Raccolta differenziata, Consiglio: «Siamo riusciti a mantenere una percentuale discreta»

Pubblicato l’annuale report di Legambiente sulla raccolta differenziata in puglia. Il posizionamento di Bisceglie

venerdì 19 gennaio 2024 18.27
A cura di Luca Di Terlizzi
Si è da poco conclusa la terza edizione dell'Ecoforum Puglia, intitolata "Economia Circolare - lavori in corso", organizzata da Legambiente con il patrocinio dell'Assessorato all'ambiente della Regione Puglia e la collaborazione di Acquedotto Pugliese.

Durante l'evento è stato presentato il dossier "Comuni Ricicloni Puglia", un'occasione per un confronto tra consorzi di filiera, associazioni di categoria, imprese, enti di ricerca ed esperti di settore con l'obiettivo di supportare i comuni nella ricerca delle migliori soluzioni per l'implementazione della raccolta differenziata.

L'economia circolare è un concetto fondamentale per affrontare le sfide ambientali e promuovere un modello di sviluppo sostenibile. L'obiettivo è quello di ridurre al minimo la produzione di rifiuti e di sfruttare al massimo le risorse disponibili attraverso il riciclo, il riutilizzo e la riduzione del consumo di materie prime. Questo approccio consente di limitare l'impatto ambientale e di creare nuove opportunità economiche.

I Comuni Ricicloni Puglia

Secondo il recente rapporto di Legambiente, la Puglia si trova tra le regioni con la percentuale di raccolta differenziata più bassa in Italia, con una media del 58,6%. Solo Molise, Liguria, Campania, Lazio, Calabria e Sicilia fanno peggio. Nonostante ciò, molti comuni pugliesi stanno facendo importanti progressi nella raccolta differenziata.

Il dossier ha individuato alcuni comuni pugliesi che si sono distinti per i loro risultati nella raccolta differenziata. Questi comuni sono riusciti a superare l'obiettivo minimo del 65% di raccolta differenziata (RD) e a contenere il conferimento di rifiuti indifferenziati al di sotto dei 75 kg pro capite all'anno.

Per quanto riguarda i comuni capoluogo, solo Trani supera la soglia del 75% di raccolta differenziata, con una percentuale del 75,3%. Al di sopra del 65% si posizionano Lecce con il 67,6% di raccolta differenziata (un incremento del 3,3% rispetto all'anno precedente) e Barletta con il 67,5%. Poco sotto la soglia del 65% con il 61,7% di raccolta differenziata si trova Andria.

Al contrario, Brindisi registra una percentuale di raccolta differenziata del 43,5%, mentre Bari ha una percentuale del 39,7% di raccolta differenziata (con 333,2 kg di secco per abitante/anno conferito) pro capite all'anno. Fanalini di coda si attestano Taranto al 27,4% di raccolta differenziata e, infine, Foggia con una percentuale di raccolta differenziata del 17,3%.

La situazione a Bisceglie

Per quanto riguarda il comune di Bisceglie, nel 2022 l'indice RD è pari al 65,05%, segnando l'1,5% in meno rispetto l'anno precedente, con 159.7 kg di rifiuti indifferenziati pro capite. È fondamentale l'impegno delle amministrazioni nel rimodulare i servizi offerti in modo da garantire il risultato. A riguardo, l'assessore all'igiene Angelo Consiglio ha dichiarato: «Siamo riusciti a mantenere una percentuale discreta di raccolta differenziata. Da giugno è partito il nuovo gestore del dell'igiene urbana sul nostro territorio con il quale stiamo attivando forme sperimentali come, ad esempio, nella 167 un progetto per testare la tariffazione puntuale con l'obiettivo proprio di incrementare la percentuale di raccolta differenziata».

Puntuale anche il monito dell'assessore sull'intensificazione delle attività di controllo coordinate con il comando della polizia municipale e l'azienda per l'igiene urbana: «C'è un abuso e un cattivo conferimento da parte di parte della cittadinanza che, di fatto, danneggiano un po' tutti quanti – ha aggiunto l'assessore, concludendo con l'impegno del Comune sulla gestione della problematicità —. È una situazione veramente in divenire, difficile a livello regionale che naturalmente, se non si consolida a livello comunale con una migliore raccolta differenziata e un ottenimento di ricavi dalla vendita dalla raccolta differenziata su delle varie frazioni, può produrre sicuramente danni alle tasche dei cittadini con l'ipotesi di un aumento della Tari».