inaugurato, a Palazzo Tupputi il 27 dicembre, la XV edizione di Avvistamenti. Poi il brindisi di rito, con il sindaco facente funzioni Vittorio Fata, il presidente del cineclub Canudo Antonio Musci, tutti i veterani del non-festival, orgogliosi di averlo seguito quasi dalla prima edizione.
L'ormai ovunque nota rassegna del cinema d'autore e della videoarte che ha reso celebra il Cineclub Canudo di Bisceglie in Italia e oltre confine, dal 2002 continua a collezionare gli stupori del pubblico e gli apprezzamenti della critica di settore.
E così ha fatto anche quest'anno, raccogliendo introvabili video d'artista, su pellicola, videotape o file, che Antonio Musci, Daniela Di Niso e Bruno di Marino snoccioleranno, seguendo un preciso ordine cronologico, fino al 30 dicembre.
Più didattica e meno sibillina che mai, l'edizione 2017 della rassegna punta a mettere a suo agio lo spettatore, offrendo una visione fruibile a tutti della sperimentazione audiovisiva d'artista in Italia.
Per ogni giorno gli organizzatori un'epoca della videoarte da sondare, raccontare, ma soprattutto visionare.
Il 27 è stato dedicato tutto agli anni '60, dove la videoarte in senso proprio fu ideata come forma espressiva a sé, diversa dal cinema, scollata dall'obbligo di verosimiglianza, trama e comprensibilità proprio di qualsiasi film. La pellicola tagliata e assemblata da grandi come Mario Carbone, Ugo Nespolo, Bruno Munari, Luca Patella, Mario Schifano, Pino Pascali e Franco Angeli - tutti in visione nella prima serata di proiezioni - diventa sperimentazione delle immagini in movimento non per raccontare ma per ampliare le forme di possibilità dell'arte.
A pensare che i capolavori dell'analogico in cui gli artisti si sono cimentati (Franco Angeli con "Inquietudine", Ugo Nespolo con "Buongiorno Michelangelo", Bruno Munari con l'incredibile video di animazione "I colori della luce", realizzato con Marcello Picardo, il gruppo 70 con i suoi lavori di found-footage, gli esperimenti di land art di Luca Patella e gli altri) sono stati realizzati nella stessa Roma degli anni '60 che accoglieva Cinecittà e i suoi poco credibili effetti speciali, viene spontaneo lo stupore, per la qualità tecnica e la capacità creativa di artisti che non avevano alcuno dei mezzi che oggi permettono di inventare mondi con un semplice clic.
La retrospettiva, che il 28 dicembre, dalle 19:30 racconterà gli anni '70 con altre 10 pellicole rarissime e nei giorni a seguire indagherà gli anni '80 -'90 e l'età contemporanea, va seguita anche per la sola curiosità di capire cosa è stata e cos'è l'arte applicata all'audiovisivo. Una materia che da quindici anni a questa parte, come racconta la mostra associata all'evento, Avvistamenti sa maneggiare come pochi altri in Italia. Tutto accade a Bisceglie, in quel Palazzo Tupputi che custodisce spesso le iniziative più preziose e trasversali che le menti locali sanno partorire. E che, pur non facendo grandi numeri, fanno la storia.
L'ormai ovunque nota rassegna del cinema d'autore e della videoarte che ha reso celebra il Cineclub Canudo di Bisceglie in Italia e oltre confine, dal 2002 continua a collezionare gli stupori del pubblico e gli apprezzamenti della critica di settore.
E così ha fatto anche quest'anno, raccogliendo introvabili video d'artista, su pellicola, videotape o file, che Antonio Musci, Daniela Di Niso e Bruno di Marino snoccioleranno, seguendo un preciso ordine cronologico, fino al 30 dicembre.
Più didattica e meno sibillina che mai, l'edizione 2017 della rassegna punta a mettere a suo agio lo spettatore, offrendo una visione fruibile a tutti della sperimentazione audiovisiva d'artista in Italia.
Per ogni giorno gli organizzatori un'epoca della videoarte da sondare, raccontare, ma soprattutto visionare.
Il 27 è stato dedicato tutto agli anni '60, dove la videoarte in senso proprio fu ideata come forma espressiva a sé, diversa dal cinema, scollata dall'obbligo di verosimiglianza, trama e comprensibilità proprio di qualsiasi film. La pellicola tagliata e assemblata da grandi come Mario Carbone, Ugo Nespolo, Bruno Munari, Luca Patella, Mario Schifano, Pino Pascali e Franco Angeli - tutti in visione nella prima serata di proiezioni - diventa sperimentazione delle immagini in movimento non per raccontare ma per ampliare le forme di possibilità dell'arte.
A pensare che i capolavori dell'analogico in cui gli artisti si sono cimentati (Franco Angeli con "Inquietudine", Ugo Nespolo con "Buongiorno Michelangelo", Bruno Munari con l'incredibile video di animazione "I colori della luce", realizzato con Marcello Picardo, il gruppo 70 con i suoi lavori di found-footage, gli esperimenti di land art di Luca Patella e gli altri) sono stati realizzati nella stessa Roma degli anni '60 che accoglieva Cinecittà e i suoi poco credibili effetti speciali, viene spontaneo lo stupore, per la qualità tecnica e la capacità creativa di artisti che non avevano alcuno dei mezzi che oggi permettono di inventare mondi con un semplice clic.
La retrospettiva, che il 28 dicembre, dalle 19:30 racconterà gli anni '70 con altre 10 pellicole rarissime e nei giorni a seguire indagherà gli anni '80 -'90 e l'età contemporanea, va seguita anche per la sola curiosità di capire cosa è stata e cos'è l'arte applicata all'audiovisivo. Una materia che da quindici anni a questa parte, come racconta la mostra associata all'evento, Avvistamenti sa maneggiare come pochi altri in Italia. Tutto accade a Bisceglie, in quel Palazzo Tupputi che custodisce spesso le iniziative più preziose e trasversali che le menti locali sanno partorire. E che, pur non facendo grandi numeri, fanno la storia.