Drammatica seduta di consiglio comunale

Le proteste veementi degli "8 bis" sfociano in rivelazioni clamorose, tutte da accertare. Casella: «Trasmetterò registrazioni e verbali a Procura e ispettorato del lavoro»

martedì 10 dicembre 2019 10.00
A cura di Vito Troilo
La riunione del consiglio comunale di Bisceglie di lunedì 9 dicembre si è conclusa ben oltre la mezzanotte con l'approvazione dei due punti iscritti all'ordine del giorno in assenza degli esponenti delle minoranze (con l'eccezione di Vittorio Fata). La maggioranza ha riapprovato il Documento unico di programmazione 2019-2021, già presentato in aula il 16 marzo e bocciato (nel metodo, non nel merito) dal Tar lo scorso 18 novembre. È passata anche la norma per l'esercizio del diritto all'istruzione e alla formazione secondo le disposizioni della legge regionale n° 31 del 2009. Questo l'esito "tecnico" di una seduta nel corso della quale è accaduto davvero di tutto.

Congelata la questione dei sei lavoratori de "La pulita" (addetti al servizio di pulizia degli immobili comunali) che avevano deciso di organizzare un sit in - per il momento sospeso - davanti a Palazzo San Domenico, la massima assise cittadina è stata investita della vicenda dei lavoratori comunali "8 bis", la cui protesta ha scatenato una serie di reazioni e rivelazioni dalle conseguenze inimmaginabili.

Il dibattito preliminare è stato caratterizzato da episodi gravissimi e del tutto inediti per il consiglio. Un uomo ha affermato ad altissima voce - ascoltato da tutti i presenti - di essere stato chiamato a lavorare "in nero" e non aver ancora ricevuto quanto gli sarebbe spettato, facendo persino nomi e cognomi di coloro che avrebbero "commissionato" questi interventi. Frasi di una rilevanza inaudita la cui attendibilità andrà verificata in altre sedi e da chi possiede il diritto e le competenze per farlo. I media è giusto che si limitino a riportare quanto accaduto.

Il confronto si è surriscaldato: opposizioni furibonde, esponenti di giunta e maggioranza nel più evidente imbarazzo... Il presidente Gianni Casella ha dovuto addirittura sospendere la seduta per evitare che la discussione degenerasse ulteriormente e che qualche componente dell'assemblea potesse pronunciare parole di cui pentirsi successivamente. Nel riprendere i lavori, Casella ha comunicato ufficialmente l'intenzione di trasmettere tutte le registrazioni e i verbali della riunione a Procura della repubblica e ispettorato del lavoro per le dovute verifiche.

Il dibattito sul Dup è stato contrassegnato dalle richieste di chiarimenti delle minoranze, rivolte al dirigente dell'area finanziaria Angelo Pedone e al segretario Francesco Lazzaro, presente per l'occasione in sostituzione di Antonella Fiore. Quando è parso evidente che, per una serie di ragioni tecniche, il documento sarebbe stato ripresentato identico per filo e per segno, i sei vincitori del ricorso al Tar hanno deciso di abbandonare l'aula. Mauro Sasso ha potuto illustrare i 70 emendamenti su cui la maggioranza ha espresso una contrarietà politica, motivata dal sindaco Angarano, senza che però si sia entrato nel merito di uno solo di essi. Ma l'impressione è che la seduta sarà ricordata per ciò che è successo un paio d'ore prima.