«Fatturati intaccati dal 30% al 90% nella seconda ondata»
L'analisi del Partenariato economico e sociale sulla situazione nella Bat
martedì 1 dicembre 2020
I componenti dei coordinamenti del Partenariato economico e sociale della Bat (Biagio D'Alberto e Ruggiero Di Benedetto per quello politico, Emmanuele Daluiso per quello tecnico) hanno inviato una nota ai Sindaci dei dieci comuni del territorio e al Prefetto, riguardo la situazione economica nella Provincia e all'impatto su di essa dell'emergenza Covid-19.
«La seconda ondata ha intaccato in modo drammatico l'economia locale, che già nella situazione pre-Covid si presentava fra le più deboli del Paese» hanno osservato. «La Bat è fra le province con il più basso Pil pro-capite e col Pil pro-capite più basso fra le province pugliesi, come evidenziano i dati di Eurostat» hanno aggiunto.
«Dai dati esaminati emergono, in particolare, alcune considerazioni: la Bat, come tutte le economie occidentali, esprime la transizione verso un'economia post-industriale, con una prevalente presenza del settore terziario, che risulta essere generalmente il settore maggiormente colpito dalla pandemia; la Bat è caratterizzata da una struttura produttiva legata a filiere, ovvero a catene del valore, in misura significativa legate ai mercati del nord Italia e ai mercati esteri, che pertanto hanno risentito e stanno risentendo della situazione di lockdown, che ha interessato le regioni settentrionale e i vari Paesi con cui l'Italia mantiene i principali rapporti commerciali (Germania, Francia, Inghilterra, Spagna).
Pur non essendoci dati precisi, al momento stimiamo che la seconda ondata della pandemia, salvo eccezioni, abbia intaccato i fatturati delle imprese locali da un minimo del 30% a un massimo del 90%, a seconda dei comparti considerati.
La Bat è, in questo momento, fra le province italiane che maggiormente stanno registrando la diffusione del virus, per quanto in via di miglioramento, come evidenziato dagli ultimi dati sul numero di nuovi casi per 100 mila abitanti. Sulla base di queste brevi, ma rilevanti considerazioni, emerge chiaramente la necessità per le attività economiche del territorio di accedere, pur essendo zona arancione, ai ristori che il Governo ha predisposto o che sta predisponendo per le zone rosse».
Gli estensori della nota ha invitato i Sindaci «visto il susseguirsi di ordinanze difformi nei vari comuni, ad assumere misure omogenee nei confronti del mondo delle imprese e del lavoro, salvo giustificati motivi locali, per evitare confusione sul territorio provinciale, sia da parte delle imprese che dei cittadini».
«La seconda ondata ha intaccato in modo drammatico l'economia locale, che già nella situazione pre-Covid si presentava fra le più deboli del Paese» hanno osservato. «La Bat è fra le province con il più basso Pil pro-capite e col Pil pro-capite più basso fra le province pugliesi, come evidenziano i dati di Eurostat» hanno aggiunto.
«Dai dati esaminati emergono, in particolare, alcune considerazioni: la Bat, come tutte le economie occidentali, esprime la transizione verso un'economia post-industriale, con una prevalente presenza del settore terziario, che risulta essere generalmente il settore maggiormente colpito dalla pandemia; la Bat è caratterizzata da una struttura produttiva legata a filiere, ovvero a catene del valore, in misura significativa legate ai mercati del nord Italia e ai mercati esteri, che pertanto hanno risentito e stanno risentendo della situazione di lockdown, che ha interessato le regioni settentrionale e i vari Paesi con cui l'Italia mantiene i principali rapporti commerciali (Germania, Francia, Inghilterra, Spagna).
Pur non essendoci dati precisi, al momento stimiamo che la seconda ondata della pandemia, salvo eccezioni, abbia intaccato i fatturati delle imprese locali da un minimo del 30% a un massimo del 90%, a seconda dei comparti considerati.
La Bat è, in questo momento, fra le province italiane che maggiormente stanno registrando la diffusione del virus, per quanto in via di miglioramento, come evidenziato dagli ultimi dati sul numero di nuovi casi per 100 mila abitanti. Sulla base di queste brevi, ma rilevanti considerazioni, emerge chiaramente la necessità per le attività economiche del territorio di accedere, pur essendo zona arancione, ai ristori che il Governo ha predisposto o che sta predisponendo per le zone rosse».
Gli estensori della nota ha invitato i Sindaci «visto il susseguirsi di ordinanze difformi nei vari comuni, ad assumere misure omogenee nei confronti del mondo delle imprese e del lavoro, salvo giustificati motivi locali, per evitare confusione sul territorio provinciale, sia da parte delle imprese che dei cittadini».