Epass Bisceglie, torna operativo il consultorio familiare
Riprendono gli incontri in sede
mercoledì 8 luglio 2020
14.02
Torna operativo il consultorio familiare di Epass Bisceglie. Dopo la fase di chiusura forzata della struttura, a causa dell'emergenza Covid-19, il servizio socio-assistenziale riprenderà regolarmente la propria attività, in sede. Si conclude così "Io sono qui che ti ascolto", lo sportello di ascolto telefonico attraverso il quale i professionisti volontari del consultorio non hanno mai fatto mancare il sostegno e la vicinanza alla popolazione del territorio.
Da inizio luglio, il consultorio Epass ha aderito a "Rete che ascolta", progetto della Chiesa Italiana che collega 63 consultori familiari e mette a disposizione le competenze di 309 operatori attraverso il numero 06 81159111 o, per le persone con disabilità, attraverso la mail pastoraledisabili@chiesacattolica.it.
«Ascoltare i bisogni delle famiglie e supportarle in questa fase delicata della ripartenza, segnata dall'incertezza, dalle difficoltà economiche e da problematiche legate alla disabilità»: questo l'obiettivo dell'iniziativa, promossa dall'Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia, dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e dalla Caritas italiana, in collaborazione con la Conferenza dei consultori familiari di ispirazione cristiana e l'Unione consultori italiani prematrimoniali e matrimoniali. Un progetto che nasce per garantire «una forma di prossimità alle tante persone che, nella fase 2 e 3 della pandemia, vivono situazioni di disorientamento e disagio, oltre che l'offerta di un servizio in rete a 360 gradi».
Da inizio luglio, il consultorio Epass ha aderito a "Rete che ascolta", progetto della Chiesa Italiana che collega 63 consultori familiari e mette a disposizione le competenze di 309 operatori attraverso il numero 06 81159111 o, per le persone con disabilità, attraverso la mail pastoraledisabili@chiesacattolica.it.
«Ascoltare i bisogni delle famiglie e supportarle in questa fase delicata della ripartenza, segnata dall'incertezza, dalle difficoltà economiche e da problematiche legate alla disabilità»: questo l'obiettivo dell'iniziativa, promossa dall'Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia, dal Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e dalla Caritas italiana, in collaborazione con la Conferenza dei consultori familiari di ispirazione cristiana e l'Unione consultori italiani prematrimoniali e matrimoniali. Un progetto che nasce per garantire «una forma di prossimità alle tante persone che, nella fase 2 e 3 della pandemia, vivono situazioni di disorientamento e disagio, oltre che l'offerta di un servizio in rete a 360 gradi».