Brusca frenata per il Pug, Sindaco e Giunta si dichiarano «incompatibili»
Angarano e gli assessori hanno comunicato al Segretario generale il «rischio di incorrere in potenziali conflitti di interessi»
venerdì 1 gennaio 2021
12.05
Tutti impossibilitati a partecipare a una specifica riunone di Giunta con all'esame la proposta di deliberazione necessaria a sottoporre il nuovo Piano urbanistico generale al successivo vaglio del consiglio comunale: motivo, la sussistenza di eventuali cause ostative all'adozione dell'atto. È l'inconsueta condizione nella quale, secondo quanto comunicato nelle scorse settimane da ciascuno dei diretti interessati al Segretario generale Rosa Arrivabene, ritengono di trovarsi il Sindaco Angelantonio Angarano e i 7 assessori del Comune di Bisceglie.
Gli amministratori, ai sensi dell'ex articolo 78, comma 2 del Decreto legislativo 267/2000, hanno messo nero su bianco il rischio di incorrere in potenziali conflitti di interessi rispetto ai contenuti del Pug. Un assessore, per esempio, ha indicato espressamente la presenza di un terreno di proprietà di suo cognato nell'area interessata da variazione delle destinazioni d'uso.
La Giunta, di conseguenza, ha preso atto dell'incompatibilità di massa con la delibera n° 322 del 30 dicembre. Una «situazione soggettiva» il cui effetto è «demandare agli uffici comunali ogni ulteriore adempimento necessario al completamento dell'iter procedurale per la formazione del Pug».
La normativa - una legge regionale del luglio 2001 - affida alla massima assise cittadina il compito di approvare il progetto definitivo del Piano urbanistico generale su proposta della Giunta. Le dichiarazioni di incompatibilità «facendo venir meno in maniera permanente il numero legale dell'organo collegiale» rendono in sostanza «impossibile l'adozione del necessario atto deliberativo propedeutico». Una brusca frenata per il Pug, le cui ripercussioni sul piano politico-amministrativo costituiscono il primo tema di dibattito del nuovo anno.
Gli amministratori, ai sensi dell'ex articolo 78, comma 2 del Decreto legislativo 267/2000, hanno messo nero su bianco il rischio di incorrere in potenziali conflitti di interessi rispetto ai contenuti del Pug. Un assessore, per esempio, ha indicato espressamente la presenza di un terreno di proprietà di suo cognato nell'area interessata da variazione delle destinazioni d'uso.
La Giunta, di conseguenza, ha preso atto dell'incompatibilità di massa con la delibera n° 322 del 30 dicembre. Una «situazione soggettiva» il cui effetto è «demandare agli uffici comunali ogni ulteriore adempimento necessario al completamento dell'iter procedurale per la formazione del Pug».
La normativa - una legge regionale del luglio 2001 - affida alla massima assise cittadina il compito di approvare il progetto definitivo del Piano urbanistico generale su proposta della Giunta. Le dichiarazioni di incompatibilità «facendo venir meno in maniera permanente il numero legale dell'organo collegiale» rendono in sostanza «impossibile l'adozione del necessario atto deliberativo propedeutico». Una brusca frenata per il Pug, le cui ripercussioni sul piano politico-amministrativo costituiscono il primo tema di dibattito del nuovo anno.