Consiglio comunale riaggiornato, pesanti critiche delle opposizioni
Pd: «Teatro dell'assurdo». Spina: «Angarano si rivolga alla Corte dei conti». Russo: «Continuare così è dannoso per la città». 5 Stelle: «Non c'è una maggioranza solida»
giovedì 9 luglio 2020
10.41
Coro di forti critiche all'indirizzo dell'amministrazione a seguito di quanto accaduto martedì 7 luglio nel corso della riunione del consiglio comunale di Bisceglie, aggiornata a giovedì 9 (ore 16:30) senza che fosse approvato alcuno dei punti all'ordine del giorno eccetto la mozione di sostegno a Chico Forti.
«Sembrava di assistere al teatro dell'assurdo» è quanto riportato in una nota della segreteria cittadina del Partito Democratico. «Il momento più alto è stato raggiunto con l'intervento del presidente del consiglio comunale che da una parte rimproverava l'amministrazione tacciandola di incapacità e dall'altra manteneva il numero legale con la sua presenza» hanno osservato i dem.
«A Palazzo di Città esiste ancora una maggioranza? Per l'ennesima volta sono stati ritirati i punti all'ordine del giorno: chi pagherà i danni?» hanno aggiunto. «Il trasporto pubblico è inesistente, la città è sporca, i commercianti non hanno risposte, gli imprenditori sono in perenne attesa, mancano i servizi. Bisceglie non merita tutto questo» hanno sottolineato, esortando i rappresentanti a dimettersi: «Andate a casa e ridiamo la parola ai cittadini; gli stessi cittadini, da voi mai ascoltati, che col loro voto sapranno rimettere Bisceglie sulla dritta via».
Pesante il giudizio dell'ex Sindaco Francesco Spina sui fatti di martedì: «Quattro assenti nelle fila della maggioranza e la mancanza di pareri obbligatori hanno costretto Angarano & company alla ritirata» ha affermato. «I 25 debiti fuori bilancio, assenti tutti i dirigenti, sono stati rinviati con ulteriori rischi di aggravare i danni economici già prodotti alle casse comunali dai pignoramenti in corso, dovuti ai ritardi amministrativi e al fatto che non si sono riconosciuti i debiti del 2018 e 2019 con i bilanci di competenza di quegli anni, e lo si fa ora dopo un anno di ritardo con i fondi 2020 (una grave distorsione dei principi di competenza e trasparenza degli atti di bilancio comunali con cui si vorrebbe coprire lo squilibrio finanziario del 2019)» ha spiegato il consigliere di minoranza.
«Ho consigliato ad Angarano di chiedere un parere alla sezione consultiva della Corte dei Conti: non lo farà perché è certo di votare atti per i quali tutta la maggioranza, in questi giorni, ha rinnovato polizza assicurativa per i danni da responsabilità erariale. Non sanno questi consiglieri che le polizze, quando si può essere in dolo (conoscendo la criticità di questi atti), non rimborsano i danni arrecati alle casse comunali?» ha concluso.
Severo anche Alfonso Russo, componente del gruppo Nelmodogiusto: «Ormai non conviene più raccontare l'ennesima barzelletta del consiglio comunale, costretto a un ulteriore rinvio. Nei preliminari ho evidenziato quello che molta gente mi ha chiesto rispetto a isole mobili e questione cimitero.
La maggioranza ha molti problemi di tenuta ed è in difficoltà nel rapporto con l'azienda di raccolta rifiuti. Onestamente credo che continuare così significhi solo arrecare danno alla città».
Duro attacco dal Movimento 5 Stelle: «La maggioranza di Angarano pare ormai vittima di veti incrociati e di una profonda debolezza politica. Il consiglio comunale di martedì è stato la prova lampante dello stato comatoso in cui versa la Giunta Angarano senza più una maggioranza solida a sostenerla» hanno sostenuto i pentastellati.
«E in questa anarchia politico-amministrativa, la città langue. L'igiene urbana è una chimera, il rispetto dei più basilari principi di legalità, presidio del territorio e trasparenza sono un lontanissimo ritornello da campagna elettorale, la programmazione finanziaria ed economica un ricordo che si perde nel tempo visto che si va avanti a spron battuto solo con l'approvazione dei debiti fuori bilancio. Lo slogan della svolta è ormai "fuori il bilancio da Palazzo di Città": a che servono il conto consuntivo e il bilancio di previsione se possiamo procedere, dilapidando le casse comunali, a suon di debiti?».
Nessuna reazione è trapelata né da ambienti della maggioranza né da esponenti della Giunta, a poche ore dalla ripresa dei lavori, sempre in prima convocazione (e quindi con la necessità della presenza del numero legale fissato in 13 consiglieri).
«Sembrava di assistere al teatro dell'assurdo» è quanto riportato in una nota della segreteria cittadina del Partito Democratico. «Il momento più alto è stato raggiunto con l'intervento del presidente del consiglio comunale che da una parte rimproverava l'amministrazione tacciandola di incapacità e dall'altra manteneva il numero legale con la sua presenza» hanno osservato i dem.
«A Palazzo di Città esiste ancora una maggioranza? Per l'ennesima volta sono stati ritirati i punti all'ordine del giorno: chi pagherà i danni?» hanno aggiunto. «Il trasporto pubblico è inesistente, la città è sporca, i commercianti non hanno risposte, gli imprenditori sono in perenne attesa, mancano i servizi. Bisceglie non merita tutto questo» hanno sottolineato, esortando i rappresentanti a dimettersi: «Andate a casa e ridiamo la parola ai cittadini; gli stessi cittadini, da voi mai ascoltati, che col loro voto sapranno rimettere Bisceglie sulla dritta via».
Pesante il giudizio dell'ex Sindaco Francesco Spina sui fatti di martedì: «Quattro assenti nelle fila della maggioranza e la mancanza di pareri obbligatori hanno costretto Angarano & company alla ritirata» ha affermato. «I 25 debiti fuori bilancio, assenti tutti i dirigenti, sono stati rinviati con ulteriori rischi di aggravare i danni economici già prodotti alle casse comunali dai pignoramenti in corso, dovuti ai ritardi amministrativi e al fatto che non si sono riconosciuti i debiti del 2018 e 2019 con i bilanci di competenza di quegli anni, e lo si fa ora dopo un anno di ritardo con i fondi 2020 (una grave distorsione dei principi di competenza e trasparenza degli atti di bilancio comunali con cui si vorrebbe coprire lo squilibrio finanziario del 2019)» ha spiegato il consigliere di minoranza.
«Ho consigliato ad Angarano di chiedere un parere alla sezione consultiva della Corte dei Conti: non lo farà perché è certo di votare atti per i quali tutta la maggioranza, in questi giorni, ha rinnovato polizza assicurativa per i danni da responsabilità erariale. Non sanno questi consiglieri che le polizze, quando si può essere in dolo (conoscendo la criticità di questi atti), non rimborsano i danni arrecati alle casse comunali?» ha concluso.
Severo anche Alfonso Russo, componente del gruppo Nelmodogiusto: «Ormai non conviene più raccontare l'ennesima barzelletta del consiglio comunale, costretto a un ulteriore rinvio. Nei preliminari ho evidenziato quello che molta gente mi ha chiesto rispetto a isole mobili e questione cimitero.
La maggioranza ha molti problemi di tenuta ed è in difficoltà nel rapporto con l'azienda di raccolta rifiuti. Onestamente credo che continuare così significhi solo arrecare danno alla città».
Duro attacco dal Movimento 5 Stelle: «La maggioranza di Angarano pare ormai vittima di veti incrociati e di una profonda debolezza politica. Il consiglio comunale di martedì è stato la prova lampante dello stato comatoso in cui versa la Giunta Angarano senza più una maggioranza solida a sostenerla» hanno sostenuto i pentastellati.
«E in questa anarchia politico-amministrativa, la città langue. L'igiene urbana è una chimera, il rispetto dei più basilari principi di legalità, presidio del territorio e trasparenza sono un lontanissimo ritornello da campagna elettorale, la programmazione finanziaria ed economica un ricordo che si perde nel tempo visto che si va avanti a spron battuto solo con l'approvazione dei debiti fuori bilancio. Lo slogan della svolta è ormai "fuori il bilancio da Palazzo di Città": a che servono il conto consuntivo e il bilancio di previsione se possiamo procedere, dilapidando le casse comunali, a suon di debiti?».
Nessuna reazione è trapelata né da ambienti della maggioranza né da esponenti della Giunta, a poche ore dalla ripresa dei lavori, sempre in prima convocazione (e quindi con la necessità della presenza del numero legale fissato in 13 consiglieri).