"Cavallo di ritorno" ai danni di un anziano biscegliese, due arresti
Il provvedimento è stato confermato in Cassazione
mercoledì 29 giugno 2022
14.17
Due soggetti originari di Andria, già noti alle forze dell'ordine, sono stati arrestati con l'accusa di estorsione ai danni di un anziano di Bisceglie, al quale era stata sottratta l'auto.
I fatti risalgono al 27 maggio 2020, quando i due individui, insieme a un terzo complice, si sarebbero impossessati della Ford Fusion di proprietà di un biscegliese, usando successivamente violenza e minaccia nei confronti dei familiari della vittima e chiedendo la somma di 1500 euro per la restituzione del veicolo, secondo il meccanismo del "Cavallo di ritorno". Le indagini, svolte nell'immediatezza dai Carabinieri della Tenenza di Bisceglie, permisero di arrestare il terzo uomo coinvolto nella flagranza del reato di estorsione mentre i due complici, approfittando della concitazione del momento, riuscirono a dileguarsi.
I militari dell'Arma, a seguito di minuziose indagini svolte con il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Trani, erano riusciti a documentare - attraverso attività tecnica e ulteriori accurati accertamenti - la responsabilità anche dei due soggetti fuggiti, i quali avrebbero concorso nel furto della vettura avanzando richieste estorsive per ottenere un compenso in cambio della restituzione del bene all'anziana vittima biscegliese.
Il Giudice per le indagini preliminari, però, ha disatteso la richiesta di misura cautelare della custodia in carcere avanzata dal pubblico ministero di Trani nei confronti dei due pregiudicati, avendo ritenuto inutilizzabili i risultati delle intercettazioni nel corso delle quali essi erano indicati dal terzo complice come concorrenti nel reato.
La terza sezione penale del Tribunale di Bari, in funzione di Appello, ha invece accolto la richiesta di piena utilizzabilità delle intercettazioni per delineare i gravi indizi di colpevolezza a carico dei due soggetti.I Carabinieri, quindi, nei giorni scorsi hanno provveduto ad eseguire la misura cautelare della custodia in carcere, sulla cui definitività si è pronunciata la Corte di Cassazione e i due andriesi, al termine delle formalità di rito, sono stati condotti in carcere a Trani a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.
Entrambi dovranno rispondere del reato di estorsione.
I fatti risalgono al 27 maggio 2020, quando i due individui, insieme a un terzo complice, si sarebbero impossessati della Ford Fusion di proprietà di un biscegliese, usando successivamente violenza e minaccia nei confronti dei familiari della vittima e chiedendo la somma di 1500 euro per la restituzione del veicolo, secondo il meccanismo del "Cavallo di ritorno". Le indagini, svolte nell'immediatezza dai Carabinieri della Tenenza di Bisceglie, permisero di arrestare il terzo uomo coinvolto nella flagranza del reato di estorsione mentre i due complici, approfittando della concitazione del momento, riuscirono a dileguarsi.
I militari dell'Arma, a seguito di minuziose indagini svolte con il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Trani, erano riusciti a documentare - attraverso attività tecnica e ulteriori accurati accertamenti - la responsabilità anche dei due soggetti fuggiti, i quali avrebbero concorso nel furto della vettura avanzando richieste estorsive per ottenere un compenso in cambio della restituzione del bene all'anziana vittima biscegliese.
Il Giudice per le indagini preliminari, però, ha disatteso la richiesta di misura cautelare della custodia in carcere avanzata dal pubblico ministero di Trani nei confronti dei due pregiudicati, avendo ritenuto inutilizzabili i risultati delle intercettazioni nel corso delle quali essi erano indicati dal terzo complice come concorrenti nel reato.
La terza sezione penale del Tribunale di Bari, in funzione di Appello, ha invece accolto la richiesta di piena utilizzabilità delle intercettazioni per delineare i gravi indizi di colpevolezza a carico dei due soggetti.I Carabinieri, quindi, nei giorni scorsi hanno provveduto ad eseguire la misura cautelare della custodia in carcere, sulla cui definitività si è pronunciata la Corte di Cassazione e i due andriesi, al termine delle formalità di rito, sono stati condotti in carcere a Trani a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.
Entrambi dovranno rispondere del reato di estorsione.