Confermati gli arresti domiciliari per Capristo

Il legale dell'ex procuratore di Trani ora si rivolgerà al Tribunale del riesame

sabato 6 giugno 2020 16.00
Carlo Maria Capristo, procuratore della Repubblica di Taranto, resterà agli arresti domiciliari. Lo ha stabilito Antonello Amodeo, giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Potenza, respingendo la richiesta di revoca della misura cautelare cui l'ex capo della Procura di Trani è sottoposto dal 19 maggio scorso con l'accusa di tentata induzione indebita a dare o promettere utilità in concorso col suo autista, l'ispettore di polizia Michele Scivittaro e i tre imprenditori Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo, tutti bitontini.

Capristo, in servizio a Trani fino al 2016, è accusato di aver esercitato forti pressioni sulla giovane pm Silvia Curione, di modo che perseguisse un uomo denunciato per usura dai fratelli Mancazzo. Interrogato per un'ora dal gip potentino, l'indagato ha respinto tutti gli addebiti dichiarando di non essere a conoscenza del tentativo di orientare l'inchiesta, che secondo quanto ritenuto dagli inquirenti sarebbe stato perpetrato da Scivittaro nell'aprile del 2018 nel corso di un colloquio con Curione, sulla cui testimonianza è basata buona parte dell'impianto accusatorio.

La chiave di volta per le pressioni sulla giovane pm sarebbe nelle potenziali ritorsioni ai danni del marito Lanfranco Marazia, all'epoca dei fatti contestati sostituto procuratore a Taranto sotto la guida di Capristo ma ora in servizio a Bari.

Tra gli indagati anche l'ex procuratore di Trani Antonino Di Maio, accusato di abuso d'ufficio e favoreggiamento: secondo la tesi della Procura di Potenza, non avrebbe indagato sul conto di Capristo dopo aver ricevuto la relazione con cui Silvia Curione ha svelato quanto raccontato, in seguito, anche ai giudici lucani.

Il legale di Capristo, Angela Pignatari, ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari al Tribunale del riesame, che dovrà pronunciarsi in seguito. L'ex procuratore di Trani, nei giorni scorsi, ha presentato domanda di pensionamento. Un'altra accusa pendente nei confronti suoi e di Scivittaro - relativa a un filone separato dell'indagine - è quella di truffa aggravata e falso, per aver falsificato gli statini di presenza dell'ispettore a Taranto e straordinari che in realtà non sarebbero mai stati effettuati.