Bisceglie commemora il Giorno del Ricordo
Corona d'alloro deposta davanti all'abitazione di Antonio Papagni, vittima biscegliese del massacro
mercoledì 10 febbraio 2021
16.45
Una corona di alloro depositata ai piedi della targa dedicata lo scorso anno alla memoria di Antonio Papagni davanti al civico 55 di via San Lorenzo. L'amministrazione comunale di Bisceglie ha commemorato il Giorno del Ricordo davanti all'abitazione dell'agente di Polizia vittima del massacro delle foibe. Soldato di leva 27enne, aviere scelto di Governo, Guardia di pubblica sicurezza alla Questura di Trieste, Antonio Papagni fu dichiarato disperso dal 1° maggio 1945 e probabilmente gettato nella foiba dell'abisso di Plutone, a Basovizza, frazione del capoluogo del Friuli-Venezia Giulia.
La cerimonia si è tenuta in forma ridotta a causa dell'emergenza epidemiologica in corso, al fine di scongiurare il pericolo di assembramenti. Hanno partecipato il Sindaco di Biscegli Angelantonio Angarano, i familiari di Antonio Papagni e un ristretto numero di autorità civili e militari, tra cui il Questore della Bat Roberto Pellicone, il dottor Nicolino Pepe - vicario del Questore di Bari, la dirigente del Commissariato di Polizia di Stato di Trani dottoressa Santina Mennea; il Generale Pasquale Preziosa, il comandante della Tenenza dei Carabinieri di Bisceglie Giuseppe Remini, il Comandante della Polizia Locale Michele Dell'Olio, il vicecomandante dell'Ufficio locale marittimo Felice Scarpa e il dottor Tommaso Fontana.
Il parrocco di San Lorenzo don Ferdinando Cascella ha effettuato una breve benedizione.
«Seppur con le limitazioni dovute all'emergenza sanitaria ci abbiamo tenuto a dare un segnale forte di memoria, riflessione e impegno civile collettivo» ha commentato il Sindaco Angarano. «Quella delle Foibe è una ferita ancora aperta nella nostra storia, una ferita profonda proprio come le cavità carsiche che caratterizzano il territorio friulano e dell'Istria, tragico teatro della barbarie e delle atrocità figlie della persecuzione etnica durante la seconda guerra mondiale e nei primi anni del dopoguerra. Un orrore che costò la vita a migliaia di persone innocenti e causò l'esodo di centinaia di migliaia di istriani, fiumani e dalmati italiani costretti ad abbandonare con la violenza la propria terra, le proprie case.
Un accorato pensiero oggi lo rivolgiamo al nostro concittadino Antonio Papagni, che pagò con la sua vita il semplice fatto di essere italiano. Il modo migliore per onorare la sua memoria è rinnovare e tramandare ai nostri ragazzi i preziosi valori della pace, del rispetto, della democrazia e della civile convivenza» ha concluso il primo cittadino, che ha dato lettura di una lettera giunta da Massimiliano Lacota, presidente dell'Unione istriani.
Giovanni Papagni, nipote di Antonio, nel suo intervento in rappresentanza dei parenti del 27enne biscegliese infoibato, ha sottolineato il senso e l'importanza del ricordo soprattutto in funzione delle nuove generazioni.
La cerimonia si è tenuta in forma ridotta a causa dell'emergenza epidemiologica in corso, al fine di scongiurare il pericolo di assembramenti. Hanno partecipato il Sindaco di Biscegli Angelantonio Angarano, i familiari di Antonio Papagni e un ristretto numero di autorità civili e militari, tra cui il Questore della Bat Roberto Pellicone, il dottor Nicolino Pepe - vicario del Questore di Bari, la dirigente del Commissariato di Polizia di Stato di Trani dottoressa Santina Mennea; il Generale Pasquale Preziosa, il comandante della Tenenza dei Carabinieri di Bisceglie Giuseppe Remini, il Comandante della Polizia Locale Michele Dell'Olio, il vicecomandante dell'Ufficio locale marittimo Felice Scarpa e il dottor Tommaso Fontana.
Il parrocco di San Lorenzo don Ferdinando Cascella ha effettuato una breve benedizione.
«Seppur con le limitazioni dovute all'emergenza sanitaria ci abbiamo tenuto a dare un segnale forte di memoria, riflessione e impegno civile collettivo» ha commentato il Sindaco Angarano. «Quella delle Foibe è una ferita ancora aperta nella nostra storia, una ferita profonda proprio come le cavità carsiche che caratterizzano il territorio friulano e dell'Istria, tragico teatro della barbarie e delle atrocità figlie della persecuzione etnica durante la seconda guerra mondiale e nei primi anni del dopoguerra. Un orrore che costò la vita a migliaia di persone innocenti e causò l'esodo di centinaia di migliaia di istriani, fiumani e dalmati italiani costretti ad abbandonare con la violenza la propria terra, le proprie case.
Un accorato pensiero oggi lo rivolgiamo al nostro concittadino Antonio Papagni, che pagò con la sua vita il semplice fatto di essere italiano. Il modo migliore per onorare la sua memoria è rinnovare e tramandare ai nostri ragazzi i preziosi valori della pace, del rispetto, della democrazia e della civile convivenza» ha concluso il primo cittadino, che ha dato lettura di una lettera giunta da Massimiliano Lacota, presidente dell'Unione istriani.
Giovanni Papagni, nipote di Antonio, nel suo intervento in rappresentanza dei parenti del 27enne biscegliese infoibato, ha sottolineato il senso e l'importanza del ricordo soprattutto in funzione delle nuove generazioni.