Due medici sotto accusa per la morte della biscegliese Vincenza Brescia
Accolta la richiesta della famiglia della donna, deceduta a dicembre 2022 dopo le complicazioni di un intervento
martedì 9 gennaio 2024
15.11
Svolta giudiziaria nel caso della morte della 51enne biscegliese Vincenza Brescia, avvenuta a dicembre 2022 presso l'ospedale "San Paolo" di Bari: i due medici in servizio nella struttura ospedaliera sono stati accusati di cooperazione in omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario.
I familiari della donna hanno chiesto e ottenuto di costituirsi come parte civile nel procedimento. Il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, ha accolto questa richiesta, stabilendo che la famiglia della vittima possa essere coinvolta nel processo.
Gli imputati sono il primario dell'unità operativa di chirurgia del "San Paolo" e un dirigente medico. Il procedimento giudiziario ha sottolineato le circostanze particolari della morte della donna, entrata in sala operatoria per un intervento di laparoscopia all'addome ma, secondo le ricostruzioni dell'accusa, ha subito una laparotomia pararettale destra, procedura più invasiva di quella programmata. La paziente è stata dimessa quattro giorni dopo l'intervento, precocemente secondo il pubblico ministero che sostiene anche che i sintomi manifestati dalla donna siano stati trascurati. Il secondo ricovero, infatti, sarebbe arrivato troppo tardi e avrebbe causato la morte della donna dopo diversi giorni.
Gli avvocati dei familiari hanno espresso soddisfazione per il riconoscimento della loro costituzione come parte civile, sottolineando la loro convinzione di un errore medico che cercheranno di dimostrare nel corso del dibattimento. Il caso ora procederà con ulteriori sviluppi durante le udienze successive.
I familiari della donna hanno chiesto e ottenuto di costituirsi come parte civile nel procedimento. Il giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, ha accolto questa richiesta, stabilendo che la famiglia della vittima possa essere coinvolta nel processo.
Gli imputati sono il primario dell'unità operativa di chirurgia del "San Paolo" e un dirigente medico. Il procedimento giudiziario ha sottolineato le circostanze particolari della morte della donna, entrata in sala operatoria per un intervento di laparoscopia all'addome ma, secondo le ricostruzioni dell'accusa, ha subito una laparotomia pararettale destra, procedura più invasiva di quella programmata. La paziente è stata dimessa quattro giorni dopo l'intervento, precocemente secondo il pubblico ministero che sostiene anche che i sintomi manifestati dalla donna siano stati trascurati. Il secondo ricovero, infatti, sarebbe arrivato troppo tardi e avrebbe causato la morte della donna dopo diversi giorni.
Gli avvocati dei familiari hanno espresso soddisfazione per il riconoscimento della loro costituzione come parte civile, sottolineando la loro convinzione di un errore medico che cercheranno di dimostrare nel corso del dibattimento. Il caso ora procederà con ulteriori sviluppi durante le udienze successive.