Emiliano rompe gli indugi: «Necessario appoggio esterno Pd a M5S»
Nuovi scenari in vista, anche per le realtà locali?
lunedì 12 marzo 2018
20.09
«Stasera, come ha detto Maurizio Martina, è finita una fase importante del Pd che per semplicità qualcuno ha chiamato renzismo ed è cominciata una nuova fase difficile, complessa che è un nuovo inizio che Martina ha addirittura definito fare costituente del nuovo PD».
A dirlo, ai giornalisti, il presidente della regione Puglia e leader di Frontedem (Michele Emiliano, a margine della direzione del partito. Nuovi scenari, quindi per un Pd che vede Renzi dimissionario e di fatto, con l'avvio della nuova corsa alla segreteria, lascia presagire delle possibili, importanti novità.
"Volevo solo dire una cosa - ha aggiunto- che abbiamo un sistema elettorale proporzionale completamente diverso da quello precedente nel quale dire chi ha vinto o chi ha perso non è così semplice, come nell'elezione di un sindaco o di un presidente di regione. Per come sono andate le cose, il Pd è ancora un partito determinante, quindi abbiamo un ruolo determinante per dare al Paese un governo. Lo interpreteremo con grande senso di responsabilità come ci ha chiesto il Presidente della Repubblica, ma ovviamente noi non possiamo sostenere l'idea che il Pd vada all'opposizione, peraltro non si sa di quale governo, mandando in stallo la democrazia italiana.
Abbiamo però apprezzato la voglia di unità e di direzione collegiale del partito di Martina, e quindi la mia area darà un'astensione di incoraggiamento a Martina verso un'apertura che consenta all'Italia di essere governata.
Ovviamente, da questo momento in poi collaboreremo con il segretario e cercheremo in tutti i modi di fare in modo che questo paese abbia presto un governo, sia pure un governo di minoranza con il nostro appoggio esterno. Questo è chiaro. Come è accaduto altre volte nella storia d'Italia.
L'accordo con i 5 stelle non è una questione di volontà, ma di maturazione di un processo politico inevitabile.
In questo momento, apriamo una discussione dentro il Pd per trovare il modo di fare un governo, escludendo di fare un governo con la destra guidata da Salvini con una forza politica antieuropeista che metterebbe in difficolta il Pd e il Pse. Per noi è impossibile fare un governo con una coalizione antieuropeache che viene festeggiata dalla Le Pen. Sarebbe una cosa contraddittoria con la nostra storia. Naturalmente, però, capiamo che in questo momento il Pd vuole attendere la prima mossa da parte del movimento 5 stelle e delle forze politiche che hanno avuto più voti di noi. Voglio però ricordare che il Pd ha più voti della Lega e ha più voti di Forza Itala. Con questo sistema elettorale gli italiani votano e poi si fanno programmi e governi. E il Pd è in campo. Non faremo l'Aventino che rischia di mettere in difficoltà la democrazia italiana. Lega, Forza Italia e Movimento 5 stelle hanno la maggioranza e possono cambiare la Costituzione, persino senza referendum e questo non possiamo consentirlo. Dobbiamo evitare che l'Aventino del Pd metta in pericolo la democrazia italiana».
A dirlo, ai giornalisti, il presidente della regione Puglia e leader di Frontedem (Michele Emiliano, a margine della direzione del partito. Nuovi scenari, quindi per un Pd che vede Renzi dimissionario e di fatto, con l'avvio della nuova corsa alla segreteria, lascia presagire delle possibili, importanti novità.
"Volevo solo dire una cosa - ha aggiunto- che abbiamo un sistema elettorale proporzionale completamente diverso da quello precedente nel quale dire chi ha vinto o chi ha perso non è così semplice, come nell'elezione di un sindaco o di un presidente di regione. Per come sono andate le cose, il Pd è ancora un partito determinante, quindi abbiamo un ruolo determinante per dare al Paese un governo. Lo interpreteremo con grande senso di responsabilità come ci ha chiesto il Presidente della Repubblica, ma ovviamente noi non possiamo sostenere l'idea che il Pd vada all'opposizione, peraltro non si sa di quale governo, mandando in stallo la democrazia italiana.
Abbiamo però apprezzato la voglia di unità e di direzione collegiale del partito di Martina, e quindi la mia area darà un'astensione di incoraggiamento a Martina verso un'apertura che consenta all'Italia di essere governata.
Ovviamente, da questo momento in poi collaboreremo con il segretario e cercheremo in tutti i modi di fare in modo che questo paese abbia presto un governo, sia pure un governo di minoranza con il nostro appoggio esterno. Questo è chiaro. Come è accaduto altre volte nella storia d'Italia.
L'accordo con i 5 stelle non è una questione di volontà, ma di maturazione di un processo politico inevitabile.
In questo momento, apriamo una discussione dentro il Pd per trovare il modo di fare un governo, escludendo di fare un governo con la destra guidata da Salvini con una forza politica antieuropeista che metterebbe in difficolta il Pd e il Pse. Per noi è impossibile fare un governo con una coalizione antieuropeache che viene festeggiata dalla Le Pen. Sarebbe una cosa contraddittoria con la nostra storia. Naturalmente, però, capiamo che in questo momento il Pd vuole attendere la prima mossa da parte del movimento 5 stelle e delle forze politiche che hanno avuto più voti di noi. Voglio però ricordare che il Pd ha più voti della Lega e ha più voti di Forza Itala. Con questo sistema elettorale gli italiani votano e poi si fanno programmi e governi. E il Pd è in campo. Non faremo l'Aventino che rischia di mettere in difficoltà la democrazia italiana. Lega, Forza Italia e Movimento 5 stelle hanno la maggioranza e possono cambiare la Costituzione, persino senza referendum e questo non possiamo consentirlo. Dobbiamo evitare che l'Aventino del Pd metta in pericolo la democrazia italiana».