Bisceglie Jazz Festival, tra incanto, flamenco e star
L'eclettismo di Mario Rosini e la pittura sonora di Israel Varela regalano un'altra notte di meraviglie a Bisceglie
lunedì 7 agosto 2017
14.26
Altri mari, altre note. Altri fuochi d'artificio a ritmo di jazz.
Dopo una prima scoppiettante giocata sui luoghi icona del porto di Bisceglie, il Bisceglie Jazz Festival ha scoperto le potenzialità del lungomare di Ponente, dove anche lunedì 7 agosto regalerà suoni da mille e una notte.
Riduttivo chiamarlo emozionante: questo evento è una perla, donata a Bisceglie in cambio di un contributo comunale che non ripaga nemmeno uno dei tre giorni di iniziative. Discreto, di nicchia eppure trasversale per la cura nella scelta di luoghi e artisti, corposo, coraggioso perché sfida una Festa dei Santi che vuoi o non vuoi sottrae spettatori, spettacolare e luminoso, salva una intera stagione di eventi estivi in estrema sordina.
Il grazie, oltre che al sindaco che per una volta non ha badato a misurare la popolarità prima della qualità per concedere il contributo comunale, va alla fondazione SECA, gestore del Polo Museale di Trani e promotrice dell'iniziativa. Va poi all'intuizione del presidente, il cavalier Natale Pagano, di lasciare che a dirigere il tutto fosse un batterista dalle doti straordinarie. Prima tra tutte l'umiltà.
Il musicista in questione si chiama Mimmo Campanale, ha suonato con i più grandi musicisti della scena internazionale e, quando siede di fronte allo strumento, da più di sé stesso, si spreca, sorride.
Nella seconda serata del primo festival jazz di cui Bisceglie può (finalmente) gloriarsi, ha dimostrato tutta la sua stoffa battagliando con l'inesauribile Mario Rosini (voce, tastiere ed energia) e Paolo Romano (bassista ma anche, contrabbassista e percussionista) sul palco inedito del Puerto Azul. In programma, i tre cavalli di razza pugliese, hanno offerto gratuitamente uno spettacolo ad altissima concentrazione di eclettismo, difficilmente resistibile. La scaletta, fruibilissima anche da chi di jazz non vuol sentir parlare, spaziava dai liberi adattamenti in chiave fusion dei brani di Stevie Wonder ai colori brasiliani di Tania Maria, passando per gli Yellow Jacket e Maurizio Fabrizio (che per Rossana Casale scrisse il brano Amnesia). Inevitabili i bis.
A seguire il trio di eccellenze di casa, l'incredibile Israel Varela. Il poeta della batteria messicano al Teatro Mediterraneo ha portato uno spettacolo di pura, raffinatissima, bellezza. Ai sensibili – cosa che accade raramente quando c'è di mezzo il jazz - sono sfuggite lacrime di emozione, assolutamente motivate.
Dedicato a Frida Kahlo (e alle sue doti di poetessa, meno note rispetto a quelle di artista), "Frida en silencio" ha messo attorno a un palco stelle internazionali virtuosissime: Varela alla macchina da scrivere, al canto e alla batteria; l'orgoglio barese Serena Brancale ancora al canto e alla poesia, la straordinaria ballerina di flamenco spagnola Cristina Benitez on stage, il portento brasiliano (12 album con Pino Daniele e diversi Grammy Awards alle spalle) Alfredo Paixao al basso, il cristallino tedesco (non ha esagerato il conduttore e critico musicale Aleste Ayroldi a definirlo genio) Florian Weber al pianoforte.
Vibrante, virtuosistico, eclettico, espressivo come la Kahlo meritava, l'atteso spettacolo non ha deluso le aspettative di chi immaginava qualcosa di davvero inedito dal connubio tra pittura sonora, flamenco e jazz.
Peccato solo per il pubblico ridotto, che non ha approfittato di una performance da accapponare la pelle per le emozioni, nonostante i quaranta gradi quasi a mezzanotte.
Chi vorrà potrà rifarsi ancora con l'ultima notte di talenti, sempre tra Anfiteatro e Trullo Verde, lunedì 7 agosto con un triplo spettacolo da "assumere" tutto d'un fiato, dalle 20:30 a notte fonda.
Sul palco prima il chitarrista Guido Di Leone con la sua Pocket Orchestra (Mike Rubini al sax alto, Francesco Lomangino al sax tenore e flauto, Alberto Di Leone alla tromba, Vito Andrea Morra al trombone, Gianluca Fraccalvieri al basso, Fabio Delle Foglie alla batteria, Enzo Falco alle percussioni) e Francesca Leone alla voce. Lo seguirà Nico Morelli, in un toccante tributo per piano solo al compianto musicista tranese Davide Santorsola. A chiudere in bellezza il Bisceglie Jazz festival sarà il funambolico Stanley Jordan, uno dei più virtuosi chitarristi al mondo, dalle ore 22:30 al Teatro Mediterraneo con Luca Alemanno al contrabbasso e ancora Mimmo Campanale alla batteria.
Dopo una prima scoppiettante giocata sui luoghi icona del porto di Bisceglie, il Bisceglie Jazz Festival ha scoperto le potenzialità del lungomare di Ponente, dove anche lunedì 7 agosto regalerà suoni da mille e una notte.
Riduttivo chiamarlo emozionante: questo evento è una perla, donata a Bisceglie in cambio di un contributo comunale che non ripaga nemmeno uno dei tre giorni di iniziative. Discreto, di nicchia eppure trasversale per la cura nella scelta di luoghi e artisti, corposo, coraggioso perché sfida una Festa dei Santi che vuoi o non vuoi sottrae spettatori, spettacolare e luminoso, salva una intera stagione di eventi estivi in estrema sordina.
Il grazie, oltre che al sindaco che per una volta non ha badato a misurare la popolarità prima della qualità per concedere il contributo comunale, va alla fondazione SECA, gestore del Polo Museale di Trani e promotrice dell'iniziativa. Va poi all'intuizione del presidente, il cavalier Natale Pagano, di lasciare che a dirigere il tutto fosse un batterista dalle doti straordinarie. Prima tra tutte l'umiltà.
Il musicista in questione si chiama Mimmo Campanale, ha suonato con i più grandi musicisti della scena internazionale e, quando siede di fronte allo strumento, da più di sé stesso, si spreca, sorride.
Nella seconda serata del primo festival jazz di cui Bisceglie può (finalmente) gloriarsi, ha dimostrato tutta la sua stoffa battagliando con l'inesauribile Mario Rosini (voce, tastiere ed energia) e Paolo Romano (bassista ma anche, contrabbassista e percussionista) sul palco inedito del Puerto Azul. In programma, i tre cavalli di razza pugliese, hanno offerto gratuitamente uno spettacolo ad altissima concentrazione di eclettismo, difficilmente resistibile. La scaletta, fruibilissima anche da chi di jazz non vuol sentir parlare, spaziava dai liberi adattamenti in chiave fusion dei brani di Stevie Wonder ai colori brasiliani di Tania Maria, passando per gli Yellow Jacket e Maurizio Fabrizio (che per Rossana Casale scrisse il brano Amnesia). Inevitabili i bis.
A seguire il trio di eccellenze di casa, l'incredibile Israel Varela. Il poeta della batteria messicano al Teatro Mediterraneo ha portato uno spettacolo di pura, raffinatissima, bellezza. Ai sensibili – cosa che accade raramente quando c'è di mezzo il jazz - sono sfuggite lacrime di emozione, assolutamente motivate.
Dedicato a Frida Kahlo (e alle sue doti di poetessa, meno note rispetto a quelle di artista), "Frida en silencio" ha messo attorno a un palco stelle internazionali virtuosissime: Varela alla macchina da scrivere, al canto e alla batteria; l'orgoglio barese Serena Brancale ancora al canto e alla poesia, la straordinaria ballerina di flamenco spagnola Cristina Benitez on stage, il portento brasiliano (12 album con Pino Daniele e diversi Grammy Awards alle spalle) Alfredo Paixao al basso, il cristallino tedesco (non ha esagerato il conduttore e critico musicale Aleste Ayroldi a definirlo genio) Florian Weber al pianoforte.
Vibrante, virtuosistico, eclettico, espressivo come la Kahlo meritava, l'atteso spettacolo non ha deluso le aspettative di chi immaginava qualcosa di davvero inedito dal connubio tra pittura sonora, flamenco e jazz.
Peccato solo per il pubblico ridotto, che non ha approfittato di una performance da accapponare la pelle per le emozioni, nonostante i quaranta gradi quasi a mezzanotte.
Chi vorrà potrà rifarsi ancora con l'ultima notte di talenti, sempre tra Anfiteatro e Trullo Verde, lunedì 7 agosto con un triplo spettacolo da "assumere" tutto d'un fiato, dalle 20:30 a notte fonda.
Sul palco prima il chitarrista Guido Di Leone con la sua Pocket Orchestra (Mike Rubini al sax alto, Francesco Lomangino al sax tenore e flauto, Alberto Di Leone alla tromba, Vito Andrea Morra al trombone, Gianluca Fraccalvieri al basso, Fabio Delle Foglie alla batteria, Enzo Falco alle percussioni) e Francesca Leone alla voce. Lo seguirà Nico Morelli, in un toccante tributo per piano solo al compianto musicista tranese Davide Santorsola. A chiudere in bellezza il Bisceglie Jazz festival sarà il funambolico Stanley Jordan, uno dei più virtuosi chitarristi al mondo, dalle ore 22:30 al Teatro Mediterraneo con Luca Alemanno al contrabbasso e ancora Mimmo Campanale alla batteria.