Boccia: «Il Governo vuole acqua privata, giù le mani dall'acquedotto»
«L'impugnazione della legge regionale è una prevaricazione»
giovedì 30 maggio 2024
8.08
«La scelta compiuta dal Consiglio dei ministri di impugnare la legge regionale che, dopo il referendum del 2011, ha garantito la gestione pubblica del servizio idrico, è gravissima e inaccettabile». Così in una nota il presidente dei senatori del PD, Francesco Boccia.
«Il Governo Meloni sta creando un disastro senza precedenti nei rapporti con la legislazione regionale impugnando la legge non per ragioni costituzionali, ma per interessi politici. Oggi si compie una grave prevaricazione non solo contro la Regione Puglia, ma contro tutti i pugliesi e i cittadini meridionali che usufruiscono dei servizi dell'ultimo grande acquedotto pubblico del sud. Il Ministro Calderoli ha fatto finta, in questi 19 mesi di governo, di non vedere norme chiaramente incostituzionali di Regioni di destra, ma di fronte all'acqua pubblica interviene a gamba tesa con la regia di palazzo Chigi e del Ministro agli affari europei, Raffaele Fitto. Dietro questa scelta del governo, giustificata da una deformata lettura delle regole comunitarie sulla concorrenza, c'è la volontà di mettere le mani e di privatizzare il servizi idrico pubblico. La destra già con il Governo Berlusconi e il Ministro Fitto ci avevano provato 20 anni fa e glielo impedimmo. E questi 20 anni ci hanno dato ragione! La gestione pubblica ha garantito efficienza, sostenibilità e equità, con tariffe contenute accessibili a famiglie e cittadini. L'atto del governo è una vera e propria provocazione per chi considera l'acqua un bene pubblico contro la quale ci mobiliteremo coinvolgendo enti locali, cittadini, associazioni».
«Il Governo Meloni sta creando un disastro senza precedenti nei rapporti con la legislazione regionale impugnando la legge non per ragioni costituzionali, ma per interessi politici. Oggi si compie una grave prevaricazione non solo contro la Regione Puglia, ma contro tutti i pugliesi e i cittadini meridionali che usufruiscono dei servizi dell'ultimo grande acquedotto pubblico del sud. Il Ministro Calderoli ha fatto finta, in questi 19 mesi di governo, di non vedere norme chiaramente incostituzionali di Regioni di destra, ma di fronte all'acqua pubblica interviene a gamba tesa con la regia di palazzo Chigi e del Ministro agli affari europei, Raffaele Fitto. Dietro questa scelta del governo, giustificata da una deformata lettura delle regole comunitarie sulla concorrenza, c'è la volontà di mettere le mani e di privatizzare il servizi idrico pubblico. La destra già con il Governo Berlusconi e il Ministro Fitto ci avevano provato 20 anni fa e glielo impedimmo. E questi 20 anni ci hanno dato ragione! La gestione pubblica ha garantito efficienza, sostenibilità e equità, con tariffe contenute accessibili a famiglie e cittadini. L'atto del governo è una vera e propria provocazione per chi considera l'acqua un bene pubblico contro la quale ci mobiliteremo coinvolgendo enti locali, cittadini, associazioni».