Bisceglie Approdi, Spina: «La gestione del porto è un'emergenza amministrativa»
«La coppia Rutigliano-Di Tullio ha speso il tempo in questioni politiche e burocratiche perdendo di vista i servizi»
giovedì 2 marzo 2023
7.46
«Altro che navi da crociera e chiacchiere preelettorali: la perdita dei finanziamenti per lo sfangamento del porto non potrà far entrare tra poco, neanche le piccole barche dei nostri pescatori, costrette ormai a emigrare negli altri porti dell'Adriatico. La gestione efficiente del porto è diventata ormai una emergenza amministrativa». Sono durissime le osservazioni di Francesco Spina, candidato sindaco della coalizione "Bisceglie rinasce", in merito alla gestione di Bisceglie Approdi.
«In questi 5 anni di "Svolta" non sono stati introdotti nuovi servizi per i diportisti. È stato perso il finanziamento per lo sfangamento del porto, che mette a rischio anche l'ingresso delle imbarcazioni più piccole dei nostri pescatori biscegliesi. Bisceglie Approdi ha smarrito la sua visione e la sua "mission" statutaria e si è dedicata ad altre attività, perdendo tempo ed energie in progetti diversi dai servizi portuali e turistici, cercando inutilmente (non era per statuto possibile) di entrare nel settore finanziario e di gestione dei parcheggi pubblici» ha aggiunto. «La manutenzione ordinaria del porto è venuta a mancare, con le mura del water front piene di erbacce, che fanno perdere tutto l'effetto splendido dei lavori effettuati in passato e che hanno cambiato la storia del porto di Bisceglie» ha osservato Spina.
«Con la diga di Sant'Antonio, realizzata interamente e velocemente dalla prima amministrazione Spina, sono state protette le barche dei nostri pescatori, che non vengono più affondate dal mare tempestoso di levante come avveniva prima. Ma la diga di Sant'Antonio poteva essere l'occasione per moltiplicare gli spazi per i diportisti e le imbarcazioni più grandi se si fossero realizzati i lavori di sfangamento del porto, che questa amministrazione Angarano-Silvestris non ha saputo portare avanti» ha spiegato.
«Bisogna fornire al porto nuove professionalità e una nuova governance, che in questi cinque anni è rimasta nella visione burocratica della coppia Rutigliano-Di Tullio, che hanno perso il loro tempo in questioni politiche e burocratiche (come nei progetti di gestione dei parcheggi comunali), mentre hanno perso di vista l'istituzione di nuovi servizi portuali come la distribuzione del carburante, lo sfangamento del porto, la creazione di un'area di rimessaggio magari nella zona del vecchio depuratore dismesso di proprietà comunale.
Occorre ora ripartire dalle cose più elementari come la manutenzione più semplice per l'eliminazione del degrado delle mura ricoperte dalle erbacce, dalla nomina di una squadra nuova per la governance come prevede la legge ad inizio di ogni mandato amministrativo, con rappresentanza delle varie categorie e professionalità nella stessa governance del porto, evitando conflitti di interessi di dipendenti che facciano anche politica, lasciando spazio a giovani, donne e energie e idee nuove.
Bisceglie non può vivere solo di enunciazioni, selfie e chiacchiere pre elettorali, come l'ingresso di navi da crociere, che sbeffeggiano l'intelligenza dei cittadini ma deve riprendere il percorso della concretezza e serietà delle opere utili e dei servizi per la qualità della vita e per il progresso sociale e economico della comunità» ha concluso Francesco Spina.
«In questi 5 anni di "Svolta" non sono stati introdotti nuovi servizi per i diportisti. È stato perso il finanziamento per lo sfangamento del porto, che mette a rischio anche l'ingresso delle imbarcazioni più piccole dei nostri pescatori biscegliesi. Bisceglie Approdi ha smarrito la sua visione e la sua "mission" statutaria e si è dedicata ad altre attività, perdendo tempo ed energie in progetti diversi dai servizi portuali e turistici, cercando inutilmente (non era per statuto possibile) di entrare nel settore finanziario e di gestione dei parcheggi pubblici» ha aggiunto. «La manutenzione ordinaria del porto è venuta a mancare, con le mura del water front piene di erbacce, che fanno perdere tutto l'effetto splendido dei lavori effettuati in passato e che hanno cambiato la storia del porto di Bisceglie» ha osservato Spina.
«Con la diga di Sant'Antonio, realizzata interamente e velocemente dalla prima amministrazione Spina, sono state protette le barche dei nostri pescatori, che non vengono più affondate dal mare tempestoso di levante come avveniva prima. Ma la diga di Sant'Antonio poteva essere l'occasione per moltiplicare gli spazi per i diportisti e le imbarcazioni più grandi se si fossero realizzati i lavori di sfangamento del porto, che questa amministrazione Angarano-Silvestris non ha saputo portare avanti» ha spiegato.
«Bisogna fornire al porto nuove professionalità e una nuova governance, che in questi cinque anni è rimasta nella visione burocratica della coppia Rutigliano-Di Tullio, che hanno perso il loro tempo in questioni politiche e burocratiche (come nei progetti di gestione dei parcheggi comunali), mentre hanno perso di vista l'istituzione di nuovi servizi portuali come la distribuzione del carburante, lo sfangamento del porto, la creazione di un'area di rimessaggio magari nella zona del vecchio depuratore dismesso di proprietà comunale.
Occorre ora ripartire dalle cose più elementari come la manutenzione più semplice per l'eliminazione del degrado delle mura ricoperte dalle erbacce, dalla nomina di una squadra nuova per la governance come prevede la legge ad inizio di ogni mandato amministrativo, con rappresentanza delle varie categorie e professionalità nella stessa governance del porto, evitando conflitti di interessi di dipendenti che facciano anche politica, lasciando spazio a giovani, donne e energie e idee nuove.
Bisceglie non può vivere solo di enunciazioni, selfie e chiacchiere pre elettorali, come l'ingresso di navi da crociere, che sbeffeggiano l'intelligenza dei cittadini ma deve riprendere il percorso della concretezza e serietà delle opere utili e dei servizi per la qualità della vita e per il progresso sociale e economico della comunità» ha concluso Francesco Spina.