Intervista esclusiva a Francesco Boccia: «Questione punto nascita risolta in 48 ore. Consiglio all'amministrazione di mettere la sveglia ogni mattina alle 7»
L'economista e parlamentare dem: «Il bilancio del primo anno di amministrazione Angarano di centrodestra è fallimentare»
martedì 9 luglio 2019
23.45
«La chiusura del reparto di ostetricia e ginecologia e del punto nascita del "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie è stata scongiurata - come avevo già detto venerdì - nel giro di 48 ore grazie all'intervento politico della regione Puglia verso il ministero della salute». Francesco Boccia ha chiarito i termini di una vicenda che definisce chiusa. «Il nosocomio non si tocca e va rafforzato. Fine della storia» ha sottolineato in modo perentorio nell'intervista esclusiva rilasciata al nostro giornale.
«Come avevo anticipato dalle colonne di BisceglieViva, era un'interpretazione troppo statica e ottusa dei numeri del decreto ministeriale 70. È però evidente che ci sia stata una sottovalutazione del team» ha spiegato il parlamentare biscegliese del Partito Democratico, rimarcando: «La scelta di Emiliano di scrivere al ministero e chiedere formalmente una deroga è corretta. Penso si possa uscire definitivamente dal regime di deroghe per affermare che il punto nascita dell'ospedale di Bisceglie non solo non chiude ma è necessario impegnarsi affinché resti un punto fermo. Quei reparti hanno fatto fin troppo bene il loro lavoro: le nascite sono aumentate nel 2018, i parti cesarei sono diminuiti».
La valutazione di Boccia rispetto al comportamento delle forze politiche sul territorio riguardo la questione è molto severa: «La politica locale, a un certo punto, è stata folgorata sulla via dell'ospedale. Dal letargo generale di maggioranza e opposizione, all'improvviso si sono svegliati tutti. Consiglio all'amministrazione di mettere la sveglia ogni giorno alle 7:00, un po' prima del suono della sirena delle due torri, e di tenere quella sveglia sempre accesa, perché non è possibile scoprire i problemi solo quando questi vengono fuori» ha commentato.
«Ho scoperto, grazie a questo dibattito, che in Parlamento c'è l'onorevole Galizia del Movimento 5 Stelle, e che si è occupata del sottoscritto invece di risolvere. Non sapevo fosse in parlamento e ho saputo che non ha mai presentato una proposta di legge. Speriamo che nei prossimi mesi possa dare un contributo un po' più di qualità rispetto alle cose che ha fatto fino a questo momento».
Martedì 9 luglio, nel pomeriggio, si terrà un consiglio comunale monotematico sul caso ospedale: «Mi aspetterei un'attenzione al merito dal dibattito pubblico» ha aggiunto Boccia. «Il "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie è stato potenziato nelle sue dimensioni - stiamo parlando di un ospedale di base - e sarà mia cura impegnarmi con tutti i protagonisti per farlo crescere ulteriormente, ma bisogna indicare una rotta. Parlare all'improvviso del futuro di questa struttura sulla base di una notizia di stampa, salvo poi essere smentiti, diventa grottesco».
Riguardo le voci che si sono susseguite nelle ultime ore di una clamorosa chiusura dell'ospedale di Bisceglie, Boccia è stato categorico: «Chi l'ha detto ha pronunciato delle grandi panzane e delle falsità evidenti. Mi dispiace ne abbiano parlato anche dei consiglieri regionali. L'ospedale non solo non chiude ma si rafforza: il punto nascita era stato messo in discussione ma penso che l'azione decisa di comune accordo tra presidenza della regione e ministero della salute chiuda la vicenda».
Quanto alla prospettiva del nosocomio, l'economista e parlamentare biscegliese ha le idee chiare: «Il direttore generale Delle Donne sta svolgendo un buon lavoro. La rotta va indicata anche da chi lavora sui servizi di base e alla persona. Sarebbe interessante ascoltare l'indirizzo del consiglio comunale sulla direzione della sanità territoriale nei tempi del digitale in cui viviamo».
Valutazione negativa sull'atteggiamento dell'amministrazione comunale: «Ho la sensazione che stia segnando il passo. Non ha orizzonte, vive alla giornata e non è sufficiente il fatto che sia formata da persone perbene. Questa vicenda è l'ennesima conferma: se si vive alla giornata al limite ci si infervora per l'oggetto dell'emergenza ma poi la vicenda è stata risolta indipendentemente dall'azione di sindaco, giunta e maggioranza.
Bisceglie è finita in una terra di nessuno: un pezzo di amministrazione fa riferimento a Forza Italia, un altro è distante da quell'idea di vecchio centrodestra. Le elezioni europee sono state uno spartiacque. Mi auguro di vedere presto, a Bisceglie, una nuova classe dirigente all'opera per costruire un'alternativa di sinistra, di centrosinistra, moderna, così come stiamo facendo con Nicola Zingaretti in Italia».
«L'amministrazione Angarano non ha alcun futuro, perché condizionata dal centrodestra del passato. Consiglio al mio amico Angelantonio di tirare una linea e prendere atto che il primo anno è stato fallimentare. Auguro a lui e a questa città di cambiare rotta ma per farlo è necessario avere un orizzonte».
Tiene banco, in ambito nazionale, il confronto piuttosto aspro tra i due partner di governo sull'autonomia. Un tema che ha sollevato tensioni nella maggioranza: «Mi auguro che i "compagni" - li chiamo ancora così - ancora rimasti nel Movimento 5 Stelle capiscano che è arrivato il momento di "tornare a casa" mentre chi pensa di restare fra i pentastellati prenda atto che continuare a sostenere questo governo rafforza esclusivamente Salvini e staccare la spina sia la cosa migliore per l'Italia» ha affermato Boccia, annunciando un'interpellanza parlamentare in contrasto al prospetto di riforma delle autonomie locali promosso dalla Lega.
© riproduzione riservata
«Come avevo anticipato dalle colonne di BisceglieViva, era un'interpretazione troppo statica e ottusa dei numeri del decreto ministeriale 70. È però evidente che ci sia stata una sottovalutazione del team» ha spiegato il parlamentare biscegliese del Partito Democratico, rimarcando: «La scelta di Emiliano di scrivere al ministero e chiedere formalmente una deroga è corretta. Penso si possa uscire definitivamente dal regime di deroghe per affermare che il punto nascita dell'ospedale di Bisceglie non solo non chiude ma è necessario impegnarsi affinché resti un punto fermo. Quei reparti hanno fatto fin troppo bene il loro lavoro: le nascite sono aumentate nel 2018, i parti cesarei sono diminuiti».
La valutazione di Boccia rispetto al comportamento delle forze politiche sul territorio riguardo la questione è molto severa: «La politica locale, a un certo punto, è stata folgorata sulla via dell'ospedale. Dal letargo generale di maggioranza e opposizione, all'improvviso si sono svegliati tutti. Consiglio all'amministrazione di mettere la sveglia ogni giorno alle 7:00, un po' prima del suono della sirena delle due torri, e di tenere quella sveglia sempre accesa, perché non è possibile scoprire i problemi solo quando questi vengono fuori» ha commentato.
«Ho scoperto, grazie a questo dibattito, che in Parlamento c'è l'onorevole Galizia del Movimento 5 Stelle, e che si è occupata del sottoscritto invece di risolvere. Non sapevo fosse in parlamento e ho saputo che non ha mai presentato una proposta di legge. Speriamo che nei prossimi mesi possa dare un contributo un po' più di qualità rispetto alle cose che ha fatto fino a questo momento».
Martedì 9 luglio, nel pomeriggio, si terrà un consiglio comunale monotematico sul caso ospedale: «Mi aspetterei un'attenzione al merito dal dibattito pubblico» ha aggiunto Boccia. «Il "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie è stato potenziato nelle sue dimensioni - stiamo parlando di un ospedale di base - e sarà mia cura impegnarmi con tutti i protagonisti per farlo crescere ulteriormente, ma bisogna indicare una rotta. Parlare all'improvviso del futuro di questa struttura sulla base di una notizia di stampa, salvo poi essere smentiti, diventa grottesco».
Riguardo le voci che si sono susseguite nelle ultime ore di una clamorosa chiusura dell'ospedale di Bisceglie, Boccia è stato categorico: «Chi l'ha detto ha pronunciato delle grandi panzane e delle falsità evidenti. Mi dispiace ne abbiano parlato anche dei consiglieri regionali. L'ospedale non solo non chiude ma si rafforza: il punto nascita era stato messo in discussione ma penso che l'azione decisa di comune accordo tra presidenza della regione e ministero della salute chiuda la vicenda».
Quanto alla prospettiva del nosocomio, l'economista e parlamentare biscegliese ha le idee chiare: «Il direttore generale Delle Donne sta svolgendo un buon lavoro. La rotta va indicata anche da chi lavora sui servizi di base e alla persona. Sarebbe interessante ascoltare l'indirizzo del consiglio comunale sulla direzione della sanità territoriale nei tempi del digitale in cui viviamo».
Valutazione negativa sull'atteggiamento dell'amministrazione comunale: «Ho la sensazione che stia segnando il passo. Non ha orizzonte, vive alla giornata e non è sufficiente il fatto che sia formata da persone perbene. Questa vicenda è l'ennesima conferma: se si vive alla giornata al limite ci si infervora per l'oggetto dell'emergenza ma poi la vicenda è stata risolta indipendentemente dall'azione di sindaco, giunta e maggioranza.
Bisceglie è finita in una terra di nessuno: un pezzo di amministrazione fa riferimento a Forza Italia, un altro è distante da quell'idea di vecchio centrodestra. Le elezioni europee sono state uno spartiacque. Mi auguro di vedere presto, a Bisceglie, una nuova classe dirigente all'opera per costruire un'alternativa di sinistra, di centrosinistra, moderna, così come stiamo facendo con Nicola Zingaretti in Italia».
«L'amministrazione Angarano non ha alcun futuro, perché condizionata dal centrodestra del passato. Consiglio al mio amico Angelantonio di tirare una linea e prendere atto che il primo anno è stato fallimentare. Auguro a lui e a questa città di cambiare rotta ma per farlo è necessario avere un orizzonte».
Tiene banco, in ambito nazionale, il confronto piuttosto aspro tra i due partner di governo sull'autonomia. Un tema che ha sollevato tensioni nella maggioranza: «Mi auguro che i "compagni" - li chiamo ancora così - ancora rimasti nel Movimento 5 Stelle capiscano che è arrivato il momento di "tornare a casa" mentre chi pensa di restare fra i pentastellati prenda atto che continuare a sostenere questo governo rafforza esclusivamente Salvini e staccare la spina sia la cosa migliore per l'Italia» ha affermato Boccia, annunciando un'interpellanza parlamentare in contrasto al prospetto di riforma delle autonomie locali promosso dalla Lega.
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