Bisceglie-Corato: «Quante altre morti prima che si prendano provvedimenti?»
Le amare considerazioni di una cittadina biscegliese. Sabato le esequie del 30enne deceduto nell'incidente di martedì
sabato 8 febbraio 2020
Sabato 8 febbraio, alle ore 15, si terranno i funerali del 30enne Francesco Di Molfetta, deceduto a causa dell'incidente avvenuto martedì 4 sulla strada provinciale 85, che collega Bisceglie a Corato e Ruvo. Le esequie sono previste nella chiesa di Santa Maria della Misericordia.
L'ultima tragica fatalità di una purtroppo lunga serie ha spinto una cittadina biscegliese, Isabella Di Bari, a scrivere una lettera aperta.
«La Bisceglie-Corato può essere definita e inserita tra le tratte stradali "mortali". Chi non ricorda l'incidente che coinvolse i lavoranti dell'atelier "Graffiti"? Chi non ricorda gli incidenti che in passato, quando la strada era ancora molto stretta all'altezza di via Sant'Andrea, coinvolgeva quasi quotidianamente, soprattutto nei fine settimana, i ragazzi che si recavano in auto alla celebre discoteca di Corato?
Io ricordo uno di questi incidenti: ero con la mia famiglia nella casa di campagna della mia nonna materna, in via Sant'Andrea; era sera e stavamo chiacchierando sulla veranda. A un certo punto abbiamo sentito un rumore fortissimo, uno schianto e subito dopo delle urla di disperazione. Ero piccola, ma ricordo che mio fratello e altri più grandi si sono subito avvicinati e hanno chiamato i soccorsi.
Da quel punto in poi i ricordi diventano confusi: urla, qualcuno per terra, alcuni che cercavano di calmare i ragazzi, in evidente stato di agitazione. Ricordo bene, però, che erano solo ragazzi, magari diretti fuori città per divertirsi o anche semplicemente per accompagnare qualcuno.
Ho percorso quella strada, anche più volte al giorno, per quasi sette anni, e sono convinta che sia una strada della morte. Nessuno rispetta il limite di velocità imposto: mancano un'illuminazione adeguata e dei controlli, fissi o mobili, che facciano da deterrente a coloro che intendono procedere troppo velocemente o effettuare sorpassi.
Più volte mi sono trovata nell'assurda situazione di essere sorpassata indiscriminatamente a destra o a sinistra. Spesso, soprattutto nei weekend, mi è capitato di scorgere ragazzini al volante e posso assolutamente asserire che il più delle volte avessero appena iniziato o finito qualche "festeggiamento".
Quante altre persone dovranno ancora morire affinché si prendano provvedimenti per far sì che tutti capiscano di usare buon senso e rispettare il codice della strada?
Spostarsi dovrebbe essere una necessità o un piacere, non dovrebbe destare terrore in coloro che si mettono sulla strada. Spero che presto le amministrazioni di competenza prendano provvedimenti in merito».
L'ultima tragica fatalità di una purtroppo lunga serie ha spinto una cittadina biscegliese, Isabella Di Bari, a scrivere una lettera aperta.
«La Bisceglie-Corato può essere definita e inserita tra le tratte stradali "mortali". Chi non ricorda l'incidente che coinvolse i lavoranti dell'atelier "Graffiti"? Chi non ricorda gli incidenti che in passato, quando la strada era ancora molto stretta all'altezza di via Sant'Andrea, coinvolgeva quasi quotidianamente, soprattutto nei fine settimana, i ragazzi che si recavano in auto alla celebre discoteca di Corato?
Io ricordo uno di questi incidenti: ero con la mia famiglia nella casa di campagna della mia nonna materna, in via Sant'Andrea; era sera e stavamo chiacchierando sulla veranda. A un certo punto abbiamo sentito un rumore fortissimo, uno schianto e subito dopo delle urla di disperazione. Ero piccola, ma ricordo che mio fratello e altri più grandi si sono subito avvicinati e hanno chiamato i soccorsi.
Da quel punto in poi i ricordi diventano confusi: urla, qualcuno per terra, alcuni che cercavano di calmare i ragazzi, in evidente stato di agitazione. Ricordo bene, però, che erano solo ragazzi, magari diretti fuori città per divertirsi o anche semplicemente per accompagnare qualcuno.
Ho percorso quella strada, anche più volte al giorno, per quasi sette anni, e sono convinta che sia una strada della morte. Nessuno rispetta il limite di velocità imposto: mancano un'illuminazione adeguata e dei controlli, fissi o mobili, che facciano da deterrente a coloro che intendono procedere troppo velocemente o effettuare sorpassi.
Più volte mi sono trovata nell'assurda situazione di essere sorpassata indiscriminatamente a destra o a sinistra. Spesso, soprattutto nei weekend, mi è capitato di scorgere ragazzini al volante e posso assolutamente asserire che il più delle volte avessero appena iniziato o finito qualche "festeggiamento".
Quante altre persone dovranno ancora morire affinché si prendano provvedimenti per far sì che tutti capiscano di usare buon senso e rispettare il codice della strada?
Spostarsi dovrebbe essere una necessità o un piacere, non dovrebbe destare terrore in coloro che si mettono sulla strada. Spero che presto le amministrazioni di competenza prendano provvedimenti in merito».