Crisi del settore pesca, la senatrice Minuto accusa regione e governo di inoperosità
«In questo paese è più pericoloso sbarcare un chilo di pesce fuori misura che sostanze stupefacenti»
mercoledì 9 ottobre 2019
12.19
«Martedì mattina mi sono fiondata in regione e ho insistito per essere ricevuta assieme a una rappresentante dei pescatori. Così è stato! Emiliano però ha tagliato corto e ha liquidato il discorso pensando di togliere le multe ai pescatori, ritenendo che il problema fosse solo quello relativo alle sanzioni». Lo ha spiegato, in una nota, la senatrice molfettese di Forza Italia Carmela Minuto.
«Per quanto mi riguarda non è abbastanza. La regione e lo Stato intanto si attivino con ammortizzatori sociali e con strumenti propri.
La loro protesta contro le normative imposte dalla Comunità Europea circa la grandezza delle maglie delle reti da pesca è legittima. In Puglia si contano oltre 1500 pescherecci e più della metà si occupa di piccola pesca; l'Adriatico è un mare chiuso ed è impensabile attuare restrizioni così dure circa la grandezza delle maglie. Il pescato qui da noi non è uguale al pescato delle nazioni del nord Europa. Non si può semplificare una norma europea sacrificando un settore trainante dell'economia della nostra regione» ha rimarcato la parlamentare.
«"Sembra che lo scopo sia farci fallire" ha commentato un pescatore stamane durante le proteste. E come non dargli torto? È veramente diventato un paese in cui è più pericoloso sbarcare un chilo di pesce fuori misura che sostanze stupefacenti.
Urgono misure di sostegno al reddito dei pescatori in crisi perché, con i periodi di fermo della pesca ed il blocco dei finanziamenti, i lavoratori e le loro famiglie non possono vivere! Intanto, la regione per il tramite del suo presidente non deve starsene con le mani in mano: la Puglia ha speso solo il 30% dei Fondi Europei (Po Feamp) e a fine anno rischia di restituire le somme non spese all'Unione Europea per l'ennesima inoperosità del presidente Emiliano.
Stigmatizzo alcuni episodi e momenti di tensione che hanno caratterizzato la protesta a Bari, ma resta il disagio economico e sociale della categoria. Mi attiverò personalmente affinché dal governo centrale giungano risposte concrete alle richieste dei pescatori pugliesi» ha concluso la senatrice Minuto.
«Per quanto mi riguarda non è abbastanza. La regione e lo Stato intanto si attivino con ammortizzatori sociali e con strumenti propri.
La loro protesta contro le normative imposte dalla Comunità Europea circa la grandezza delle maglie delle reti da pesca è legittima. In Puglia si contano oltre 1500 pescherecci e più della metà si occupa di piccola pesca; l'Adriatico è un mare chiuso ed è impensabile attuare restrizioni così dure circa la grandezza delle maglie. Il pescato qui da noi non è uguale al pescato delle nazioni del nord Europa. Non si può semplificare una norma europea sacrificando un settore trainante dell'economia della nostra regione» ha rimarcato la parlamentare.
«"Sembra che lo scopo sia farci fallire" ha commentato un pescatore stamane durante le proteste. E come non dargli torto? È veramente diventato un paese in cui è più pericoloso sbarcare un chilo di pesce fuori misura che sostanze stupefacenti.
Urgono misure di sostegno al reddito dei pescatori in crisi perché, con i periodi di fermo della pesca ed il blocco dei finanziamenti, i lavoratori e le loro famiglie non possono vivere! Intanto, la regione per il tramite del suo presidente non deve starsene con le mani in mano: la Puglia ha speso solo il 30% dei Fondi Europei (Po Feamp) e a fine anno rischia di restituire le somme non spese all'Unione Europea per l'ennesima inoperosità del presidente Emiliano.
Stigmatizzo alcuni episodi e momenti di tensione che hanno caratterizzato la protesta a Bari, ma resta il disagio economico e sociale della categoria. Mi attiverò personalmente affinché dal governo centrale giungano risposte concrete alle richieste dei pescatori pugliesi» ha concluso la senatrice Minuto.