"Casa Barbiana", un nuovo progetto Caritas è realtà

Venerdì l'inaugurazione della casa alloggio ricavato all'interno dell'ex convento dei Cappuccini

martedì 5 ottobre 2021
Venerdì 8 ottobre, alle 17:30, si terrà l'inaugurazione di "Casa Barbiana", ennesima concretizzazione di un progetto promosso dalla Caritas di Bisceglie. Una casa alloggio all'interno del complesso dei Cappuccini, in via professor Mauro Terlizzi, da alcuni anni tornato nelle disponibilità dell'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie. La struttura, dotata di 11 stanze, bagni, cucina, sala da pranzo e stanza di comunità, sarà gestita da Caritas Bisceglie (referente Sergio Ruggieri) in collaborazione con la cooperativa "Mi stai a cuore" presieduta da Carmine Panico.

Il progetto, sostenuto dal fondo 8xmille Cei e dall'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, mira all'accoglienza di quanti si trovano in situazione di marginalità, all'accompagnamento verso l'uscita da tale stato e al recupero di una condotta di vita sana, fortemente orientata verso una propria autonomia.

Il principio "I care", letteralmente «Mi importa, ho a cuore», adottato da don Milani nella sua scuola, guiderà tutti gli operatori della cooperativa sociale ed i volontari della Caritas impegnati nel progetto: come la cura educativa orientata a promuovere sollecitudine attenta e rispettosa dell'altro era alla base dell'operato nella Scuola di Barbiana, così sarà sollecitata una presa di coscienza civile e sociale nella casa-alloggio.

Il progetto "Casa Barbiana" si rivolge a 10/15 maggiorenni, italiani e stranieri, in forte disagio sociale e condizione di vulnerabilità sociale, senza dimora, in particolare donne e coppie con bambini in cerca di accoglienza temporanea. La Casa vuole essere un luogo di incontro ed accompagnamento degli ospiti verso la ripresa della fiducia in se stessi in primis e verso la società in generale.
Saranno prese in considerazione segnalazioni dei Centri d'ascolto parrocchiali, dell'assessorato al welfare del Comune di Bisceglie o della Bat, dell'ufficio esecuzione penale esterna, con le quali saranno stipulate delle convenzioni.

Un preciso protocollo sarà seguito prima dell'accesso alla Casa: ascolto da parte di una équipe formata da psicologo ed assistente sociale, colloqui ed osservazione della persona individuata che accetterà un progetto educativo concordato e stilato ad hoc per lei/lui.
La permanenza nella struttura è prevista per un massimo di sei mesi, prorogabili in base al Piano educativo individualizzato, prevede l'accompagnamento dell'ospite in un percorso di sostegno psicologico e di orientamento sul territorio e al lavoro.

«Siamo convinti che anche in questa nuova sfida non mancherà l'appoggio di volontari e sostenitori che permetterà di aiutare i fratelli in difficoltà» hanno sottolineato dalla Caritas. «È solo attraverso la solidarietà di quanti dedicano gratuitamente la loro opera, il loro tempo e la loro attenzione, che riusciamo nel nostro piccolo a far sentire meno soli quanti sono in difficoltà».