Cartoline dal Giappone, ultima tappa

Considerazioni finali prima del ritorno a Bisceglie

martedì 16 gennaio 2018 10.05
A cura di Antonio Marzano
Ultimo giorno di Giappone per noi.
Mi sono rivolto alla guida Naro e gli ho detto: «Posso farle una domanda indiscreta, sempre che lei voglia rispondermi?»
Ho dato per scontato di si e gli ho detto cosa in quel momento pensavo.
«Eravamo alleati nell'Asse nella seconda guerra mondiale ed abbiamo perso. La Germania è diventata la prima nazione d'Europa, il Giappone è solo da qualche anno la terza al mondo, dopo essere stata seconda per 60 anni e l'Italia... ultima».

Mi ha guardato. Naro parla benissimo l'italiano.
«Il nostro popolo è cordiale ed educato, - mi risponde - possiede orgoglio e amore per la patria e l'Imperatore. Il Giappone ha inteso che doveva mettersi in ginocchio e cominciare tutto da zero. Gli americani hanno distrutto tutte le statue dei nostri eroi, hanno distrutto le città, Tokyo è stata bombardata e ribombardata. Hanno distrutto la nostra civiltà antica, hanno contaminato il nostro mondo che non esiste più, ma non hanno potuto distruggere il nostro orgoglio, la nostra voglia di riscatto. Gli americani hanno alimentato il nostro rancore, ma noi giapponesi l'abbiamo canalizzato con energia nel lavoro, nella onestà, nella volontà di rialzare la schiena».

Credo che non dimenticherò più le sue parole e spero possano essere d'aiuto a qualcuno.
Abbiamo ancora una possibilità di riscattarci dalla figura che noi italiani facciamo all'estero.. E non con le parole ma con i fatti e quelli veri, per allontanare definitivamente lo spettro della mediocrità.

In Giappone, in tutte le città che ho visitato e cioè Tokyo, Kyoto, Nara, Kobe, Hiroshima, ho visto solo auto giapponesi e tedesche.
In Italia quando in autostrada raggiungo Trieste e vedo solo auto tedesche e giapponesi. Secondo voi, perché?