Collettivo per le questioni di genere, «Cruciani a Bisceglie, simbolo di valori che non condividiamo»

«Cruciani banalizza l’emancipazione femminile a delle lotte lotte anti-maschio. Come può rappresentare uno stimolo culturale per Bisceglie?»

domenica 1 settembre 2024 11.29
Leggere nel programma di Libri nel Borgo Antico 2024, uno degli eventi di punta del cartellone estivo della nostra città, il nome di Giuseppe Cruciani non è stato affatto semplice. Il giornalista, conduttore radiofonico della trasmissione "La Zanzara" rappresenta un giornalismo d'intrattenimento contraddistinto da una dialettica volgare e di incitamento all'odio verso le soggettività marginalizzate. Non staremo più in silenzio quando ci sarà da alzare la voce per controbattere chi, come Cruciani, banalizza l'emancipazione femminile a delle lotte lotte anti-maschio e svilisce il riconoscimento delle minoranze etniche, di genere, religiose, politiche, e per la giustizia sociale, anche attraverso un uso più inclusivo del linguaggio ad una chiacchiera da bar. Giuseppe Cruciani ha sempre deriso il femminismo ed il transfemminismo, le lotte per l'emancipazione e soprattutto stigmatizza chi cerca di smuovere le coscienze circa la decostruzione relativa alla cultura patriarcale, anche in presenza del gravissimo fenomeno del femminicidio in una Italia che continua a piangere donne innocenti.

Ci sorprende la presenza di tale personaggio nella stessa piazza e sullo stesso palco e a poche ore di distanza dalla presentazione di Gino Cecchettin, simbolo di accoglienza, rispetto istituzionale, educazione verso i più giovani, consapevolezza e decostruzione. Proprio contro la famiglia Cecchettin, ricordiamo, il conduttore radiofonico si è manifestato in una delle sue uscite più infelici e sgradevoli, in un'intervista realizzata dal giornalista Nicola Porro carico d'odio. Mentre Gino Cecchettin, come peraltro ribadito nel suo intervento sul palco di Libri del Borgo Antico in piazza Castello a Bisceglie e calorosamente applaudito e apprezzato dal pubblico presente, affrontava come le malignità del patriarcato si nascondono anche nel linguaggio comune, il conduttore radiofonico inveiva:

«Questa è la volontà di distruggere la lingua italiana, di pensare che queste espressioni, che spesso sono innocenti, non sono espressioni violente». E quando, il suo duale Porro gli chiede se effettivamente quelle frasi sono figlie di una società patriarcale, Cruciani rincara la dose: «Questo posso dire che, anche se lo ha detto Cecchettin, è una stronzata. Non c'entra nulla l'utilizzare le espressioni "la mia donna" e "il mio uomo". Sono espressioni innocenti, che usiamo nel quotidiano. Lo usano anche le donne».

Riconosciamo all'Associazione Libri nel Borgo Antico di aver saputo costruire nel tempo una importante e sentita manifestazione culturale a Bisceglie, di aver sempre dimostrato di avere a cuore la crescita del territorio e il rispetto dei valori costitutivi di una comunità, anche complessa come quella della nostra città, e soprattutto di dimostrare grande attenzione nei confronti dei più giovani. Ci chiediamo dunque come un soggetto così apertamente distante da qualsiasi percorso educativo, principale protagonista di un format caratterizzato dalla discussione di argomenti provocatori (in particolare in ambito erotico per strizzare l'occhio al classico ascoltatore medio) e dall'ampio uso disinvolto di linguaggio colorito, volgarità, insulti e minacce, possa costituire un intrattenimento intelligente o uno stimolo culturale per una città, Bisceglie, che cerca sempre di aggiornarsi e di fare sue, grazie alle associazioni presenti sul territorio, tra le quali - ribadiamo - ci piace annoverare anche Libri nel Borgo Antico, le battaglie che chiedono la tutela dei diritti umani.

Viva il politicamente corretto, che tutela dal bullismo giornalistico attuato da personaggi come Cruciani.

E, con umiltà, presentiamo un altro appello all'associazione Libri nel Borgo Antico, affinché si possa rafforzare quella crescita culturale del paese a cui tutti siamo appassionati. E siamo certi che la presidente Alessandra Di Pierro capirà la profondità del nostro suggerimento e lo accoglierà sin dalla prossima edizione.

C'è da avviare un percorso di decostruzione anche nell'ambito della rappresentanza delle persone socializzate donne e non solo anche sui grandi palchi. Diamo finalmente e con consapevolezza il meritato spazio anche a persone socializzate donne o appartenenti alla comunità LGBTQIA+ che ogni giorno, con il loro valore e con la loro attività, rendono il nostro paese migliore. E quindi, l'anno prossimo apriamo il palco principale della rassegna, quello in Largo Castello, anche alle migliori persone autrici del territorio, tenendo a mente la percentuale di rappresentanza di genere, perché quello spazio se lo meritano e se lo sono guadagnati pur partendo da posizioni di svantaggio. Perché, presidente Alessandra Di Pierro il fatto che su quel palco per la prima serata e per la serata finale non sia presente nemmeno persona socializzata come donna, o appartenente alla comunità LGBTQIA+ per la presentazione di un proprio scritto, stride fortemente con la realtà di tutti i giorni.

Ora e sempre Towanda!