Covid e vacanze, che succede alla prenotazione con test positivo prima della partenza?
Le informazioni fornite dal Centro europeo consumatori
venerdì 15 luglio 2022
10.30
La nuova ondata di Covid, più o meno intensa in tutta l'Europa occidentale, ha portato diversi vacanzieri ad annullare le proprie vacanze o ad approcciarsi in modo più che titubante alle prenotazioni, per il timore di un eventuale contagio proprio nei giorni precedenti alla partenza. Ma cosa succede in caso di tampone positivo quando tutto è pronto per il viaggio?
Il Centro europeo consumatori (Cec) Italia spiega quali regole si applicano ai voli, ai pacchetti vacanze e alle prenotazioni alberghiere. Se la cancellazione è "legata al Covid" solo per via indiretta, nel senso che non si desidera più viaggiare perché si è preoccupati dell'infezione, non c'è alcun diritto legale alla cancellazione gratuita. In questo caso, si applicano le condizioni contrattuali della prenotazione dunque non è previsto rimborso in caso di disdetta dopo un pagamento anticipato.
Se invece c'è un'impossibilità oggettiva di usufruire della prenotazione a causa del virus, in Italia esiste un diritto al rimborso basato sulla regola civilistica dell'impossibilità sopravvenuta (art. 1463 del codice civile). Per esempio, i viaggiatori che non possono usufruire della prenotazione perché sono risultati positivi al test immediatamente prima della partenza o a cui è stato imposto un provvedimento di quarantena rientrano nell'ipotesi. Piccola precisazione: il risultato positivo del test deve essere provato ufficialmente tramite un test Pcr o antigenico effettuato da personale medico; i test antigenici rapidi effettuati dal viaggiatore stesso non sono validi.
Dunque, in base all'articolo 1463 del codice civile italiano, se è impossibile utilizzare il servizio, i consumatori non devono pagare una penale di cancellazione e gli acconti già versati devono essere rimborsati. Tuttavia, questo vale solo se l'hotel si trova in Italia o se il pacchetto è stato creato da un organizzatore italiano e quindi è applicabile la legge italiana. Se, invece, l'hotel si trova in un altro Paese o se il viaggio è stato prenotato con un tour operator straniero, può essere che la legge applicabile nel luogo di destinazione non preveda la possibilità di un rimborso.
Quindi, solo per viaggi all'estero c'è il rischio di non poter ricevere rimborsi in caso di mancata partenza a causa del contagio. In ogni caso, il consiglio è sempre quello di chiedere in sede di prenotazione direttamente alla struttura ricettiva di riferimento.
Il Centro europeo consumatori (Cec) Italia spiega quali regole si applicano ai voli, ai pacchetti vacanze e alle prenotazioni alberghiere. Se la cancellazione è "legata al Covid" solo per via indiretta, nel senso che non si desidera più viaggiare perché si è preoccupati dell'infezione, non c'è alcun diritto legale alla cancellazione gratuita. In questo caso, si applicano le condizioni contrattuali della prenotazione dunque non è previsto rimborso in caso di disdetta dopo un pagamento anticipato.
Se invece c'è un'impossibilità oggettiva di usufruire della prenotazione a causa del virus, in Italia esiste un diritto al rimborso basato sulla regola civilistica dell'impossibilità sopravvenuta (art. 1463 del codice civile). Per esempio, i viaggiatori che non possono usufruire della prenotazione perché sono risultati positivi al test immediatamente prima della partenza o a cui è stato imposto un provvedimento di quarantena rientrano nell'ipotesi. Piccola precisazione: il risultato positivo del test deve essere provato ufficialmente tramite un test Pcr o antigenico effettuato da personale medico; i test antigenici rapidi effettuati dal viaggiatore stesso non sono validi.
Dunque, in base all'articolo 1463 del codice civile italiano, se è impossibile utilizzare il servizio, i consumatori non devono pagare una penale di cancellazione e gli acconti già versati devono essere rimborsati. Tuttavia, questo vale solo se l'hotel si trova in Italia o se il pacchetto è stato creato da un organizzatore italiano e quindi è applicabile la legge italiana. Se, invece, l'hotel si trova in un altro Paese o se il viaggio è stato prenotato con un tour operator straniero, può essere che la legge applicabile nel luogo di destinazione non preveda la possibilità di un rimborso.
Quindi, solo per viaggi all'estero c'è il rischio di non poter ricevere rimborsi in caso di mancata partenza a causa del contagio. In ogni caso, il consiglio è sempre quello di chiedere in sede di prenotazione direttamente alla struttura ricettiva di riferimento.