Elezioni, Napoletano: «Le troppe liste? Un trucco di Spina imitato anche dagli altri»

Il candidato sindaco de "Il faro": «Per centinaia di poveri illusi vale il motto biblico "Molti saranno i chiamati, pochi gli eletti"»

mercoledì 19 aprile 2023 9.16
«Una delle cose più deprecabili di questa campagna elettorale biscegliese per le comunali è l'incredibile proliferare di liste (ben 34!), che già suscitano un moto di ripulsa nella maggioranza degli elettori». Lo ha sostenuto Franco Napoletano, candidato sindaco sostenuto dalla lista "Il faro".

«Lungi dall'essere un positivo allargamento della partecipazione, in realtà questo fenomeno rappresenta una perversione della democrazia. Infatti, siamo al cospetto di diverse centinaia di "candidati", che, per cinque lunghi anni, si sono completamente disinteressati delle vicende comunali ed oggi, improvvisamente, scoprono l'interesse verso la cosa pubblica.
Vanità, onanismo elettorale di chi si trastulla con il proprio nome sulle liste e si bea delle foto sui "santini"?
Probabilmente c'è anche questo, ma le motivazioni appaiono più complesse» ha osservato.

«Le troppe liste sono un'invenzione ed un trucco, già da alcune campagne elettorali a questa parte, del candidato sindaco Francesco Spina, tanto vituperato quanto imitato dai suoi detrattori.
Spina, dopo avere sbandierato 18 liste, ha dovuto ridurre le sue pretese a 14 liste ma dopo avere assoldato truppe dalla "Legione straniera" in quel di Molfetta.
Sia ben chiaro, la maggior parte di quelle liste sono "vuote", come ampiamente verificato nelle precedenti competizioni.

Il sindaco uscente Angarano, per non essere da meno, ne propone 11 ed il già vicesindaco Fata, alter ego di Spina, che sostiene di essere "per bene", si ferma ad 8.
Lo scrivente, andando controcorrente, si accontenta di proporne solo una, quella de Il Faro, allestita in pochi giorni e non negli ultimi due-tre anni» ha aggiunto l'esponente comunista.

«Perché un numero spropositato di liste, anche se in massima parte vuote?
Da un lato si mira a coprire le debolezze dei candidati sindaci, che senza tante liste scoprirebbero di avere pochissimi consensi personali.
Dall'altro ad ingenerare nell'opinione pubblica il convincimento che quel candidato sindaco, con tutte quelle liste, sia destinato sicuramente a vincere la competizione (mah!), anzi, abbia già vinto (boom!)
Infatti, di Spina, mediamente, la gente non ne parla benissimo; di Angarano, il giudizio è fortemente negativo per come ha amministrato in questi anni; mentre Fata non accende di certo gli entusiasmi.
Di Napoletano si parla per lo più bene e si ricordano le innumerevoli opere realizzate in città, a differenza degli attuali competitors, ma… Con una lista, dove va?
Gli elettori sovente mostrano una memoria corta e non ricordano che Napoletano nel 1998 vinse con sole due liste, a riprova del fatto che le liste contano ma le persone dei candidati sindaci contano molto di più!» ha aggiunto.

«Non a caso la legge ha introdotto il "voto disgiunto": l'elettore può votare per il parente o l'amico, ma anche per un candidato sindaco diverso da quello del parente o dell'amico.
In tutta sincerità, è stato proprio il voto disgiunto la forza del candidato Napoletano.
Almeno al primo turno, perché al ballottaggio, quando c'è arrivato, non c'è mai stata partita, in quanto nell'uomo contro uomo e senza le liste, Napoletano non ha mai avuto avversari.
Il vero problema della moltitudine delle liste ve ben oltre la vanità, il provincialismo ed i trucchi dei candidati sindaco.
A molti elettori, con la propensione a vendersi ed a barattare la propria dignità, taluni candidati sindaco prospettano questa eventualità: "Vuoi il favore? Vuoi il lavoro per te o per i tuoi figli? Allora ti devi candidare in una delle mie liste e ti valuterò per il numero di voti che mi porterai!
Ed ancora.
"Candidati con me, fatti eleggere consigliere e ti nominerò assessore!"
E fu così che la giunta risultò composta da un centinaio di assessori!
Ovviamente, passata la festa, gabbato lo Santo: niente favori, niente lavoro, niente assessorati (che a mala pena bastano per gli amici più fidati), ma, intanto, i fessacchiotti ci sono cascati!
Alle centinaia di poveri illusi, ricordiamo, sebbene in altro contesto, la massima del Vangelo secondo Matteo: "Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti" (Mt 22,1-14)» ha evidenziato Napoletano.

«Come, con questi metodi, ci possa essere un cambiamento o, perfino, una rinascita della città, rimane un mistero!
In tal modo, non rinascerebbe la città, ma rinascerebbero solo alcuni personaggi, ormai agli ultimi fuochi di Pompei.
Non ne parliamo, poi, di quei candidati sindaco che passano senza remore o vergogna da un partito all'altro, in caccia di fortuna.
Politica intesa come legalità, onestà, coerenza, idealità, spirito di servizio, solidarietà, esperienza, capacità, cultura, bene comune? Roba d'altri tempi!
Oggi, evidentemente, contano soprattutto i soldi, che tutto contaminano, anche le coscienze.
E più spendono, più pensano di recuperare quello ed altro.
La politica serve per "mangiare", come trampolino di lancio per la propria sete di potere, una droga che manda in crisi di astinenza chi brama poltrone.
Avrei voluto un rinnovamento della classe dirigente, un affacciarsi sulla scena politica ed amministrativa di nuovi ed autorevoli soggetti della società cosiddetta civile, che avessero il coraggio di assumersi delle responsabilità, come sindaco e non solo come consigliere, verso il bene comune.
Non è stato possibile e con il nuovo che non avanza il vecchio ceto politico sta sempre là, rapace, pronto a raggiungere il tornaconto personale di chi vuole fare il sindaco a tutti i costi.
Non avrei voluto candidarmi, ma, in tutta franchezza, se i candidati sono Spina, Angarano o Fata, rispetto a costoro credo di poter dare ancora molto e di più alla nostra città.
Ho ancora energie, capacità, cultura e determinazione per trasformare ancora una volta Bisceglie, come ho già dimostrato di saper fare.
Esperienza e nuove generazioni devono costituire il fondamento su cui costruire un avvenire di progresso. Per trasformare il presente e costruire il futuro, però, bisogna sbarrare la strada agli opportunisti, ai trasformisti, ai traditori, agli approfittatori, a coloro che vogliono utilizzare la politica solo per porre al di sopra di tutto i propri interessi.
Altro che le tante liste: occorre amore verso la propria città!
Noi siamo diversi» ha concluso Napoletano.