«Fermiamo insieme la cementificazione»
Pro Natura attacca l'amministrazione sulla questione 165: «I responsabili si dimettano»
giovedì 6 agosto 2020
13.00
«La storia dell'approvazione della lottizzazione della maglia 165 (zona ex Bimarmi, costa di Levante) con delibera di Giunta n° 157 del 22 luglio 2020 non ci ha sorpreso e parte da lontano. Ma noi ci limiteremo a commentare la vicenda a partire dall'insediamento del Sindaco Angarano». Parole molto pesanti quelle contenute in una lunga nota di Pro Natura Bisceglie.
«La nuova Giunta, a dispetto dei proclami, ha deciso subito che la questione ambientale non rientrasse tra le priorità; ne è prova l'assenza di un assessore all'ambiente (presente invece in tutte le città limitrofe e della Bat), a cui si è deciso di sopperire tramite la nomina di un consigliere delegato all'Ambiente (con funzioni limitate all'analisi e allo studio dell'ambiente), nella duplice veste di presidente della III Commissione consiliare sull'urbanistica. Una contraddizione emersa con l'ultimo atto della lottizzazione della zona Bimarmi» hanno sottolineato i referenti del gruppo ambientalista.
«Si è passati, nel giro di pochi anni, dalla promozione di un'ipotetica Area marina protetta a una lottizzazione sul mare che comprometterà per sempre l'ultimo lembo di costa libera in zona urbana.
La questione va al di là della cementificazione della maglia 165. Il rischio concreto è quello di compromettere anche la vocazione naturalistico-ricreativa, nell'ottica dell'istituzione della futura Area marina protetta e della riqualificazione a verde pubblico della Zona Pantano-Ripalta, eventualità questa che si allontana vista la decisione scellerata di questa amministrazione» hanno aggiunto.
Secondo Pro Natura «il dibattito pubblico si sta limitando alla visione urbanistica della maglia 165. Finora non abbiamo letto un solo intervento sugli aspetti ambientali. Il Sindaco e il presidente della Commissione urbanistica hanno asserito in consiglio comunale che c'è stata una scelta, profondamente meditata e ragionata, assumendosene tutta la responsabilità.
Ma si poteva compiere una scelta diversa? Si potevano considerare validi i vincoli previsti dal vigente Piano paesaggistico regionale, dai Decreti Galassini e dalla Legge Galasso? Oppure, adottare da subito le previsione del futuro Piano urbanistico generale al posto di quelle presenti nell'attuale Piano regolatore, documento vecchio di cinquant'anni?
Sappiamo tutti che il nuovo Pug non prevede la cementificazione della costa di Levante bensì un parco comunale, in linea con le disposizioni dell'ultimo Piano paesaggistico regionale. Una contraddizione in cui l'amministrazione Angarano, con le sue decisioni, ha smentito... se stessa, facendo tramontare per sempre l'idea di uno "Sviluppo duraturo e sostenibile" della zona».
Il gruppo guidato da Mauro Sasso ha manifestato la sua totale dissociazione «dall'ambientalismo autoreferenziale del Sindaco, non condividendo le scelte dichiarate in consiglio comunale, in contrasto con una sana cultura ambientalista, basata su principi scientifici e di buon senso. Angarano, incalzato dalle opposizioni, ha ammesso: "Si è vero: si poteva approvare o non approvare, ma con una motivazione molto forte, perché questa richiesta arriva purtroppo da nove anni di iter procedurale. Non abbiamo ritenuto di non approvarla in quanto, al di là degli interessi legittimi dei lottizzanti, in questo momento la preminenza di dare un segnale al settore dell'edilizia ci ha spinto ad andare avanti su quella linea".
Questa cultura non ci appartiene perché in totale contrasto con le nostre proposte progettuali, rese pubbliche nel 2018 con il convegno "Dalla Murgia a Ripalta, una connessione eco-logica"; ed è in completo contrasto con la nostra richiesta, messa nero su bianco, di non cementificare un'area sulla cui migliore destinazione sarebbe opportuno discutere pubblicamente coinvolgendo tutta la cittadinanza, cosa che questa amministrazione non ha mai fatto.
A pagina 6 della Delibera di Giunta è citata la nostra istanza, presentata in data 6 giugno 2019, che chiedeva di verificare se nel procedimento fossero stati rispettati i vincoli esistenti e segnalava il rischio ripercussioni negative sull'ecosistema della zona Pantano-Ripalta. Alle nostre osservazioni non c'è stato alcun riscontro, né ci risulta che alcuna di esse siano state recepite. Inoltre non c'è traccia nella stessa Delibera della nostra seconda istanza, che confermando tutte le osservazioni della prima, suggeriva di modificare il progetto dei lottizzanti».
Secondo l'associazione ambientalista «è del tutto evidente che esiste una continuità ecologica tra la Zona Pantano-Ripalta e la Bimarmi, che è caratterizzata da scenari campestri e da pochi e rari corpi di fabbrica dismessi. Possono pochi lembi di territorio "costruito" essere la giustificazione a una totale urbanizzazione di prati, tulli e muretti a secco? A nostro avviso sarebbe stato più saggio riconvertire la zona a verde pubblico al servizio della comunità, in una logica di "Sviluppo durevole e sostenibile" sancito dalla Carta europea di Aalborg (1994), che è del tutto diverso dal concetto di cementificazione e dal concetto di "qualità dell'abitare". Di questo non troviamo traccia nella politica "ambientalista" della Giunta Angarano: può il vessillo della Spiga Verde coprire tutte le criticità che abbiamo evidenziato?
Ancor più sconfortante è la situazione dell'organizzazione comunale nel settore ambiente, che ha perso il suo dirigente, emigrato verso altri lidi; una situazione che rende obiettivamente difficile dialogare di di tutti i temi ecologici della nostra associazione».
Pro Natura ha perciò tirato le somme: «Che cosa avremmo potuto aspettarci da chi non ha mai risposto al nostro presidente nazionale, il professor Mauro Furlani, che un anno fa con una lettera chiedeva quali fossero le loro intenzioni future sulla Zona Pantano-Ripalta? E quando leggiamo sui social che loro prestano "la massima attenzione" alla Zona Pantano-Ripalta, temiamo che questa "attenzione" possa essere la stessa riservata alla limitrofa Bimarmi.
Chi oggi guida la città ha soffocato in noi ogni speranza di cambiamento in quanto ha accettato di dar seguito a vecchi schemi previsti da un Prg vetusto che in tutta la città ha consentito di costruire là dove c'era un suolo edificabile: ne prenda atto e si assuma appieno tutte le responsabilità, traendone tutte le dovute conseguenze».
«La nuova Giunta, a dispetto dei proclami, ha deciso subito che la questione ambientale non rientrasse tra le priorità; ne è prova l'assenza di un assessore all'ambiente (presente invece in tutte le città limitrofe e della Bat), a cui si è deciso di sopperire tramite la nomina di un consigliere delegato all'Ambiente (con funzioni limitate all'analisi e allo studio dell'ambiente), nella duplice veste di presidente della III Commissione consiliare sull'urbanistica. Una contraddizione emersa con l'ultimo atto della lottizzazione della zona Bimarmi» hanno sottolineato i referenti del gruppo ambientalista.
«Si è passati, nel giro di pochi anni, dalla promozione di un'ipotetica Area marina protetta a una lottizzazione sul mare che comprometterà per sempre l'ultimo lembo di costa libera in zona urbana.
La questione va al di là della cementificazione della maglia 165. Il rischio concreto è quello di compromettere anche la vocazione naturalistico-ricreativa, nell'ottica dell'istituzione della futura Area marina protetta e della riqualificazione a verde pubblico della Zona Pantano-Ripalta, eventualità questa che si allontana vista la decisione scellerata di questa amministrazione» hanno aggiunto.
Secondo Pro Natura «il dibattito pubblico si sta limitando alla visione urbanistica della maglia 165. Finora non abbiamo letto un solo intervento sugli aspetti ambientali. Il Sindaco e il presidente della Commissione urbanistica hanno asserito in consiglio comunale che c'è stata una scelta, profondamente meditata e ragionata, assumendosene tutta la responsabilità.
Ma si poteva compiere una scelta diversa? Si potevano considerare validi i vincoli previsti dal vigente Piano paesaggistico regionale, dai Decreti Galassini e dalla Legge Galasso? Oppure, adottare da subito le previsione del futuro Piano urbanistico generale al posto di quelle presenti nell'attuale Piano regolatore, documento vecchio di cinquant'anni?
Sappiamo tutti che il nuovo Pug non prevede la cementificazione della costa di Levante bensì un parco comunale, in linea con le disposizioni dell'ultimo Piano paesaggistico regionale. Una contraddizione in cui l'amministrazione Angarano, con le sue decisioni, ha smentito... se stessa, facendo tramontare per sempre l'idea di uno "Sviluppo duraturo e sostenibile" della zona».
Il gruppo guidato da Mauro Sasso ha manifestato la sua totale dissociazione «dall'ambientalismo autoreferenziale del Sindaco, non condividendo le scelte dichiarate in consiglio comunale, in contrasto con una sana cultura ambientalista, basata su principi scientifici e di buon senso. Angarano, incalzato dalle opposizioni, ha ammesso: "Si è vero: si poteva approvare o non approvare, ma con una motivazione molto forte, perché questa richiesta arriva purtroppo da nove anni di iter procedurale. Non abbiamo ritenuto di non approvarla in quanto, al di là degli interessi legittimi dei lottizzanti, in questo momento la preminenza di dare un segnale al settore dell'edilizia ci ha spinto ad andare avanti su quella linea".
Questa cultura non ci appartiene perché in totale contrasto con le nostre proposte progettuali, rese pubbliche nel 2018 con il convegno "Dalla Murgia a Ripalta, una connessione eco-logica"; ed è in completo contrasto con la nostra richiesta, messa nero su bianco, di non cementificare un'area sulla cui migliore destinazione sarebbe opportuno discutere pubblicamente coinvolgendo tutta la cittadinanza, cosa che questa amministrazione non ha mai fatto.
A pagina 6 della Delibera di Giunta è citata la nostra istanza, presentata in data 6 giugno 2019, che chiedeva di verificare se nel procedimento fossero stati rispettati i vincoli esistenti e segnalava il rischio ripercussioni negative sull'ecosistema della zona Pantano-Ripalta. Alle nostre osservazioni non c'è stato alcun riscontro, né ci risulta che alcuna di esse siano state recepite. Inoltre non c'è traccia nella stessa Delibera della nostra seconda istanza, che confermando tutte le osservazioni della prima, suggeriva di modificare il progetto dei lottizzanti».
Secondo l'associazione ambientalista «è del tutto evidente che esiste una continuità ecologica tra la Zona Pantano-Ripalta e la Bimarmi, che è caratterizzata da scenari campestri e da pochi e rari corpi di fabbrica dismessi. Possono pochi lembi di territorio "costruito" essere la giustificazione a una totale urbanizzazione di prati, tulli e muretti a secco? A nostro avviso sarebbe stato più saggio riconvertire la zona a verde pubblico al servizio della comunità, in una logica di "Sviluppo durevole e sostenibile" sancito dalla Carta europea di Aalborg (1994), che è del tutto diverso dal concetto di cementificazione e dal concetto di "qualità dell'abitare". Di questo non troviamo traccia nella politica "ambientalista" della Giunta Angarano: può il vessillo della Spiga Verde coprire tutte le criticità che abbiamo evidenziato?
Ancor più sconfortante è la situazione dell'organizzazione comunale nel settore ambiente, che ha perso il suo dirigente, emigrato verso altri lidi; una situazione che rende obiettivamente difficile dialogare di di tutti i temi ecologici della nostra associazione».
Pro Natura ha perciò tirato le somme: «Che cosa avremmo potuto aspettarci da chi non ha mai risposto al nostro presidente nazionale, il professor Mauro Furlani, che un anno fa con una lettera chiedeva quali fossero le loro intenzioni future sulla Zona Pantano-Ripalta? E quando leggiamo sui social che loro prestano "la massima attenzione" alla Zona Pantano-Ripalta, temiamo che questa "attenzione" possa essere la stessa riservata alla limitrofa Bimarmi.
Chi oggi guida la città ha soffocato in noi ogni speranza di cambiamento in quanto ha accettato di dar seguito a vecchi schemi previsti da un Prg vetusto che in tutta la città ha consentito di costruire là dove c'era un suolo edificabile: ne prenda atto e si assuma appieno tutte le responsabilità, traendone tutte le dovute conseguenze».