Coronavirus, Francesco Rana dimesso dopo 45 giorni in ospedale al "Celio"

Il capo di gabinetto del ministero per gli affari regionali era risultato positivo a fine marzo: «Covid non guarda in faccia nessuno»

mercoledì 13 maggio 2020 9.16
Francesco Rana è un uomo della Pubblica Amministrazione, un'eccellenza biscegliese al servizio dello Stato. Il suo delicato ruolo di capo di gabinetto del ministero per gli affari regionali e le autonomie, guidato dal concittadino Francesco Boccia, lo ha esposto al contagio. Risultato positivo al Coronavirus a fine marzo, Rana ha dovuto attendere ben 45 giorni per essere dimesso dall'ospedale militare del Celio.

«Quando si lavora in prima linea per un'emergenza come questa può capitare di cadere ed è capitato anche a me, perché il virus non guarda in faccia nessuno e non ti permette difesa» ha spiegato il 42enne, che ricopre anche l'incarico di consigliere di amministrazione dell'Università degli Studi "Aldo Moro" di Bari ed è dirigente del Formez.

«Dopo 45 giorni di ricovero ospedaliero finalmente è arrivato il mio turno» ha aggiunto Francesco Rana, la cui testimonianza è molto utile per comprendere - qualora fosse ancora necessario - che il Covid-19 non colpisce soltanto gli anziani. «Posso tornare a casa. Ho vissuto un bruttissimo periodo ma in ospedale ho trovato grande umanità (cosa non scontata) e riscontrato l'enorme professionalità da parte di tutto il personale medico, infermieristico ed ausiliario» ha sottolineato il dirigente pubblico.

«Ringrazio gli amici di sempre che, anche se distanti non mi hanno lasciato un secondo, la mia famiglia (ho provato a raccontare che era poco più di una semplice influenza ma non credo ci abbiano creduto) e tutti i colleghi. Tutti i messaggi che continuano ad arrivarmi, mi hanno dato una carica e tanta energia positiva per mettere kappaò il virus e guarire. Chi mi conosce sa quanto sono testardo e alla fine devo vincere io!» ha rilevato Francesco Rana. «Ora ho tanti capelli in più e forse qualche kg di meno… Non spaventatevi: sono sempre io» ha concluso, scherzandoci un po' su.