DF Disco, una vicenda tormentata
Non c'è pace per la struttura che ha ospitato in passato il Divinæ Follie, ora nuovamente chiusa per 15 giorni a seguito del grave ferimento di domenica
venerdì 12 novembre 2021
9.24
15 giorni di chiusura dei locali e di sospensione della licenza di pubblico esercizio. Lo stop alle attività del DF Disco di Bisceglie era stato preannunciato dal titolare Roberto Maggialetti con una nota diffusa mercoledì mentre il pomeriggio successivo gli agenti della Polizia di Stato hanno posto i sigilli alla struttura eseguendo quanto disposto dal Questore della Bat Roberto Pellicone.
Non sembra davvero aver pace il corso della storia della più grande discoteca dell'Italia meridionale, fiore all'occhiello di Bisceglie e vanto per l'intero territorio del nordbarese. L'intuizione di Vito Mastrogiacomo, lo stratosferisco successo, l'affermazione internazionale con l'apertura di una seconda struttura a Dubrovnik, quindi la crisi e il declino con un'articolata serie di vicende giudiziarie concluse da un fallimento. Quando, nel settembre del 2019, la Gest Maggi srl di Roberto Maggialetti rilevò all'asta il complesso di quasi 18 mila metri quadrati di viale Ponte Lama in molti plaudirono all'iniziativa e al coraggio dell'imprenditore molfettese, convinto a tal punto di poter rilanciare quegli spazi da investire oltre 300 mila euro con l'obiettivo di dare lavoro a oltre 150 persone. Il DF Disco fu inaugurato il 22 febbraio 2020 ma dopo appena due sabati l'emergenza Covid costrinse tutti i locali da ballo e intrattenimento alla chiusura. Un lungo periodo nel quale diverse voci si sono levate in favore del settore e si sono susseguiti eventi organizzati con l'intento di mantenere alta l'attenzione sulle esigenze di un comparto che produce alti fatturati e importanti ricadute in termini occupazionali.
La speranza di poter tornare poco per volta a una normalità è stata spenta sul nascere dal gravissimo ferimento del 26enne barese A. F., causato da una mano che al momento è ancora ignota intorno alle 5 del mattino di domenica 7 novembre nei pressi di un bancone bar durante un evento: quei sei colpi sferrati con un'arma da taglio hanno rischiato di ammazzare la giovane vittima, che resta ricoverata nel reparto di chirurgia dell'ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie ma per fortuna è fuori pericolo e può immaginare, entro due settimane, di tornare a casa. I fendenti hanno purtroppo messo in luce tutte le contraddizioni organizzative alla base delle quali lo stesso Maggialetti, comunicandolo pubblicamente, ha deciso di prendersi una pausa di riflessione per implementare i sistemi di sicurezza della grande area gestita in attesa di ricevere novità dall'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani e condotta dai Carabinieri della Tenenza di Bisceglie e del Comando Provinciale Bat.
Le attenzioni sono concentrate sul meticoloso lavoro di ricerca del responsabile di quell'azione così brutale, compiuta per futili motivi: gli inquirenti hanno dovuto far fronte alle difficoltà causate dalle testimonianze frammentarie dei presenti, che non favoriscono una chiara ricostruzione della dinamica, oltre che a qualche falla - secondo ciò che trapela dagli ambienti investigativi - in alcuni meccanismi del sistema interno ed esterno di videosorveglianza del DF Disco. Maggialetti ha fatto sapere di volersi costituire parte civile nei confronti del soggetto una volta acciuffato e mandato a processo (il capo d'accusa nel fascicolo aperto a carico di ignoti è "tentato omicidio").
Resta sul terreno un dibattito pubblico che talvolta sembra non tenere conto della necessità di andare oltre l'evitabile demonizzazione a tutti i costi delle discoteche, accompagnata dall'auto-assolvimento riguardo la possibilità che fatti del genere possano accadere altrove. L'analisi dovrebbe essere svolta a più largo raggio, con il coinvolgimento di diversi attori istituzionali. Lo merita la comunità così come Maggialetti, del quale, al netto degli eventuali errori e delle mancanze che potranno emergere, va rispettata l'iniziativa imprenditoriale, anche e soprattutto in questo momento così critico.
Non sembra davvero aver pace il corso della storia della più grande discoteca dell'Italia meridionale, fiore all'occhiello di Bisceglie e vanto per l'intero territorio del nordbarese. L'intuizione di Vito Mastrogiacomo, lo stratosferisco successo, l'affermazione internazionale con l'apertura di una seconda struttura a Dubrovnik, quindi la crisi e il declino con un'articolata serie di vicende giudiziarie concluse da un fallimento. Quando, nel settembre del 2019, la Gest Maggi srl di Roberto Maggialetti rilevò all'asta il complesso di quasi 18 mila metri quadrati di viale Ponte Lama in molti plaudirono all'iniziativa e al coraggio dell'imprenditore molfettese, convinto a tal punto di poter rilanciare quegli spazi da investire oltre 300 mila euro con l'obiettivo di dare lavoro a oltre 150 persone. Il DF Disco fu inaugurato il 22 febbraio 2020 ma dopo appena due sabati l'emergenza Covid costrinse tutti i locali da ballo e intrattenimento alla chiusura. Un lungo periodo nel quale diverse voci si sono levate in favore del settore e si sono susseguiti eventi organizzati con l'intento di mantenere alta l'attenzione sulle esigenze di un comparto che produce alti fatturati e importanti ricadute in termini occupazionali.
La speranza di poter tornare poco per volta a una normalità è stata spenta sul nascere dal gravissimo ferimento del 26enne barese A. F., causato da una mano che al momento è ancora ignota intorno alle 5 del mattino di domenica 7 novembre nei pressi di un bancone bar durante un evento: quei sei colpi sferrati con un'arma da taglio hanno rischiato di ammazzare la giovane vittima, che resta ricoverata nel reparto di chirurgia dell'ospedale "Vittorio Emanuele II" di Bisceglie ma per fortuna è fuori pericolo e può immaginare, entro due settimane, di tornare a casa. I fendenti hanno purtroppo messo in luce tutte le contraddizioni organizzative alla base delle quali lo stesso Maggialetti, comunicandolo pubblicamente, ha deciso di prendersi una pausa di riflessione per implementare i sistemi di sicurezza della grande area gestita in attesa di ricevere novità dall'inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani e condotta dai Carabinieri della Tenenza di Bisceglie e del Comando Provinciale Bat.
Le attenzioni sono concentrate sul meticoloso lavoro di ricerca del responsabile di quell'azione così brutale, compiuta per futili motivi: gli inquirenti hanno dovuto far fronte alle difficoltà causate dalle testimonianze frammentarie dei presenti, che non favoriscono una chiara ricostruzione della dinamica, oltre che a qualche falla - secondo ciò che trapela dagli ambienti investigativi - in alcuni meccanismi del sistema interno ed esterno di videosorveglianza del DF Disco. Maggialetti ha fatto sapere di volersi costituire parte civile nei confronti del soggetto una volta acciuffato e mandato a processo (il capo d'accusa nel fascicolo aperto a carico di ignoti è "tentato omicidio").
Resta sul terreno un dibattito pubblico che talvolta sembra non tenere conto della necessità di andare oltre l'evitabile demonizzazione a tutti i costi delle discoteche, accompagnata dall'auto-assolvimento riguardo la possibilità che fatti del genere possano accadere altrove. L'analisi dovrebbe essere svolta a più largo raggio, con il coinvolgimento di diversi attori istituzionali. Lo merita la comunità così come Maggialetti, del quale, al netto degli eventuali errori e delle mancanze che potranno emergere, va rispettata l'iniziativa imprenditoriale, anche e soprattutto in questo momento così critico.