Discariche abusive a Bisceglie: ecco la mappa degli 84 siti censiti da Pro Natura
Rispetto al 2004 censiti 45 siti in più, anche se la differenziata cresce: c'è vero risparmio?
venerdì 2 giugno 2017
11.30
La raccolta differenziata sale al 65% e Bisceglie quest'anno non pagherà l'ecotassa. In proporzione, cresce anche il quantitativo totale dei rifiuti conferiti, ma l'abbandono abusivo - carte alla mano - anziché diminuire proporzionalmente, aumenta a dismisura.
Sono 84 i siti utilizzati per l'abbandono illegale di rifiuti, dei quali 4 su suolo privato, 2 in aree demaniali costiere, 72 ai margini delle strade e 6 in luoghi di accumulo che vengono periodicamente sanati, per un ammontare di centinaia di metri cubi di spazzatura.
I dati sono esito del nuovo monitoraggio del territorio di Bisceglie effettuato dai volontari del gruppo locale della Federazione Nazionale Pro Natura, che hanno avuto cura di fotografare, nell'arco di due mesi, tutti i siti censiti, percorrendo oltre 100 km e realizzando una mappa di tutti i siti di maggiori dimensioni.
I dati raccolti sono con ogni probabilità sottostimati, perché i volontari, privi di strumentazione idonea al rilevamento, hanno lavorato "ad occhio".
Nulla si può dire del peso e della qualità effettiva dei rifiuti accatastati senza criterio nell'agro. Fatto sta che, occhio e croce, la bonifica dei suoli potrebbe costare al comune più di quanto ha risparmiato.
Ne è convinto Mauro Sasso, referente Pro Natura, che nell'intervista rilasciata a BisceglieViva si dice del tutto convinto della bontà della differenziata spinta, a patto di controlli serratissimi all'agro.
LA MAPPA DELLE MICRODISCARICHE NEL DETTAGLIO
Rispetto ad un analogo censimento eseguito nel 2004 dai volontari ambientalisti del WWF, ci sono 45 nuovi siti, oltre il 25% in più, mentre sono ancora utilizzati 34 siti già segnalati 13 anni fa.
«Altra novità negativa - spiegano i referenti Pro Natura - sono i roghi: abbiamo documentato quelli presso il molo vecchio, Strada del Carro, Carrara S. Croce e le complanari della SS16. Dall'analisi dei dati possiamo ipotizzare che il passaggio alla raccolta differenziata spinta ha acuito un fenomeno che persiste da tempo. Va detto che tale fenomeno è estremamente diffuso anche nelle città limitrofe e pertanto il monitoraggio vuole inquadrare la questione, affinchè le Autorità competenti possano trovare una soluzione definitiva al problema.
La distribuzione delle discariche è diffusa su tutto il territorio extraurbano. I luoghi preferiti sono le complanari della SS 16, forse per la possibilità di una rapida fuga di chi inquina, ma anche i ponti e i loro sottovia. La tipologia dei rifiuti è varia: elettrodomestici, scarti edilizi e di lavorazione industriale, materassi, vetro frantumato, copertoni, tubi in plastica, inerti, onduline forse in eternit/amianto ( 14 siti ), rifiuti speciali, vecchi mobili ed infissi. Situazioni di importanti cumuli si segnalano in via Mauro Contò, Via Stradelle, Via Macchione, Via Terlizzi e Via Crosta.
Particolarmente penalizzate sono le aree di interesse naturalistico e paesaggistico, come la zona Pantano-Ripalta ove si riscontrano zone di degrado e l'area di Lama di Croce, attraversata dal rivolo di acque reflue "Fosso Lama di Macina", nella quale sono stati individuati 7 siti.
Ci domandiamo come si è potuta verificare questa situazione, di chi siano le colpe e come se ne uscirà. Tuttavia non è nostra intenzione accusare chicchessia né polemizzare con le Autorità competenti, cui diamo massima fiducia e offriamo la nostra disponibilità al dialogo, né di creare inutili allarmismi.
Il raggiungimento di alte percentuali di raccolta differenziata, purtroppo, sarà vano se non verranno rapidamente bonificate le aree inquinate, ma affiche questi interventi siano efficaci è necessario ripristinare la legalità, applicando il regime sanzionatorio (amministrativo e penale) previsto dal T.U. Ambientale (D.Lgs 152/2006) e aumentando la vigilanza delle FF.OO. sul territorio. Auspichiamo, infine, una capillare campagna di sensibilizzazione dei cittadini sulle tematiche relative al corretto smaltimento dei rifiuti».
Sono 84 i siti utilizzati per l'abbandono illegale di rifiuti, dei quali 4 su suolo privato, 2 in aree demaniali costiere, 72 ai margini delle strade e 6 in luoghi di accumulo che vengono periodicamente sanati, per un ammontare di centinaia di metri cubi di spazzatura.
I dati sono esito del nuovo monitoraggio del territorio di Bisceglie effettuato dai volontari del gruppo locale della Federazione Nazionale Pro Natura, che hanno avuto cura di fotografare, nell'arco di due mesi, tutti i siti censiti, percorrendo oltre 100 km e realizzando una mappa di tutti i siti di maggiori dimensioni.
I dati raccolti sono con ogni probabilità sottostimati, perché i volontari, privi di strumentazione idonea al rilevamento, hanno lavorato "ad occhio".
Nulla si può dire del peso e della qualità effettiva dei rifiuti accatastati senza criterio nell'agro. Fatto sta che, occhio e croce, la bonifica dei suoli potrebbe costare al comune più di quanto ha risparmiato.
Ne è convinto Mauro Sasso, referente Pro Natura, che nell'intervista rilasciata a BisceglieViva si dice del tutto convinto della bontà della differenziata spinta, a patto di controlli serratissimi all'agro.
LA MAPPA DELLE MICRODISCARICHE NEL DETTAGLIO
Rispetto ad un analogo censimento eseguito nel 2004 dai volontari ambientalisti del WWF, ci sono 45 nuovi siti, oltre il 25% in più, mentre sono ancora utilizzati 34 siti già segnalati 13 anni fa.
«Altra novità negativa - spiegano i referenti Pro Natura - sono i roghi: abbiamo documentato quelli presso il molo vecchio, Strada del Carro, Carrara S. Croce e le complanari della SS16. Dall'analisi dei dati possiamo ipotizzare che il passaggio alla raccolta differenziata spinta ha acuito un fenomeno che persiste da tempo. Va detto che tale fenomeno è estremamente diffuso anche nelle città limitrofe e pertanto il monitoraggio vuole inquadrare la questione, affinchè le Autorità competenti possano trovare una soluzione definitiva al problema.
La distribuzione delle discariche è diffusa su tutto il territorio extraurbano. I luoghi preferiti sono le complanari della SS 16, forse per la possibilità di una rapida fuga di chi inquina, ma anche i ponti e i loro sottovia. La tipologia dei rifiuti è varia: elettrodomestici, scarti edilizi e di lavorazione industriale, materassi, vetro frantumato, copertoni, tubi in plastica, inerti, onduline forse in eternit/amianto ( 14 siti ), rifiuti speciali, vecchi mobili ed infissi. Situazioni di importanti cumuli si segnalano in via Mauro Contò, Via Stradelle, Via Macchione, Via Terlizzi e Via Crosta.
Particolarmente penalizzate sono le aree di interesse naturalistico e paesaggistico, come la zona Pantano-Ripalta ove si riscontrano zone di degrado e l'area di Lama di Croce, attraversata dal rivolo di acque reflue "Fosso Lama di Macina", nella quale sono stati individuati 7 siti.
Ci domandiamo come si è potuta verificare questa situazione, di chi siano le colpe e come se ne uscirà. Tuttavia non è nostra intenzione accusare chicchessia né polemizzare con le Autorità competenti, cui diamo massima fiducia e offriamo la nostra disponibilità al dialogo, né di creare inutili allarmismi.
Il raggiungimento di alte percentuali di raccolta differenziata, purtroppo, sarà vano se non verranno rapidamente bonificate le aree inquinate, ma affiche questi interventi siano efficaci è necessario ripristinare la legalità, applicando il regime sanzionatorio (amministrativo e penale) previsto dal T.U. Ambientale (D.Lgs 152/2006) e aumentando la vigilanza delle FF.OO. sul territorio. Auspichiamo, infine, una capillare campagna di sensibilizzazione dei cittadini sulle tematiche relative al corretto smaltimento dei rifiuti».