Cittadini e tecnologia, quanto siamo connessi?
L’Istat ha fornito dati molto significativi sul divario tra nord e sud del paese nello sviluppo digitale
mercoledì 15 aprile 2020
11.04
È partita, da diverse settimane, la didattica a distanza: i docenti, dovranno proseguire con le lezioni online fino al termine dell'anno scolastico.
Alunni, ma soprattutto genitori, traboccanti di buona volontà hanno iniziato a sincerarsi su come utilizzare le piattaforme didattiche, delizia per gli smanettoni tanto quanto croce per chi non possiede gli strumenti adeguati e soprattutto fatica ad assicurarsi una connessione stabile. L'emergenza Coronavirus ha sicuramente messo a nudo i punti deboli di un'Italia che deve ancora compiere importanti passi in avanti per conformarsi al processo di informatizzazione del pianeta.
La pandemia ha accelerato questo processo affidando di fatto l'istruzione alla rete, ma purtroppo è evidente che non tutti abbiano a disposizione gli strumenti tecnologici adatti per stare a passo coi ritmi. Un limite, per molte famiglie, è il numero ridotto di pc (non sono poche quelle in cui se ne possiede solo uno) e smartphone.
Il rapporto dell'Istat riguardante il biennio 2018-2019 fotografa un'Italia con evidenti gap che rendono complicato lavorare e seguire le lezioni all'interno delle mura domestiche. Il divario fra nord e sud, anche in questo caso specifico, è sensibile: il Paese, dunque, corre a due velocità, basti pensare che, secondo i dati, nel Mezzogiorno la quota di famiglie senza computer supera il 41%, con Calabria e Sicilia in testa (rispettivamente 46% e 44.4%). In Puglia non va certo meglio: il 43% delle famiglie, secondo le analisi dell'istituto statistico delle famiglie, non disporrebbe di pc o tablet. Si evince, inoltre, che più del 60% tra bambini e ragazzi condivide uno strumento con altri componenti del nucleo familiare, il che rende la didattica a distanza poco gestibile nel caso di diverse necessità tra fratelli e sorelle iscritti a diversi cicli scolastici.
I dati identificano una grande spaccatura: moltissimi studenti, a causa della mancanza di strumenti tecnologici o alle difficoltà di connessione, arrancano. L'emergenza non si sa quando avrà fine ma in questa fase uno degli obiettivi dev'essere quello di non lasciare indietro gli alunni meno attrezzati.
Alunni, ma soprattutto genitori, traboccanti di buona volontà hanno iniziato a sincerarsi su come utilizzare le piattaforme didattiche, delizia per gli smanettoni tanto quanto croce per chi non possiede gli strumenti adeguati e soprattutto fatica ad assicurarsi una connessione stabile. L'emergenza Coronavirus ha sicuramente messo a nudo i punti deboli di un'Italia che deve ancora compiere importanti passi in avanti per conformarsi al processo di informatizzazione del pianeta.
La pandemia ha accelerato questo processo affidando di fatto l'istruzione alla rete, ma purtroppo è evidente che non tutti abbiano a disposizione gli strumenti tecnologici adatti per stare a passo coi ritmi. Un limite, per molte famiglie, è il numero ridotto di pc (non sono poche quelle in cui se ne possiede solo uno) e smartphone.
Il rapporto dell'Istat riguardante il biennio 2018-2019 fotografa un'Italia con evidenti gap che rendono complicato lavorare e seguire le lezioni all'interno delle mura domestiche. Il divario fra nord e sud, anche in questo caso specifico, è sensibile: il Paese, dunque, corre a due velocità, basti pensare che, secondo i dati, nel Mezzogiorno la quota di famiglie senza computer supera il 41%, con Calabria e Sicilia in testa (rispettivamente 46% e 44.4%). In Puglia non va certo meglio: il 43% delle famiglie, secondo le analisi dell'istituto statistico delle famiglie, non disporrebbe di pc o tablet. Si evince, inoltre, che più del 60% tra bambini e ragazzi condivide uno strumento con altri componenti del nucleo familiare, il che rende la didattica a distanza poco gestibile nel caso di diverse necessità tra fratelli e sorelle iscritti a diversi cicli scolastici.
I dati identificano una grande spaccatura: moltissimi studenti, a causa della mancanza di strumenti tecnologici o alle difficoltà di connessione, arrancano. L'emergenza non si sa quando avrà fine ma in questa fase uno degli obiettivi dev'essere quello di non lasciare indietro gli alunni meno attrezzati.