Da micro a megadiscariche: ecco la situazione dell'agro di Bisceglie
Il biologo Mauro Sasso, referente di Pro Natura, racconta per immagini lo scempio delle campagne sei mesi dopo la prima mappa delle discariche abusive
sabato 16 settembre 2017
La situazione ambientale dell'agro negli ultimi sei mesi è profondamente peggiorata.
A raccontare delle condizioni delle 84 microdiscariche di Bisceglie censite dai volontari Pro Natura è il biologo Mauro Sasso, referente locale della federazione.
Sasso è tornato sui luoghi visitati da marzo a maggio 2017, in occasione della pubblicazione di una mappa delle discariche abusive consegnata al comune per successivi provvedimenti. Ha ripercorso, al termine dell'estate, buona parte dei 100 km di campagne che circondano la città.
Le immagini parlano da sole: non solo le discariche non sono state smantellate, ma in molti casi sono cresciute, sono state farcite da amianto, sacchi di spazzatura, mobili e suppellettili varie. Non mancano, un po' ovunque, i rifiuti pericolosi. La stagione calda è trascorsa tra roghi di rifiuti, abbandono incontrollato e sporadici controlli, che hanno prodotto solo qualche multa.
Le telecamere di videosorveglianza installate dalla ditta Ambiente 2.0, gestore dell'igiene urbana urbana a Bisceglie, hanno prodotto, per il biologo, null'altro che «fotochiacchiere».
«La situazione – spiega Sasso - è drasticamente peggiorata. La quantità di rifiuti abbandonati è notevolmente aumentata (potrebbero essere diverse tonnellate) e non c'è più soluzione di continuità tra un sito e l'altro: ci sono discariche che si estendono per chilometri (ad esempio in via Trapizzo). Impressionante il numero di pneumatici buttati negli ultimi mesi: ne avrò contati diverse decine».
Ancora a proposito di fototrappole, Sasso parla di: «fallimento, dopo la task force fantasma».
L'unica soluzione a tale scempio? «Lo ripeto. Solo l'applicazione delle sanzioni previste dal Testo unico sull'ambiente, potrebbe risolvere il problema. Ma per fare questo c'è bisogno di maggior controllo del territorio da parte della forze dell'ordine e di un'amministrazione capace di ascoltare i suggerimenti. Il Regolamento Comunale per la gestione dei rifiuti urbani (Delibera di Consiglio nr. 103 del 27-11-2013) all'art 49 parla chiaro: in caso di mancata individuazione del responsabile dell'abbandono dei rifiuti, i rifiuti sono raccolti ed avviati alle successive fasi di smaltimento a cura del gestore del servizio. Quindi che serve fare appelli?? Le alternative sono due: pulire o individuare i responsabili».
A raccontare delle condizioni delle 84 microdiscariche di Bisceglie censite dai volontari Pro Natura è il biologo Mauro Sasso, referente locale della federazione.
Sasso è tornato sui luoghi visitati da marzo a maggio 2017, in occasione della pubblicazione di una mappa delle discariche abusive consegnata al comune per successivi provvedimenti. Ha ripercorso, al termine dell'estate, buona parte dei 100 km di campagne che circondano la città.
Le immagini parlano da sole: non solo le discariche non sono state smantellate, ma in molti casi sono cresciute, sono state farcite da amianto, sacchi di spazzatura, mobili e suppellettili varie. Non mancano, un po' ovunque, i rifiuti pericolosi. La stagione calda è trascorsa tra roghi di rifiuti, abbandono incontrollato e sporadici controlli, che hanno prodotto solo qualche multa.
Le telecamere di videosorveglianza installate dalla ditta Ambiente 2.0, gestore dell'igiene urbana urbana a Bisceglie, hanno prodotto, per il biologo, null'altro che «fotochiacchiere».
«La situazione – spiega Sasso - è drasticamente peggiorata. La quantità di rifiuti abbandonati è notevolmente aumentata (potrebbero essere diverse tonnellate) e non c'è più soluzione di continuità tra un sito e l'altro: ci sono discariche che si estendono per chilometri (ad esempio in via Trapizzo). Impressionante il numero di pneumatici buttati negli ultimi mesi: ne avrò contati diverse decine».
Ancora a proposito di fototrappole, Sasso parla di: «fallimento, dopo la task force fantasma».
L'unica soluzione a tale scempio? «Lo ripeto. Solo l'applicazione delle sanzioni previste dal Testo unico sull'ambiente, potrebbe risolvere il problema. Ma per fare questo c'è bisogno di maggior controllo del territorio da parte della forze dell'ordine e di un'amministrazione capace di ascoltare i suggerimenti. Il Regolamento Comunale per la gestione dei rifiuti urbani (Delibera di Consiglio nr. 103 del 27-11-2013) all'art 49 parla chiaro: in caso di mancata individuazione del responsabile dell'abbandono dei rifiuti, i rifiuti sono raccolti ed avviati alle successive fasi di smaltimento a cura del gestore del servizio. Quindi che serve fare appelli?? Le alternative sono due: pulire o individuare i responsabili».