Elezioni provinciali a rischio?

Tra ricorsi e controricorsi non è da escludere la clamorosa possibilità di un rinvio

lunedì 22 ottobre 2018 15.31
Sono 24 al momento i candidati ma, a meno di dieci giorni dalla data del voto, ovvero mercoledì 31 ottobre, potrebbero anche diventare 18 o addirittura 6 se il Tar dovesse decidere per l'inammissibilità di due liste, "Fronte democratico per la Bat" ed "Insieme per la Bat", la prima che fa capo all'ex presidente della provincia ed ex sindaco di Bisceglie, Francesco Spina (area Emiliano), esclusa dalla competizione dall'ufficio elettorale provinciale, perché autenticata da un segretario generale comunale, sulla seconda, presentata dal centrodestra, pende un ricorso al Tribunale amministrativo e se ne chiede l'esclusione.

Infine c'è anche un terzo ricorso, questa volta in autotutela della lista del Pd (ammessa alla competizione) per l'esclusione della lista di centrodestra "Insieme per la Bat" per alcune illegittimità riferite ad un cambio in extremis del nome di uno dei 12 candidati, ovvero il consigliere comunale andriese Andrea Bachetta, sostituito in zona Cesarini dall'azzurra Micaela D'Avanzo. Se lo scenario fosse questo, e cioè se il Tar dovesse ritenere davvero fuori dalla competizione due delle tre liste, rimarrebbero solo i sei candidati del Partito democratico in corsa e dunque in numero non sufficiente per eleggere 12 consiglieri provinciali. Potrebbero, dunque, saltate le elezioni.

Ma questa è solo una delle ipotesi in campo, nelle prossime ore la decisione del Giudice amministrativo chiarirà la vicenda, intanto il clima sembra essere quello del "tutti contro tutti" con i segretari provinciali di Forza Italia, Luigi De Mucci, Noi con l'Italia, Benedetto Fucci, e Fratelli d'Italia, Raimondo Lima, che parlano di un «teatrino messo in scena solo per distruggere e magari evitare il controllo di un consiglio autonomo» a cui replicano i consiglieri comunali dei gruppi del centrodestra andiese (Andria in movimento, Andria possibile, Catuma, Alleanza per Andria, Andria più, Lega, Noi con Salvini e Fratelli d'Italia) che avrebbero preferito «un mea culpa chiaro e netto per il caos generato. Cari coordinatori provinciali e affini, che nei consigli comunali delle città della Bat non rappresentate nessuno se non voi stessi, dovevate solo pronunciare o scrivere una parola alla luce di quanto accaduto: dimissioni».

A metà pomeriggio di lunedì si conosceranno le decisioni del Tribunale amministrativo regionale e solo allora si capiranno le sorti del voto, se ce ne sarà uno, e le ripercussioni che queste nette prese di posizione di esponenti politici avranno nelle singole città e nel più generale quadro provinciale. Una cosa sembra ormai certa: che la coabitazione a Palazzo San Francesco tra tutti i maggiorenti del centrodestra sembra farsi sempre più difficile.