Carabiniere in congedo morto in Brasile, i familiari: «Abbandonato dallo Stato. Rivogliamo la salma»
De Mucci e Marmo, di Forza Italia, tramite i senatori Gasparri e Romani e il segretario regionale Vitali, si sono attivati presso la Farnesina per riportare in Italia le spoglie dell'ex militare
giovedì 30 novembre 2017
9.34
La morte di Mario Simone, il 51enne carabiniere di origini biscegliesi in congedo trasferito in Brasile e barbaramente ucciso a seguito dell'ennesima aggressione perpetrata da alcuni malviventi, ha sconvolto l'opinione pubblica e toccato la politica.
La tiepida risposta della Farnesina, che non ha manifestato disponibilità a farsi carico delle spese di trasporto della salma, ha spinto il consigliere regionale Nino Marmo e il commissario provinciale di Forza Italia Luigi De Mucci a interessare il segretario regionale Luigi Vitali e a richiedere l'intervento dei senatori Maurizio Gasparri e Paolo Romani per contattare i vertici del ministero degli Esteri.
«Un lavoro che stiamo portando avanti affinché possa essere resa giustizia ad un Servitore dello Stato e sia dato il doveroso sostegno alla sua famiglia» - hanno spiegato Marmo e De Mucci.
«Mario si era trasferito per vivere in maniera dignitosa con una pensione esigua» ha affermato Pasquale, un altro fratello della vittima, che risiede in Andria. «Aveva l'uniforme stampata sulla pelle e si è sempre adoperato per proteggere i più deboli.
La violenza brutale della malavita organizzata brasiliana lo ha sopraffatto, mentre è mancata un'azione repentina da parte dello Stato italiano, che rimane silente. Vogliamo uno Stato che faccia sentire la propria presenta agli italiani all'estero, che mostri fortemente la volontà di proteggere i suoi cittadini. Mio fratello è stato abbandonato dalle istituzioni e da chi avrebbe dovuto stargli accanto sin dal momento in cui è stato ferito.
Grazie all'intervento della stampa sembra che qualcosa si stia finalmente muovendo e chiediamo che l'Italia invii in Brasile un aereo militare per recuperare il corpo di mio fratello».
La tiepida risposta della Farnesina, che non ha manifestato disponibilità a farsi carico delle spese di trasporto della salma, ha spinto il consigliere regionale Nino Marmo e il commissario provinciale di Forza Italia Luigi De Mucci a interessare il segretario regionale Luigi Vitali e a richiedere l'intervento dei senatori Maurizio Gasparri e Paolo Romani per contattare i vertici del ministero degli Esteri.
«Un lavoro che stiamo portando avanti affinché possa essere resa giustizia ad un Servitore dello Stato e sia dato il doveroso sostegno alla sua famiglia» - hanno spiegato Marmo e De Mucci.
«Mario si era trasferito per vivere in maniera dignitosa con una pensione esigua» ha affermato Pasquale, un altro fratello della vittima, che risiede in Andria. «Aveva l'uniforme stampata sulla pelle e si è sempre adoperato per proteggere i più deboli.
La violenza brutale della malavita organizzata brasiliana lo ha sopraffatto, mentre è mancata un'azione repentina da parte dello Stato italiano, che rimane silente. Vogliamo uno Stato che faccia sentire la propria presenta agli italiani all'estero, che mostri fortemente la volontà di proteggere i suoi cittadini. Mio fratello è stato abbandonato dalle istituzioni e da chi avrebbe dovuto stargli accanto sin dal momento in cui è stato ferito.
Grazie all'intervento della stampa sembra che qualcosa si stia finalmente muovendo e chiediamo che l'Italia invii in Brasile un aereo militare per recuperare il corpo di mio fratello».