Consiglio comunale, passa all'unanimità la mozione "Stop tampon tax"

Angarano: «È una battaglia di civiltà, equità fiscale, uguaglianza, con importanti ricadute sul piano culturale e sulla salute delle donne»

sabato 2 ottobre 2021
È stata approvata all'unanimità, nel corso della riunione di mercoledì 29 settembre del consiglio comunale di Bisceglie, una mozione in favore della riduzione dell'Iva sui prodotti igienico sanitari femminili. Il punto è stato portato all'ordine del giorno su sollecitazione dell'esponente di maggioranza Peppo Ruggieri, che ha illustrato la proposta sulla base degli inviti rivolti da Anci Puglia e da Rosa Barone, assessore regionale al welfare.

La massima assise cittadina ha quindi aderito al movimento nazionale "Stop tampon tax", condividendone gli obiettivi, impegnando il Comune «ad intraprendere ogni iniziativa ritenuta opportuna per sensibilizzare la cittadinanza e gli operatori commerciali sull'argomento e sulla campagna "Stop tampon tax"» e «sollecitando il Governo ed il Parlamento - competenti in materia - a prevedere un'immediata riduzione dell'aliquota, attualmente al 22%, per arrivare poi alla totale detassazione dei beni essenziali alla salute ed all'igiene femminile e dei pannolini per bambini (quest'ultimo aspetto dei pannolini integrato accogliendo un emendamento dell'opposizione)».

Nel deliberato è chiesto alla Regione Puglia «di affrontare ed approfondire il fenomeno della "povertà mestruale", anche, eventualmente, attraverso uno studio qualitativo delle fasce economicamente a rischio, e prevedere un piano di agevolazioni economiche per l'acquisto di prodotti sanitari e igienici femminili per le fasce più deboli» e al Comune di Bisceglie di «favorire l'installazione di distributori di prodotti igienico-sanitario femminili a prezzo agevolato secondo la campagna "Stop tampon tax" nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, attraverso apposite convenzioni con le farmacie cittadine o altri operatori commerciali».

Il Sindaco Angelantonio Angarano ha commentato: «Non è concepibile che i prodotti igienici femminili essenziali durante il ciclo mestruale (come assorbenti interni, esterni, coppette mestruali) siano paragonabili a beni di lusso e abbiano l'Iva al 22%. È il caso che, come sta avvenendo in tutta Europa e in tutto il mondo, si riduca e progressivamente elimini l'Iva su questi presidi di prima necessità facendo fronte alla cosiddetta "period poverty", l'impossibilità economica di potersi garantire un'igiene adeguata durante tutto il periodo mestruale attraverso appositi dispositivi sanitari. È una battaglia di civiltà, equità fiscale, uguaglianza, con importanti ricadute sul piano culturale e sulla salute delle donne».