Coronavirus, il ministro Boccia: «Inevitabile una proroga oltre il 3 aprile, ma deciderà il governo»

«Fondamentale restare a casa. Ulteriori misure restrittive se saranno necessarie»

mercoledì 18 marzo 2020 21.28
A cura di Vito Troilo
Una prospettiva sempre più concreta. Il biscegliese Francesco Boccia, ministro per gli affari regionali e le autonomie, ha di fatto confermato le insistenti indiscrezioni giornalistiche e l'impressione diffusa che la proroga delle misure restrittive per contenere l'emergenza Coronavirus ben oltre il prossimo 3 aprile sarà inevitabile.

«Non diciamo cosa accadrà dopo perché lo deciderà il consiglio dei ministri» ha dichiarato l'esponente del governo a Sky Tg24. «È fondamentale, in questo momento, restare a casa, fidarci dello Stato e confidare nello straordinario lavoro che medici e infermieri continuano a svolgere» ha aggiunto.

«Se chiediamo agli italiani di non uscire è per ragioni valide. Sono in corso valutazioni su eventuali ulteriori strette che potrebbero incidere sui comportamenti e se si tratterà di farlo, lo faremo» ha rimarcato Boccia. «Non è ammissibile che, rispetto all'appello a starsene in casa, ci sia gente che va a fare una corsetta o tre diversi componenti della stessa famiglia in giro per la spesa. Discorso diverso per chi oggi è obbligato a lavorare per tenere in piedi il Paese».

Quanto alla situazione in Lombardia, molto critica, il ministro ha confermato la richiesta di disponibilità, alle regioni, per l'invio complessivo di un centinaio di medici con l'obiettivo di rinforzare, almeno nelle prossime settimane, un organico in notevole difficoltà. Di concerto col ministero della salute e l'Istituto superiore di sanità, il governo potrebbe autorizzare gli specializzandi anestesisti e infettivologi del quarto e quinto anno ad andare in corsia.

Riguardo ai lavori parlamentari, l'esponente dem è dell'avviso che sarebbe più opportuno, pur con le dovute misure di sicurezza, effettuare il voto in aula. «Auspico sempre l'unanimità tra maggioranza e opposizone in questa fase così delicata» ha concluso Francesco Boccia.