Venerdì a Palazzo Tupputi si dialoga su "Buonanotte mezzogiorno", spaccato senza sentimentalismi di un Sud che non ha visione
L'appuntamento è per le ore 19:00 con l'autore Onofrio Romano e Giuseppe Losapio
venerdì 12 maggio 2017
10.35
Nuovo appuntamento con la rassegna TupputIncontri. Venerdì 12 maggio, alle ore 19:00, presso il laboratorio urbano di Palazzo Tupputi si terrà una conversazione su "Buonanotte Mezzogiorno - Economia, immaginario e classi dirigenti nel Sud della crisi". L'autore Onofrio Romano converserà con Giuseppe Losapio.
Il libro, edito da Carocci e scritto a quattro mani da Romano con Daniele Petrosino, è frutto di una lunga ricerca corale condotta dalle Università degli studi di Bari, di Messina e del Salento. Lo spaccato sincero, senza alcuna concessione al sentimento di appartenenza, di una lunga stagione di politiche rivolte al Mezzogiorno. Partendo dalla constatazione che il sud è praticamente sottratto alla lente d'ingrandimento dei media nazionali, il volume critica i tentativi di controbilanciamento avviati negli ultimi anni attraverso forme di autorappresentazione (soprattutto nell'ambito dello spettacolo) che a giudizio degli estensori del testo non contribuirebbero alla costruzione di un punto di vista autonomo. Quanto alla classe dirigente delle nostre regioni, che pur sembrano riconoscere il fallimento, il loro atteggiamento non è conseguenziale. Per gli autori del libro, la crisi di "visione" precede e consolida la crisi reale.
Il libro, edito da Carocci e scritto a quattro mani da Romano con Daniele Petrosino, è frutto di una lunga ricerca corale condotta dalle Università degli studi di Bari, di Messina e del Salento. Lo spaccato sincero, senza alcuna concessione al sentimento di appartenenza, di una lunga stagione di politiche rivolte al Mezzogiorno. Partendo dalla constatazione che il sud è praticamente sottratto alla lente d'ingrandimento dei media nazionali, il volume critica i tentativi di controbilanciamento avviati negli ultimi anni attraverso forme di autorappresentazione (soprattutto nell'ambito dello spettacolo) che a giudizio degli estensori del testo non contribuirebbero alla costruzione di un punto di vista autonomo. Quanto alla classe dirigente delle nostre regioni, che pur sembrano riconoscere il fallimento, il loro atteggiamento non è conseguenziale. Per gli autori del libro, la crisi di "visione" precede e consolida la crisi reale.