Di Pierro: «Le mie proposte per la zona Pantano-Ripalta»
L'ex assessore all'ambiente rilancia l'idea di un tavolo di confronto sul tema
venerdì 26 febbraio 2021
17.15
«La riapertura di un dibattito in città sulla zona Pantano-Ripalta è un segnale confortante e che ciò sia frutto anche degli interventi di giovani leve rappresenta una prova di vitalità sociale». Ne è profondamente convinto Enzo Di Pierro. L'ex assessore comunale all'ambiente e all'agricoltura, intervistato da BisceglieViva, ha offerto un'ulteriore visione e un contributo allo scambio di opinioni in corso, specie sul nostro giornale.
È davvero così centrale, oggi, discutere di Pantano-Ripalta?
Il tema è importante per lo sviluppo turistico della città: quella zona può rappresentare un volano per la nostra economia.
Immagino tu confida in un'interlocuzione quanto più larga possibile sulla questione...
Un po' com'è accaduto per il Governo del Paese al cospetto di una vicenda delicatissima come l'emergenza sanitaria, penso che sarebbe giusto sedersi tutti intorno al tavolo, a cominciare dalle associazioni ambientaliste e proseguendo con le forze sociali, economiche, intellettuali e politiche di Bisceglie. È tempo di discutere di un piano territoriale organico.
Cosa ne pensi della proposta di includere Pantano-Ripalta e la zona di Santa Croce nel territorio del Parco nazionale dell'Alta Murgia?
L'idea è un po' farraginosa, innanzitutto per questioni di contiguità con l'area del Parco, che ricordo è sorto con l'obiettivo di difendere e tutelare gli interessi di una zona che non ha affinità con il nostro territorio. Ciò non toglie che l'ipotesi sia interessante. È doveroso rimarcare che la precedente amministrazione ha presentato due progetti mirati alla valorizzazione di quelle zone...
Progetti realizzabili?
Credo proprio di sì. Uno riguarda la costituzione di un Parco nella lama Santa Croce, che partiva dalle grotte fino a giungere in area Pantano-Ripalta; l'altro, la canalizzazione dello scolo di acque reflue provenienti dal depuratore di Corato con la successiva realizzazione, su quella superficie, di una pista ciclabile finanziata interamente da Aqp.
Eppure, al momento, lo stato di quei luoghi non è certo attrattativo per il turismo...
Guardando Pantano-Ripalta la prima cosa che salta agli occhi é la bellezza delle grotte, delle spiaggette e del porticciolo. L'altro aspetto, in forte contrasto, è il totale abbandono e degrado della zona. Questo è dovuto soprattutto ai vincoli restrittivi imposti dallo Stato e dalla Soprintendenza, che rendono problematici restauri e migliorie da parte dei piccoli proprietari. È anche giusto sottolineare che quelle norme hanno impedito speculazioni cementizie che purtroppo si sono verificate in altri punti della città...
Insomma, finirà come per la maglia 165?
Spero proprio di no. L'esempio di parchi naturalistici funzionanti ed efficienti a livello nazionale hanno il comune denominatore di offrire al turista un'infinità di servizi abbinandoli alla possibilità di godere di quei luoghi. Se vogliamo consentire al pubblico di ammirare le bellezze delle grotte, della costa, del porticciolo e della fauna della zona Pantano-Ripalta, qualche servizio lo dovremo necessariamente dare, immedesimandoci nell'esigenza di un turista di comprare una bottiglietta d'acqua o semplicemente utilizzare un bagno.
Non si corre il rischio di intervenire troppo pesantemente su un paesaggio incontaminato?
Un'idea potrebbe essere limitare il vincolo paesaggistico e utilizzare gli spazi non più vincolati per installare strutture al servizio del parco. Senza scandalizzarci, considerate le nuove tecniche di costruzione altamente ecologiche, con materiali ecocompatibili, si potrebbero effettuare una serie di interventi e persino offrire posti letto senza sconvolgere né snaturare l'idea del parco stesso.
E i soldi?
Guardando al Recovery Plan, nel quale sono stati inseriti ingenti fondi destinati alla green economy: credo che una parte di quelle risorse si potrebb sfruttare per il rilancio e valorizzazione della zona Pantano-Ripalta.
È davvero così centrale, oggi, discutere di Pantano-Ripalta?
Il tema è importante per lo sviluppo turistico della città: quella zona può rappresentare un volano per la nostra economia.
Immagino tu confida in un'interlocuzione quanto più larga possibile sulla questione...
Un po' com'è accaduto per il Governo del Paese al cospetto di una vicenda delicatissima come l'emergenza sanitaria, penso che sarebbe giusto sedersi tutti intorno al tavolo, a cominciare dalle associazioni ambientaliste e proseguendo con le forze sociali, economiche, intellettuali e politiche di Bisceglie. È tempo di discutere di un piano territoriale organico.
Cosa ne pensi della proposta di includere Pantano-Ripalta e la zona di Santa Croce nel territorio del Parco nazionale dell'Alta Murgia?
L'idea è un po' farraginosa, innanzitutto per questioni di contiguità con l'area del Parco, che ricordo è sorto con l'obiettivo di difendere e tutelare gli interessi di una zona che non ha affinità con il nostro territorio. Ciò non toglie che l'ipotesi sia interessante. È doveroso rimarcare che la precedente amministrazione ha presentato due progetti mirati alla valorizzazione di quelle zone...
Progetti realizzabili?
Credo proprio di sì. Uno riguarda la costituzione di un Parco nella lama Santa Croce, che partiva dalle grotte fino a giungere in area Pantano-Ripalta; l'altro, la canalizzazione dello scolo di acque reflue provenienti dal depuratore di Corato con la successiva realizzazione, su quella superficie, di una pista ciclabile finanziata interamente da Aqp.
Eppure, al momento, lo stato di quei luoghi non è certo attrattativo per il turismo...
Guardando Pantano-Ripalta la prima cosa che salta agli occhi é la bellezza delle grotte, delle spiaggette e del porticciolo. L'altro aspetto, in forte contrasto, è il totale abbandono e degrado della zona. Questo è dovuto soprattutto ai vincoli restrittivi imposti dallo Stato e dalla Soprintendenza, che rendono problematici restauri e migliorie da parte dei piccoli proprietari. È anche giusto sottolineare che quelle norme hanno impedito speculazioni cementizie che purtroppo si sono verificate in altri punti della città...
Insomma, finirà come per la maglia 165?
Spero proprio di no. L'esempio di parchi naturalistici funzionanti ed efficienti a livello nazionale hanno il comune denominatore di offrire al turista un'infinità di servizi abbinandoli alla possibilità di godere di quei luoghi. Se vogliamo consentire al pubblico di ammirare le bellezze delle grotte, della costa, del porticciolo e della fauna della zona Pantano-Ripalta, qualche servizio lo dovremo necessariamente dare, immedesimandoci nell'esigenza di un turista di comprare una bottiglietta d'acqua o semplicemente utilizzare un bagno.
Non si corre il rischio di intervenire troppo pesantemente su un paesaggio incontaminato?
Un'idea potrebbe essere limitare il vincolo paesaggistico e utilizzare gli spazi non più vincolati per installare strutture al servizio del parco. Senza scandalizzarci, considerate le nuove tecniche di costruzione altamente ecologiche, con materiali ecocompatibili, si potrebbero effettuare una serie di interventi e persino offrire posti letto senza sconvolgere né snaturare l'idea del parco stesso.
E i soldi?
Guardando al Recovery Plan, nel quale sono stati inseriti ingenti fondi destinati alla green economy: credo che una parte di quelle risorse si potrebb sfruttare per il rilancio e valorizzazione della zona Pantano-Ripalta.