Festival "Anima Mea": De Padova presenta l'appuntamento del 7 novembre
Il direttore artistico: «Siamo convinti che l'arte possa agire in maniera profonda sul presente. Molto varie le tre date a Bisceglie»
mercoledì 6 novembre 2024
12.36
Giovedì 7 novembre nella meravigliosa cornice delle Vecchie Segherie Mastrototaro risuoneranno le note del primo appuntamento del festival musicale "Anima Mea - Musiche, Mondi, Memorie". Ai microfoni di BisceglieViva Gioacchino De Padova, direttore artistico del Festival.
La rassegna di musica antica, giunta ormai alla sua sedicesima edizione propone momenti di riflessione su tematiche d'attualità partendo da esecuzioni musicali con strumenti e tecniche appartenenti al '600 e '700. «Il Festival è nato nel 2010, siamo ormai giunti alla sedicesima edizione. L'idea di fondo è quella di legare le proposte musicali ai luoghi – ha spiegato De Padova -. Ci teniamo molto a scegliere posti che siano consoni sia dal punto di vista acustico che visuale. I concerti di Bisceglie quest'anno sono nei primi giovedì di novembre e sono molto diversi tra loro: il primo è con la violista da gamba argentina Luciana Elizondo che collabora con noi da molti anni e che proporrà un programma molto originale mettendo in relazione la poesia per musica dell'America Latina del Primo Novecento con delle prassi esecutive e brani antichi della tradizione Europea. Verrà accompagnata da Juanco Francione alla chitarra e a vari altri strumenti a pizzico, anche tradizionali».
La seconda data biscegliese, prevista per il 14 novembre, celebra il IV Centenario di un'opera fondamentale della tradizione Europea: il Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi. L'esecuzione sarà affidata ad un organico molto ampio, di cui faranno parte nomi di grande prestigio come Alessandro Giangrande, Valeria la Grotta e Massimo Lombardi diretti da Luca Guglielmi, un'autorità nel panorama della musica italiana del '600. Saranno accompagnati dall'Ensemble Orfeo Futuro con viole da gamba e violini. «Per quanto concerne invece il terzo appuntamento – ha dichiarato il direttore artistico – si tratta della seconda puntata di una nostra perlustrazione del concerto solistico italiano nel '700. Il solista è Gaetano Nasillo, un caposcuola del violoncello barocco. L'esibizione sarà sempre diretta da Luca Guglielmi con l'Orchestra barocca Orfeo Futuro».
«Ci tengo a dire che per noi musica antica non significa un repertorio antico – ha poi aggiunto il direttore artistico -, ma è una espressione che si riferisce più che altro alla modalità di proporre questa musica, quindi con strumenti storici aderenti alle tecniche e alle prassi esecutive dell'epoca delle musiche proposte, un lavoro sempre frutto di una ricerca sia sulle partiture che sulle tecniche esecutive del passato». Fondamentali per la resa scenica delle diverse esibizioni, sono gli inserti letterari che nei diversi appuntamenti verranno letti dall'attrice Nunzia Antonino e che per questa edizione proporranno la riflessione sul tema della guerra. «Le Vecchie Segherie Mastrototaro sono un posto ideale per proporre questo approccio alla musica, innanzitutto per la pietra che restituisce un suono molto pulito e ricco. Abbiamo scelto questo luogo anche per il particolare non trascurabile dell'opportunità di suonare immersi in mezzo ai libri». Il primo concerto sarà introdotto con una lettura de "La casa degli Spiriti" di Isabel Allende, il secondo invece sarà introdotto da Susan Sontag con "Il dolore degli altri" e il terzo dalla lettura di "Alla ricerca di una tavoletta di cioccolato a Gaza durante la guerra" di Anis Ghanimeh, una cronaca molto cruda e dolorosa.
Altra scelta extra musicale del Festival è la mostra del collettivo fotografico "Obiettivo Uno", diramazione locale del più ampio progetto nazionale "Ascosi Lasciti". La mostra fotografica è finalizzata a documentare l'abbandono di certi luoghi particolarmente belli che però vivono dell'arte del silenzio. «Ci teniamo a proporre ogni anno un diverso racconto fotografico, indipendente dal contenuto musicale dei concerti, e che abbia una sua autonomia narrativa – ha dichiarato de Padova -. Tutti i concerti sono curati dal punto di vista visuale da Carlo Bruni, che ci aiuta a interpretare al meglio il luogo in cui proponiamo la musica. Inoltre, quest'anno è particolarmente ricco il versante internazionale: alcuni di questi progetti sono proprio il frutto di collaborazioni internazionali con enti, associazioni, centri di produzione europei che noi particolarmente stimiamo per il loro modo di operare; perché per proporre gli spettacoli dal vivo in modo migliore non basta la qualità della musica o dell'esecuzione, ma occore anche condividere la stessa filosofia produttiva, lo stesso modus operandi» ha poi concluso.
Da qui le collaborazoni con il festival "ApuliaAntiqua" di Monopoli, con Vespres d'Arnadì, orchestra catalana diretta da Dani Espasa e con l'Ensemble Musicatreize di Marsiglia, un dei massimi centri di produzione vocale di Francia. La musica antica, dunque, utilizzata come veicolo di riflessione e interrogazione circa temi e cronache d'attualità. «Quando mi si chiede se è giusto che la musica si occupi di attualità, invoco l'autorità di uno dei più grandi musicisti del Novecento che è Leonard Bernstein. Egli disse che l'arte, la musica non hanno mai risolto nessun problema dell'attualità: non risolvono il problema della disoccupazione o della guerra, però l'arte può cambiare il cuore delle persone affinché le persone possano agire e votare – e Bernstein ci tiene a sottolineare questo passaggio - in maniera diversa; noi con lui siamo convinti che l'arte possa agire in maniera profonda sui drammi del presente. Se non fa questo non è arte, se almeno non tenta di smuovere le coscienze non è arte, ma rispettabilissimo intrattenimento. È molto importante oggi che si rivendichi la differenza tra musica d'arte ed intrattenimento perché si tende a pensare che tutte le musiche sono uguali, ma non è così. Noi cerchiamo di interrogare nel profondo le ragioni dell'esistere e del comunicare tra essere umani, e lo facciamo seguendo il percorso tracciato dai grandi autori del passato» ha poi concluso.
La rassegna di musica antica, giunta ormai alla sua sedicesima edizione propone momenti di riflessione su tematiche d'attualità partendo da esecuzioni musicali con strumenti e tecniche appartenenti al '600 e '700. «Il Festival è nato nel 2010, siamo ormai giunti alla sedicesima edizione. L'idea di fondo è quella di legare le proposte musicali ai luoghi – ha spiegato De Padova -. Ci teniamo molto a scegliere posti che siano consoni sia dal punto di vista acustico che visuale. I concerti di Bisceglie quest'anno sono nei primi giovedì di novembre e sono molto diversi tra loro: il primo è con la violista da gamba argentina Luciana Elizondo che collabora con noi da molti anni e che proporrà un programma molto originale mettendo in relazione la poesia per musica dell'America Latina del Primo Novecento con delle prassi esecutive e brani antichi della tradizione Europea. Verrà accompagnata da Juanco Francione alla chitarra e a vari altri strumenti a pizzico, anche tradizionali».
La seconda data biscegliese, prevista per il 14 novembre, celebra il IV Centenario di un'opera fondamentale della tradizione Europea: il Combattimento di Tancredi e Clorinda di Monteverdi. L'esecuzione sarà affidata ad un organico molto ampio, di cui faranno parte nomi di grande prestigio come Alessandro Giangrande, Valeria la Grotta e Massimo Lombardi diretti da Luca Guglielmi, un'autorità nel panorama della musica italiana del '600. Saranno accompagnati dall'Ensemble Orfeo Futuro con viole da gamba e violini. «Per quanto concerne invece il terzo appuntamento – ha dichiarato il direttore artistico – si tratta della seconda puntata di una nostra perlustrazione del concerto solistico italiano nel '700. Il solista è Gaetano Nasillo, un caposcuola del violoncello barocco. L'esibizione sarà sempre diretta da Luca Guglielmi con l'Orchestra barocca Orfeo Futuro».
«Ci tengo a dire che per noi musica antica non significa un repertorio antico – ha poi aggiunto il direttore artistico -, ma è una espressione che si riferisce più che altro alla modalità di proporre questa musica, quindi con strumenti storici aderenti alle tecniche e alle prassi esecutive dell'epoca delle musiche proposte, un lavoro sempre frutto di una ricerca sia sulle partiture che sulle tecniche esecutive del passato». Fondamentali per la resa scenica delle diverse esibizioni, sono gli inserti letterari che nei diversi appuntamenti verranno letti dall'attrice Nunzia Antonino e che per questa edizione proporranno la riflessione sul tema della guerra. «Le Vecchie Segherie Mastrototaro sono un posto ideale per proporre questo approccio alla musica, innanzitutto per la pietra che restituisce un suono molto pulito e ricco. Abbiamo scelto questo luogo anche per il particolare non trascurabile dell'opportunità di suonare immersi in mezzo ai libri». Il primo concerto sarà introdotto con una lettura de "La casa degli Spiriti" di Isabel Allende, il secondo invece sarà introdotto da Susan Sontag con "Il dolore degli altri" e il terzo dalla lettura di "Alla ricerca di una tavoletta di cioccolato a Gaza durante la guerra" di Anis Ghanimeh, una cronaca molto cruda e dolorosa.
Altra scelta extra musicale del Festival è la mostra del collettivo fotografico "Obiettivo Uno", diramazione locale del più ampio progetto nazionale "Ascosi Lasciti". La mostra fotografica è finalizzata a documentare l'abbandono di certi luoghi particolarmente belli che però vivono dell'arte del silenzio. «Ci teniamo a proporre ogni anno un diverso racconto fotografico, indipendente dal contenuto musicale dei concerti, e che abbia una sua autonomia narrativa – ha dichiarato de Padova -. Tutti i concerti sono curati dal punto di vista visuale da Carlo Bruni, che ci aiuta a interpretare al meglio il luogo in cui proponiamo la musica. Inoltre, quest'anno è particolarmente ricco il versante internazionale: alcuni di questi progetti sono proprio il frutto di collaborazioni internazionali con enti, associazioni, centri di produzione europei che noi particolarmente stimiamo per il loro modo di operare; perché per proporre gli spettacoli dal vivo in modo migliore non basta la qualità della musica o dell'esecuzione, ma occore anche condividere la stessa filosofia produttiva, lo stesso modus operandi» ha poi concluso.
Da qui le collaborazoni con il festival "ApuliaAntiqua" di Monopoli, con Vespres d'Arnadì, orchestra catalana diretta da Dani Espasa e con l'Ensemble Musicatreize di Marsiglia, un dei massimi centri di produzione vocale di Francia. La musica antica, dunque, utilizzata come veicolo di riflessione e interrogazione circa temi e cronache d'attualità. «Quando mi si chiede se è giusto che la musica si occupi di attualità, invoco l'autorità di uno dei più grandi musicisti del Novecento che è Leonard Bernstein. Egli disse che l'arte, la musica non hanno mai risolto nessun problema dell'attualità: non risolvono il problema della disoccupazione o della guerra, però l'arte può cambiare il cuore delle persone affinché le persone possano agire e votare – e Bernstein ci tiene a sottolineare questo passaggio - in maniera diversa; noi con lui siamo convinti che l'arte possa agire in maniera profonda sui drammi del presente. Se non fa questo non è arte, se almeno non tenta di smuovere le coscienze non è arte, ma rispettabilissimo intrattenimento. È molto importante oggi che si rivendichi la differenza tra musica d'arte ed intrattenimento perché si tende a pensare che tutte le musiche sono uguali, ma non è così. Noi cerchiamo di interrogare nel profondo le ragioni dell'esistere e del comunicare tra essere umani, e lo facciamo seguendo il percorso tracciato dai grandi autori del passato» ha poi concluso.