«Dieci giorni terribili, ma ora per fortuna sto bene». Parla il secondo guarito dal Coronavirus a Bisceglie
Il 52enne dipendente di Universo Salute si racconta a BisceglieViva: «Dovremo metterci tanta attenzione, ma ce la faremo»
lunedì 20 aprile 2020
16.50
Il peggio, per fortuna, è alle spalle, ma ritrovarsi scaraventati di colpo nel tunnel di una malattia di cui non si sa ancora abbastanza ha rappresentato un'esperienza durissima. Secondo guarito dal Coronavirus a Bisceglie in ordine cronologico, il 52enne dipendente di Universo Salute adesso sta bene ed è pronto per tornare al lavoro.
L'uomo, costretto alla quarantena domiciliare a seguito dell'esito positivo sui tamponi cui è stato sottoposto a inizio aprile, ha raccontato la sua storia in un'intervista a BisceglieViva.
Hai vinto la tua battaglia contro il Covid-19: quali sono le tue condizioni di salute?
Ora, per fortuna, sto bene. I giorni più terribili, di certo, sono stati una decina, dal momento in cui ho scoperto di essere risultato positivo: ho avuto febbre alta in modo costante e accusato altri problemi dovuti a una terapia antivirale. Poi la temperatura corporea è scesa e la situazione è migliorata. Ho potuto tirare un sospiro di sollievo.
Ci sono stati dei momenti, nel corso della quarantena, in cui hai pensato di cedere?
No, nessun cedimento, nessuna paura particolare. La fase più difficile, psicologicamente, è stata quella in cui mi è stata comunicata la positività: mi sono trovato catapultato in una situazione che fino a quel momento non mi apparteneva e per di più è un po' un'incognita in senso generale.
Le tue origini non sono biscegliesi ma risiedi qui da tempo...
Sono nativo di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, ma lavoro e vivo a Bisceglie, dove svolgo la professione di operatore socio-sanitario nella struttura di Universo Salute-Opera Don Uva.
Ti senti una persona diversa dopo aver affrontato due settimane davvero difficili dal punto di vista fisico e mentale? Cosa lascia un'esperienza del genere?
Non mi sento tanto diverso quanto fortunato, quello sì. Mi manca la vita di prima e già pensare al fatto che ci sarà, per tutti, un prima e un dopo, dà l'idea del periodo che stiamo passando.
Quanto è importante, in questa fase così difficile, rispettare le misure del governo e restare a casa?
Restare a casa non è stato un grosso problema per me: vivo quasi tutto l'anno in campagna, a oltre due chilometri dal centro della città. Mi tengo già molto impegnato nel tempo libero occupandomi di cani, gatti e galline, oltre che del mio bel pezzettino di terreno e dell'orto.
La situazione è preoccupante e credo che non sia ancora sotto controllo: sarà fondamentale trovare un vaccino ma nel frattempo bisognerà convivere con questo virus. Dovremo metterci tanta attenzione, ma ce la faremo.
L'uomo, costretto alla quarantena domiciliare a seguito dell'esito positivo sui tamponi cui è stato sottoposto a inizio aprile, ha raccontato la sua storia in un'intervista a BisceglieViva.
Hai vinto la tua battaglia contro il Covid-19: quali sono le tue condizioni di salute?
Ora, per fortuna, sto bene. I giorni più terribili, di certo, sono stati una decina, dal momento in cui ho scoperto di essere risultato positivo: ho avuto febbre alta in modo costante e accusato altri problemi dovuti a una terapia antivirale. Poi la temperatura corporea è scesa e la situazione è migliorata. Ho potuto tirare un sospiro di sollievo.
Ci sono stati dei momenti, nel corso della quarantena, in cui hai pensato di cedere?
No, nessun cedimento, nessuna paura particolare. La fase più difficile, psicologicamente, è stata quella in cui mi è stata comunicata la positività: mi sono trovato catapultato in una situazione che fino a quel momento non mi apparteneva e per di più è un po' un'incognita in senso generale.
Le tue origini non sono biscegliesi ma risiedi qui da tempo...
Sono nativo di Ariano Irpino, in provincia di Avellino, ma lavoro e vivo a Bisceglie, dove svolgo la professione di operatore socio-sanitario nella struttura di Universo Salute-Opera Don Uva.
Ti senti una persona diversa dopo aver affrontato due settimane davvero difficili dal punto di vista fisico e mentale? Cosa lascia un'esperienza del genere?
Non mi sento tanto diverso quanto fortunato, quello sì. Mi manca la vita di prima e già pensare al fatto che ci sarà, per tutti, un prima e un dopo, dà l'idea del periodo che stiamo passando.
Quanto è importante, in questa fase così difficile, rispettare le misure del governo e restare a casa?
Restare a casa non è stato un grosso problema per me: vivo quasi tutto l'anno in campagna, a oltre due chilometri dal centro della città. Mi tengo già molto impegnato nel tempo libero occupandomi di cani, gatti e galline, oltre che del mio bel pezzettino di terreno e dell'orto.
La situazione è preoccupante e credo che non sia ancora sotto controllo: sarà fondamentale trovare un vaccino ma nel frattempo bisognerà convivere con questo virus. Dovremo metterci tanta attenzione, ma ce la faremo.