Caso Bar Helsinki, l'avvocato Pietro Casella replica all'ex sindaco Spina
«Faremo opposizione. Ma lei come fa a sapere che c'è stata una richiesta di archiviazione? Come ha potuto leggerla?»
domenica 5 novembre 2017
13.52
A seguito del comunicato stampa dell'ex sindaco Francesco Spina, che sul caso Bar Helsinki e in particolar modo sulla denuncia dei titolari a suo carico ha anticipato una richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero di Trani, è intervenuto Pietro Casella, legale di Francesco Rana, titolare dell'attività di corso Umberto.
Una serie di spunti di riflessione e di domande, quelle che l'avvocato Casella propone in una lunga lettera all'ex primo cittadino.
«Una premessa. Nella compulsiva e moderna abitudine di usare costantemente i social e i profili per scrivere di tutto e di tutti e soprattutto di sé, avrei volentieri evitato la pubblicazione di questa nota, non solo per una scelta di stile e sobrietà professionali, ma per non spostare e attrarre o distrarre in sedi non opportune questioni che attengono all'aleatoria sfera giuridica dei conflitti tra le parti: in questo caso tra l'ex sindaco, l'amministrazione ed il privato cittadino nell'esercizio di una attività.
Purtroppo, ancora una volta, come nel recente passato, l'ex sindaco ha provocato la necessità di questo intervento, rispetto alla cui natura io ed il mio assistito non abbiamo potuto far altro che replicare e difenderci, avendo sempre evitato, se non per costretta risposta, di rivolgerci ai social ed alla stampa, per comunicazioni aventi natura giudiziaria. Tant'è se mai il signor Francesco Rana ha comunicato di aver querelato l'ex sindaco per i fatti occorsi all'ormai noto gazebo del Bar Helsinki.
Par pari referre dicevano i latini: ripagare con uguale moneta, vale a dire di comportarsi con gli altri come gli altri si sono comportati con noi.
Egregio avvocato Francesco Carlo Spina, nella qualità di difensore del signor Francesco Rana, titolare del Bar Helsinki, con la presente nota e per diritto di replica, inviata alla stampa, intendo chiarire all'opinione pubblica alcuni aspetti relativi ad un post apparso sulla sua pagina ufficiale il 03/11/2017 alle ore 23.05 dal titolo "Questione Bar Helsinki, il pm chiede l'archiviazione per Francesco Spina".
Comunicato stampa poi ripreso e pubblicato con variegate interpretazioni da diverse testate giornalistiche on line e condiviso da alcuni componenti della attuale amministrazione.
Riproduco per esteso le sue parole:
"La denuncia presentata dai titolari del Bar Helsinki è stata oggetto di una richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero della Procura di Trani.
"Sono contento che la magistratura abbia potuto accertare, dopo una indagine puntuale e approfondita, l'infondatezza dell'atto di denuncia nei miei confronti. È l'ennesima conferma dell'onestà morale e della linearità che hanno permeato l'attività amministrativa nei dodici anni di mia sindacatura".
Prima osservazione e conseguente domanda: come lei ben sa, da collega, l'indagato - cioè lei - se non vi è opposizione alla richiesta di archiviazione da parte della persona offesa - cioè il mio assistito signor Rana- non ha diritto di essere informato della richiesta di archiviazione e del relativo decreto di archiviazione, potere questo solo spettante al Giudice per le indagini preliminari. A questo punto la naturale domanda in ossequio al principio nomina sunt consequentia rerum: lei come ha saputo della richiesta di archiviazione?
Chi l'ha informata?
Come ha potuto leggerla?
Ovviamente, lei sapeva di essere indagato, e certamente i suoi difensori potevano monitorare il procedimento e rivolgersi agli uffici del pubblico ministero ma non ricevere o conoscere il contenuto della richiesta di archiviazione.
Notizia che lei poteva avere solo nel momento di una opposizione del Rana alla richiesta di archiviazione.
Orbene, alla data della pubblicazione del suo comunicato stampa , e mentre scrivo, non è stata ancora depositata alcuna opposizione.
Lei, riferisce, di una indagine puntuale e approfondita, e dichiara essere stata valutata una infondatezza dell'atto di denuncia.
Come, chi, e quando lei ha avuto conoscenza di quanto da lei scritto e asserito?
Ha forse il 3 novembre già avuto accesso alle copie del fascicolo di indagine?
Le chiedo, cortesemente, di rispondere alle domande formulate, per i numerosi dubbi che il suo comunicato ha suscitato.
Come ha potuto prima ancora di un decreto di archiviazione e prima ancora che scadesssero i termini di una opposizione, sostituirsi alla magistratura giudicante e al diritto del denunciante, affermare quanto da lei sostenuto, e ripetuto in maniera superficiale da alcuni organi di stampa, sulla infondatezza dell'atto di denuncia?
E come ha potuto da questo evento enucleare e dichiarare la conferma dell'onestà morale e della linearità della sua attività amministrativa e sindacatura, senza aver potuto leggere le motivazioni della richiesta di archiviazione?
In verità, come lei sa, e diversamente da lei, per diritto processuale, il signor Rana ed il sottoscritto difensore hanno potuto leggere la richiesta di archiviazione, che per stile deontologico e rispetto del ruolo che ricopro e delle istituzioni non desidero riportare. Ma le posso garantire che dal contenuto della motivazione, quanto da lei affermato appare profondamente discutibile, pur non ravvisandosi elementi di rilevanza penale a suo carico secondo il pubblico ministero.
Inoltre, per mera curiosità eziologica, mi piacerebbe comprendere, se lo volesse, perché mai pubblica un comunicato di siffatta natura alle ore 23:05 del 3 novembre?
Seconda osservazione:
sulla richiesta di archiviazione.
Le confermo, a questo punto, che una richiesta di archiviazione mi è stata notificata il 24 ottobre 2017.
Le confermo che il mio assistito, parte denunciante, intende proporre opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero prima dello spirare dei termini previsti.
Le confermo, come lei sa, che un pubblico ministero non può unilateralmente archiviare un procedimento penale.
Le confermo che spetta solo al Gip il potere di firma di un decreto di archiviazione.
Le confermo che non essendo ancora spirati i termini per l'opposizione, il procedimento penale in cui è indagato non è stato ancora archiviato.
Forse, e verosimilmente ,lei è stato leggermente avventato e precipitoso nel pronunciarsi come ha fatto e con quel tono prima ancora che si pronunciasse il competente Gip.
Le confermo, che solo il Gip, quale che sia la ragione in base alla quale il pubblico ministero chiede l'archiviazione ha sempre poteri di diversa valutazione rispetto alle determinazioni del pm: può infatti recepire o non recepire la richiesta di archiviazione.
Per esempio, la recepisce, in caso di mancata opposizione.
Non è questo il caso. Perché sarà proposta rituale opposizione.
Può non recepirla, quando l'opposizione come lei ben sa, è motivata, oppure quando ha differenti valutazioni rispetto a quelle del pm.
Le confermo, quindi, che dopo attenta lettura degli atti di comunicazione di reato a suo carico e le relative indagini espletate da nucleo di polizia tributaria di bari a seguito della denuncia del Rana - indagini espletate con rigore e attenzione in ordine agli elementi di prova anche testimoniali forniti dal mio assistito- questa difesa intende impugnare la richiesta di archiviazione in particolar modo contestando l'interpretazione o la non interpretazione del pm sugli elementi di prova ignorati o mal interpretati.
A questo punto le chiedo:
come mai, vista la sua solerte e forse indebita comunicazione, non ha riferito alla città il motivo della denuncia-querela del Rana?
Come mai, avendo così ampia conoscenza, non ha riferito per cosa è stato denunciato e indagato?
Essendo stato così precipitoso e forse poco rispettoso delle regole del procedimento penale, ritengo sia giunto il momento che sia il sottoscritto difensore in nome e per conto del suo rappresentato, a riferire correttamente il contenuto della denuncia e della relativa indagine.
Con la denuncia querela il signor Francesco Rana ha chiesto alla procura di indagare su di un immotivato, a parer suo, e pretestuoso accanimento dell'amministrazione di Bisceglie e dell'allora sindaco di Bisceglie Francesco Carlo Spina, rivolto ad ottenere la rimozione del gazebo dallo stesso sindaco autorizzato con visto, in uno ad una campagna mediatica lesiva della immagine dell'esercizio commerciale per atti di probabile ritorsione nei confronti del Bar Helsinki.
Su tale denuncia, l'Autorità ha indagato per un profilo di rilevanza penale a suo carico configurante la seguente ipotesi di reato: articolo 56 e articolo 319 quater cp per tentata induzione indebita di dare o promettere e articolo 323 cp abuso d'ufficio.
Come già scritto, il pubblico ministero non ha ravvisato elementi di profilo penale a suo carico, così avanzando una richiesta di archiviazione.
Come detto, e per diritto costituzionalmente tutelato, il Rana intende contestare questa valutazione attraverso formale e motivata opposizione alla richiesta di archiviazione.
Con la certezza di aver esposto con chiarezza le argomentazioni del caso».
Una serie di spunti di riflessione e di domande, quelle che l'avvocato Casella propone in una lunga lettera all'ex primo cittadino.
«Una premessa. Nella compulsiva e moderna abitudine di usare costantemente i social e i profili per scrivere di tutto e di tutti e soprattutto di sé, avrei volentieri evitato la pubblicazione di questa nota, non solo per una scelta di stile e sobrietà professionali, ma per non spostare e attrarre o distrarre in sedi non opportune questioni che attengono all'aleatoria sfera giuridica dei conflitti tra le parti: in questo caso tra l'ex sindaco, l'amministrazione ed il privato cittadino nell'esercizio di una attività.
Purtroppo, ancora una volta, come nel recente passato, l'ex sindaco ha provocato la necessità di questo intervento, rispetto alla cui natura io ed il mio assistito non abbiamo potuto far altro che replicare e difenderci, avendo sempre evitato, se non per costretta risposta, di rivolgerci ai social ed alla stampa, per comunicazioni aventi natura giudiziaria. Tant'è se mai il signor Francesco Rana ha comunicato di aver querelato l'ex sindaco per i fatti occorsi all'ormai noto gazebo del Bar Helsinki.
Par pari referre dicevano i latini: ripagare con uguale moneta, vale a dire di comportarsi con gli altri come gli altri si sono comportati con noi.
Egregio avvocato Francesco Carlo Spina, nella qualità di difensore del signor Francesco Rana, titolare del Bar Helsinki, con la presente nota e per diritto di replica, inviata alla stampa, intendo chiarire all'opinione pubblica alcuni aspetti relativi ad un post apparso sulla sua pagina ufficiale il 03/11/2017 alle ore 23.05 dal titolo "Questione Bar Helsinki, il pm chiede l'archiviazione per Francesco Spina".
Comunicato stampa poi ripreso e pubblicato con variegate interpretazioni da diverse testate giornalistiche on line e condiviso da alcuni componenti della attuale amministrazione.
Riproduco per esteso le sue parole:
"La denuncia presentata dai titolari del Bar Helsinki è stata oggetto di una richiesta di archiviazione da parte del pubblico ministero della Procura di Trani.
"Sono contento che la magistratura abbia potuto accertare, dopo una indagine puntuale e approfondita, l'infondatezza dell'atto di denuncia nei miei confronti. È l'ennesima conferma dell'onestà morale e della linearità che hanno permeato l'attività amministrativa nei dodici anni di mia sindacatura".
Prima osservazione e conseguente domanda: come lei ben sa, da collega, l'indagato - cioè lei - se non vi è opposizione alla richiesta di archiviazione da parte della persona offesa - cioè il mio assistito signor Rana- non ha diritto di essere informato della richiesta di archiviazione e del relativo decreto di archiviazione, potere questo solo spettante al Giudice per le indagini preliminari. A questo punto la naturale domanda in ossequio al principio nomina sunt consequentia rerum: lei come ha saputo della richiesta di archiviazione?
Chi l'ha informata?
Come ha potuto leggerla?
Ovviamente, lei sapeva di essere indagato, e certamente i suoi difensori potevano monitorare il procedimento e rivolgersi agli uffici del pubblico ministero ma non ricevere o conoscere il contenuto della richiesta di archiviazione.
Notizia che lei poteva avere solo nel momento di una opposizione del Rana alla richiesta di archiviazione.
Orbene, alla data della pubblicazione del suo comunicato stampa , e mentre scrivo, non è stata ancora depositata alcuna opposizione.
Lei, riferisce, di una indagine puntuale e approfondita, e dichiara essere stata valutata una infondatezza dell'atto di denuncia.
Come, chi, e quando lei ha avuto conoscenza di quanto da lei scritto e asserito?
Ha forse il 3 novembre già avuto accesso alle copie del fascicolo di indagine?
Le chiedo, cortesemente, di rispondere alle domande formulate, per i numerosi dubbi che il suo comunicato ha suscitato.
Come ha potuto prima ancora di un decreto di archiviazione e prima ancora che scadesssero i termini di una opposizione, sostituirsi alla magistratura giudicante e al diritto del denunciante, affermare quanto da lei sostenuto, e ripetuto in maniera superficiale da alcuni organi di stampa, sulla infondatezza dell'atto di denuncia?
E come ha potuto da questo evento enucleare e dichiarare la conferma dell'onestà morale e della linearità della sua attività amministrativa e sindacatura, senza aver potuto leggere le motivazioni della richiesta di archiviazione?
In verità, come lei sa, e diversamente da lei, per diritto processuale, il signor Rana ed il sottoscritto difensore hanno potuto leggere la richiesta di archiviazione, che per stile deontologico e rispetto del ruolo che ricopro e delle istituzioni non desidero riportare. Ma le posso garantire che dal contenuto della motivazione, quanto da lei affermato appare profondamente discutibile, pur non ravvisandosi elementi di rilevanza penale a suo carico secondo il pubblico ministero.
Inoltre, per mera curiosità eziologica, mi piacerebbe comprendere, se lo volesse, perché mai pubblica un comunicato di siffatta natura alle ore 23:05 del 3 novembre?
Seconda osservazione:
sulla richiesta di archiviazione.
Le confermo, a questo punto, che una richiesta di archiviazione mi è stata notificata il 24 ottobre 2017.
Le confermo che il mio assistito, parte denunciante, intende proporre opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero prima dello spirare dei termini previsti.
Le confermo, come lei sa, che un pubblico ministero non può unilateralmente archiviare un procedimento penale.
Le confermo che spetta solo al Gip il potere di firma di un decreto di archiviazione.
Le confermo che non essendo ancora spirati i termini per l'opposizione, il procedimento penale in cui è indagato non è stato ancora archiviato.
Forse, e verosimilmente ,lei è stato leggermente avventato e precipitoso nel pronunciarsi come ha fatto e con quel tono prima ancora che si pronunciasse il competente Gip.
Le confermo, che solo il Gip, quale che sia la ragione in base alla quale il pubblico ministero chiede l'archiviazione ha sempre poteri di diversa valutazione rispetto alle determinazioni del pm: può infatti recepire o non recepire la richiesta di archiviazione.
Per esempio, la recepisce, in caso di mancata opposizione.
Non è questo il caso. Perché sarà proposta rituale opposizione.
Può non recepirla, quando l'opposizione come lei ben sa, è motivata, oppure quando ha differenti valutazioni rispetto a quelle del pm.
Le confermo, quindi, che dopo attenta lettura degli atti di comunicazione di reato a suo carico e le relative indagini espletate da nucleo di polizia tributaria di bari a seguito della denuncia del Rana - indagini espletate con rigore e attenzione in ordine agli elementi di prova anche testimoniali forniti dal mio assistito- questa difesa intende impugnare la richiesta di archiviazione in particolar modo contestando l'interpretazione o la non interpretazione del pm sugli elementi di prova ignorati o mal interpretati.
A questo punto le chiedo:
come mai, vista la sua solerte e forse indebita comunicazione, non ha riferito alla città il motivo della denuncia-querela del Rana?
Come mai, avendo così ampia conoscenza, non ha riferito per cosa è stato denunciato e indagato?
Essendo stato così precipitoso e forse poco rispettoso delle regole del procedimento penale, ritengo sia giunto il momento che sia il sottoscritto difensore in nome e per conto del suo rappresentato, a riferire correttamente il contenuto della denuncia e della relativa indagine.
Con la denuncia querela il signor Francesco Rana ha chiesto alla procura di indagare su di un immotivato, a parer suo, e pretestuoso accanimento dell'amministrazione di Bisceglie e dell'allora sindaco di Bisceglie Francesco Carlo Spina, rivolto ad ottenere la rimozione del gazebo dallo stesso sindaco autorizzato con visto, in uno ad una campagna mediatica lesiva della immagine dell'esercizio commerciale per atti di probabile ritorsione nei confronti del Bar Helsinki.
Su tale denuncia, l'Autorità ha indagato per un profilo di rilevanza penale a suo carico configurante la seguente ipotesi di reato: articolo 56 e articolo 319 quater cp per tentata induzione indebita di dare o promettere e articolo 323 cp abuso d'ufficio.
Come già scritto, il pubblico ministero non ha ravvisato elementi di profilo penale a suo carico, così avanzando una richiesta di archiviazione.
Come detto, e per diritto costituzionalmente tutelato, il Rana intende contestare questa valutazione attraverso formale e motivata opposizione alla richiesta di archiviazione.
Con la certezza di aver esposto con chiarezza le argomentazioni del caso».