Coronavirus, la Regione Puglia sperimenta una terapia col plasma dei guariti
L'istituto zooprofilattico sta completando gli adeguamenti necessari per l'esecuzione del test
mercoledì 6 maggio 2020
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La Regione è pronta a cominciare la sperimentazione per la immunoterapia passiva con plasma raccolto da pazienti guariti da infezione Coronavirus. L'azienda ospedaliera e università di Padova ha confermato la collaborazione per determinare il titolo di anticorpi neutralizzanti anti-Sars-Cov-2 sui campioni di sangue di guariti. L'istituto zooprofilattico sta completando gli adeguamenti organizzativi necessari alla esecuzione del test: entro poche settimane anche la Puglia potrà contare di un laboratorio per la sperimentazione sul proprio territorio.
«Saranno coinvolti nella sperimentazione tutti i reparti Covid pugliesi individuati dal piano ospedaliero dell'emergenza. La battaglia passa così dalla difesa e dalla prevenzione, all'attacco, attraverso la ricerca. Sono pochissimi in Italia i laboratori per la determinazione del titolo di anticorpi neutralizzanti: da un lato quindi ci stiamo attrezzando per avere a Foggia con l'istituto zooprofilattico tutto il necessario e dall'altro facciamo rete con altre eccellenze italiane, si parte subito con la collaborazione col laboratorio di microbiologia dell'azienda ospedaliera e universitaria di Padova che ringrazio. E ringrazio sin d'ora tutti i pugliesi guariti che stanno dando il loro assenso alla donazione di plasma. Un piccolo gesto di enorme importanza per tutti» ha spiegato il governatore Michele Emiliano.
Il comitato etico dell'azienda ospedaliero universitaria Policlinico di Bari il 10 aprile ha approvato tempestivamente il protocollo "Studio interventistico" per valutare l'efficacia e la sicurezza della immunoterapia passiva con plasma raccolto da pazienti guariti da infezione Covid-19 ("convalescent plasma" o "plasma iperimmune"), nel trattamento delle forme moderate/severe di Coronavirus. Il 16 aprile è stato approvato in via definita dal Centro nazionale sangue.
Secondo una prima stima del direttore del Centro regionale sangue, ci sono già 50 guariti potenziali donatori dimessi dall'azienda Policlinico oltre i pazienti dimessi dagli altri ospedali Covid, che potrebbero avere le caratteristiche richieste dal protocollo, che ha coinvolto tutte le strutture ospedaliere, ciò significa che potrà essere estesa la sperimentazione su tutto il territorio.
In questa fase, il Centro regionale sangue dovrà organizzare l'applicazione del protocollo in collaborazione coi servizi trasfusionali degli ospedali Covid, al fine di poter reclutare i pazienti. Confidiamo nel gesto di solidarietà dei pazienti guariti, perché possano contribuire a donare speranza a chi è affetto da Coronavirus.
«La terapia col plasma, già utilizzata per Ebola e Sars, è una immunoterapia passiva sperimentale e consiste nella somministrazione al paziente degli anticorpi presenti nel plasma dei pazienti guariti. Le unità operative di malattie infettive e medicina interna Murri del Policlinico di Bari ci hanno già trasmesso un elenco di pazienti guariti che stiamo contattando per fare lo screening iniziale pre donazione. Sulla base della valutazione anamnestica potremo individuare gli idonei alla donazione del plasma. Per l'applicazione terapeutica, prevista in pazienti con malattia di grado moderato e severo, si farà riferimento ai reparti clinici di Rianimazione e Pneumologia» ha sottolineato Angelo Ostuni, direttore dell'unità operativa di medicina trasfusionale del Policlinico di Bari – .
Per il direttore del dipartimento politiche per la salute Vito Montanaro «la campagna "donaemozioni" ha ancora più valore in questo particolare periodo. Pur comprendendo la volontà dei pazienti guariti dal Covid di cancellare l'esperienza vissuta, la donazione del proprio plasma, può aiutare a guardare al futuro con ottimismo, nella consapevolezza di aver aiutato chi ancora sta soffrendo».
«Firmiamo una convenzione tra azienda ospedaliero-universitaria Policlinico di Bari e Azienda ospedaliera Università di Padova che è molto più di un atto amministrativo, è un'alleanza per la ricerca e rappresenta una scommessa per il futuro. La collaborazione tra aziende ospedaliere e sistemi sanitari che permette sperimentazione e innovazione e mette a confronto le eccellenze scientifiche costituisce il più efficace patto per la salute che possiamo stipulare con i cittadini» ha concluso il direttore generale del Policlinico di Bari Giovanni Migliore.
«Saranno coinvolti nella sperimentazione tutti i reparti Covid pugliesi individuati dal piano ospedaliero dell'emergenza. La battaglia passa così dalla difesa e dalla prevenzione, all'attacco, attraverso la ricerca. Sono pochissimi in Italia i laboratori per la determinazione del titolo di anticorpi neutralizzanti: da un lato quindi ci stiamo attrezzando per avere a Foggia con l'istituto zooprofilattico tutto il necessario e dall'altro facciamo rete con altre eccellenze italiane, si parte subito con la collaborazione col laboratorio di microbiologia dell'azienda ospedaliera e universitaria di Padova che ringrazio. E ringrazio sin d'ora tutti i pugliesi guariti che stanno dando il loro assenso alla donazione di plasma. Un piccolo gesto di enorme importanza per tutti» ha spiegato il governatore Michele Emiliano.
Il comitato etico dell'azienda ospedaliero universitaria Policlinico di Bari il 10 aprile ha approvato tempestivamente il protocollo "Studio interventistico" per valutare l'efficacia e la sicurezza della immunoterapia passiva con plasma raccolto da pazienti guariti da infezione Covid-19 ("convalescent plasma" o "plasma iperimmune"), nel trattamento delle forme moderate/severe di Coronavirus. Il 16 aprile è stato approvato in via definita dal Centro nazionale sangue.
Secondo una prima stima del direttore del Centro regionale sangue, ci sono già 50 guariti potenziali donatori dimessi dall'azienda Policlinico oltre i pazienti dimessi dagli altri ospedali Covid, che potrebbero avere le caratteristiche richieste dal protocollo, che ha coinvolto tutte le strutture ospedaliere, ciò significa che potrà essere estesa la sperimentazione su tutto il territorio.
In questa fase, il Centro regionale sangue dovrà organizzare l'applicazione del protocollo in collaborazione coi servizi trasfusionali degli ospedali Covid, al fine di poter reclutare i pazienti. Confidiamo nel gesto di solidarietà dei pazienti guariti, perché possano contribuire a donare speranza a chi è affetto da Coronavirus.
«La terapia col plasma, già utilizzata per Ebola e Sars, è una immunoterapia passiva sperimentale e consiste nella somministrazione al paziente degli anticorpi presenti nel plasma dei pazienti guariti. Le unità operative di malattie infettive e medicina interna Murri del Policlinico di Bari ci hanno già trasmesso un elenco di pazienti guariti che stiamo contattando per fare lo screening iniziale pre donazione. Sulla base della valutazione anamnestica potremo individuare gli idonei alla donazione del plasma. Per l'applicazione terapeutica, prevista in pazienti con malattia di grado moderato e severo, si farà riferimento ai reparti clinici di Rianimazione e Pneumologia» ha sottolineato Angelo Ostuni, direttore dell'unità operativa di medicina trasfusionale del Policlinico di Bari – .
Per il direttore del dipartimento politiche per la salute Vito Montanaro «la campagna "donaemozioni" ha ancora più valore in questo particolare periodo. Pur comprendendo la volontà dei pazienti guariti dal Covid di cancellare l'esperienza vissuta, la donazione del proprio plasma, può aiutare a guardare al futuro con ottimismo, nella consapevolezza di aver aiutato chi ancora sta soffrendo».
«Firmiamo una convenzione tra azienda ospedaliero-universitaria Policlinico di Bari e Azienda ospedaliera Università di Padova che è molto più di un atto amministrativo, è un'alleanza per la ricerca e rappresenta una scommessa per il futuro. La collaborazione tra aziende ospedaliere e sistemi sanitari che permette sperimentazione e innovazione e mette a confronto le eccellenze scientifiche costituisce il più efficace patto per la salute che possiamo stipulare con i cittadini» ha concluso il direttore generale del Policlinico di Bari Giovanni Migliore.