Elezioni provinciali, prende corpo l'ipotesi di un rinvio
In caso contrario, tre le candidature alla presidenza in piedi. I voti dei consiglieri biscegliesi potrebbero giocare un ruolo decisivo
mercoledì 11 settembre 2019
L'appuntamento sarebbe fissato giovedì 26 settembre ma la possibilità di un rinvio alla primavera del 2020, quasi in concomitanza con le elezioni regionali e amministrative in tre dei dieci comuni della Bat (i capoluoghi Andria e Trani oltre che Minervino Murge), sembra prendere corpo col trascorrere delle ore. Non che qualcuno ci perda il sonno ma occorrerà, prima o poi, eleggere un nuovo presidente della provincia.
La situazione è ingarbugliata: Nicola Giorgino, titolare del ruolo, è decaduto a seguito dello scioglimento del consiglio comunale di Andria e gli è subentrato Pasquale De Toma, esponente tranese di Forza Italia nominato vicepresidente pochi giorni prima dell'acuirsi della crisi amministrativa andriese e ora facente funzioni.
L'impasse è evidente, al punto che nei giorni scorsi due consiglieri regionali, Nino Marmo e Sabino Zinni, entrambi di Andria ma appartenenti a schieramenti contrapposti, hanno proposto lo slittamento in ragione del fatto che, nel caso di voto a fine settembre, la loro città non sarebbe rappresentata. Le elezioni provinciali si svolgono con un format di secondo livello: non sono i cittadini a esprimersi ma sindaci e consiglieri comunali. Furono, per esempio, i 16 voti compatti dei componenti della maggioranza e del sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano a determinare l'elezione di Pierpaolo Pedone in consiglio provinciale.
De Toma ha fatto sapere di essere favorevole a un rinvio - e alla prosecuzione del suo mandato di facente funzioni - ma che avrebbe gradito «supporto giuridico per giustificare tale eventualità». L'istanza congiunta di Marmo e Zinni è stata inoltrata «al ministero dell'interno e al ministero per gli affari regionali chiedendo determinazioni in merito alla possibilità di posticipare l'elezione del nuovo presidente della Provincia Bat alla primavera del 2020» ha aggiunto, mandando il pallone nel campo del ministro biscegliese Francesco Boccia.
Sullo sfondo, un quadro frammentato. Nel caso in cui si dovesse votare giovedì 26 settembre, con Andria fuori dai giochi e considerando l'assenza del Movimento 5 Stelle (che non riconosce le province e quindi non partecipa), piuttosto incisiva per i voti che mancheranno dall'intera maggioranza che sostiene Roberto Morra a Canosa, il centrodestra sembrerebbe propenso a portare avanti la candidatura del sindaco di Trinitapoli Francesco Di Feo mentre sul fronte avverso è quasi certo che i pretendenti saranno due: il primo cittadino di Barletta Mino Cannito e il sindaco di Margherita di Savoia Bernardo Lodispoto. I voti dei 15+1 elettori biscegliesi potrebbero risultare decisivi.
© riproduzione riservata
La situazione è ingarbugliata: Nicola Giorgino, titolare del ruolo, è decaduto a seguito dello scioglimento del consiglio comunale di Andria e gli è subentrato Pasquale De Toma, esponente tranese di Forza Italia nominato vicepresidente pochi giorni prima dell'acuirsi della crisi amministrativa andriese e ora facente funzioni.
L'impasse è evidente, al punto che nei giorni scorsi due consiglieri regionali, Nino Marmo e Sabino Zinni, entrambi di Andria ma appartenenti a schieramenti contrapposti, hanno proposto lo slittamento in ragione del fatto che, nel caso di voto a fine settembre, la loro città non sarebbe rappresentata. Le elezioni provinciali si svolgono con un format di secondo livello: non sono i cittadini a esprimersi ma sindaci e consiglieri comunali. Furono, per esempio, i 16 voti compatti dei componenti della maggioranza e del sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano a determinare l'elezione di Pierpaolo Pedone in consiglio provinciale.
De Toma ha fatto sapere di essere favorevole a un rinvio - e alla prosecuzione del suo mandato di facente funzioni - ma che avrebbe gradito «supporto giuridico per giustificare tale eventualità». L'istanza congiunta di Marmo e Zinni è stata inoltrata «al ministero dell'interno e al ministero per gli affari regionali chiedendo determinazioni in merito alla possibilità di posticipare l'elezione del nuovo presidente della Provincia Bat alla primavera del 2020» ha aggiunto, mandando il pallone nel campo del ministro biscegliese Francesco Boccia.
Sullo sfondo, un quadro frammentato. Nel caso in cui si dovesse votare giovedì 26 settembre, con Andria fuori dai giochi e considerando l'assenza del Movimento 5 Stelle (che non riconosce le province e quindi non partecipa), piuttosto incisiva per i voti che mancheranno dall'intera maggioranza che sostiene Roberto Morra a Canosa, il centrodestra sembrerebbe propenso a portare avanti la candidatura del sindaco di Trinitapoli Francesco Di Feo mentre sul fronte avverso è quasi certo che i pretendenti saranno due: il primo cittadino di Barletta Mino Cannito e il sindaco di Margherita di Savoia Bernardo Lodispoto. I voti dei 15+1 elettori biscegliesi potrebbero risultare decisivi.
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