Biscegliese fermato a Terlizzi per sfruttamento della prostituzione

Il 60enne è stato sorpreso dagli agenti della Polizia Locale

domenica 1 aprile 2018 18.06
Non sarà proprio una storia romantica alla "Pretty Woman", eppure fa pensare alla trama di un film la vicenda del biscegliese C.G., 60enne, cliente abituale di una prostituta, "promosso" a maggiordomo.

L'uomo è stato fermato giovedì scorso alla periferia di Terlizzi, beccato dall'Unità Anti Prostituzione della Polizia Locale della città. L'accusa è di favoreggiamento della prostituzione. Con la propria autovettura, una Fiat 500, accompagnava ogni giorno due ragazze colombiane presso una roulotte in contrada Vigne Montane, sulla complanare della provinciale 231.

Il modus operandi è lo stesso di altri casi analoghi scoperti da queste parti: l'accompagnatore prendeva la ragazza a Bari e l'accompagnava al mattino nelle campagne di Terlizzi, per poi riprenderla la sera poco intorno alle ore 19.00 Ma non svolgeva solo un servizio taxi: C.G. provvedeva anche all'acquisto di acqua, fazzolettini e alimenti, come un vero e proprio assistente personale.

Il tutto per 30-50 euro al giorno e talvolta anche in cambio di compensi «in natura» come accertato dalla indagini. Gli agenti del servizio Anti Prostituzione hanno svolto diversi servizi di appostamento e documentato l'attività anche con materiale fotografico. Fermati anche alcuni clienti che hanno ammesso l'attività di meretricio.

Stando al racconto delle donne fermate, il biscegliese inizialmente era solo un cliente abituale. All'interrogatorio di garanzia l'arrestato si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani ha disposto per lui l'obbligo di dimora a Bisceglie.

«È il secondo arresto dall'inizio dell'anno effettuato da questa unità speciale della Polizia Locale» spiega il tenente colonnello Giovanni Di Capua «è un servizio di prevenzione del decoro necessario in una zona della città dove insistono anche residenze con minori e famiglie che spesso denunciano la gravità di certi atteggiamenti».