Enzo Di Pierro si sfoga su Facebook e attacca una consigliera. Scoppia il tumulto sul web

Il consigliere comunale va giù duro: «Certe donne credono di sapere usare la bocca anche per sapere parlare». Poi prosegue: « Adesso basta, governeremo questa città per i prossimi 10 anni con un Sindaco scelto da noi. Mettetevi l'anima in pace».

lunedì 14 agosto 2017 8.29

Una affermazione doppiamente infelice, in un discorso che, essendo frutto di convinzioni personali, nessuno gli avrebbe contestato.
E invece la chiosa di quello sfogo, è costata al capogruppo in consiglio comunale della maggioranza Enzo Di Pierro una valanga di attacchi.
Il tema del post era politico, una confessione sul perché, pur partendo da una esperienza di destra, sia finito ad abbracciare un progetto politico di centrosinistra, sposando non tanto l'ideologia quanto il destino di Francesco Spina.

«Sono sempre stato "fedele" e di squadra, ai miei ex amici non sono andato più bene. Con Spina stavo e con Spina sto, valuto l'uomo prima e il politico poi, un paio di spanne sopra a chi ho incontrato prima».
Poi l'affondo, in particolar modo quello diretto alla consigliere Giorgia Preziosa: «Per quanto riguarda chi si permette di "quantificarmi" lo ritengo uno sfigato, uno che crede che dopo una cocente bocciatura, la gente lo possa ancora ritenere capace di guidare una comunità, soprattutto con l'influenza di "Alice nel paese delle meraviglie ". Perché non vi siete accorti che spostando i voti della mia lista la storia sarebbe cambiata? Per non parlare di "quelle" che prima leccavano da una parte e adesso lo fanno dall'altra, senza sapere cosa sia la "cosa pubblica" e non hanno neanche avuto l'umiltà di imparare e oggi si ergono a protagoniste, credendo di saper usare la bocca anche per parlare. Adesso basta, governeremo questa città per i prossimi 10 anni con un sindaco scelto da noi. Mettetevi l'anima in pace. Buona notte.».

L'attacco, chiuso da una frase di cattivo gusto nei confronti della consigliera di opposizione, indigna il pubblico del web, anche perché lascia passare gli elettori come semplici strumenti di attuazione di una volontà precostituita.
Sui social network e con ping pong di comunicati stampa, hanno risposto in tanti, per chiarire che, a prescindere dal contenuto del messaggio, la forma andava rettificata, perché offensiva.