Fiaccolata pro Ringo: «E ora il comune si costituisca parte civile»
In 250 hanno sfilato nel cuore della città per dire basta all'omertà, ai crimini impuniti, al maltrattamento animale
venerdì 26 gennaio 2018
9.26
Non è stata una semplice fiaccolata animalista, in memoria di un randagio che non c'è più.
Per quanto Ringo fosse il cane di tutta la città, un libero, un simbolo della civile convivenza uomo – cane, un amico di adulti e bambini, il messaggio che si voleva far passare era un altro.
Gli oltre 250 partecipanti al corteo del 25 gennaio a Bisceglie lo hanno compreso tutti. In primo luogo lo ha capito il sindaco facente funzioni Vittorio Fata, che dal primo all'ultimo minuto ha seguito la marcia silenziosa, aderendo a tutti i suoi obiettivi.
Con quella parata per le vie del centro città, gli innumerevoli amici di Ringo hanno voluto manifestare tre cose: in primo luogo che una vita, che sia quella di un bipede umano o quella di un quadrupede senza fissa dimora, non si può schiacciare impunemente. Poi c'è il desiderio della città di sapere: se c'è stata una forma di intenzionalità nell'atto dell'investitore, esiste un reato penale e chi lo ha commesso deve pagare. Infine c'è il dissenso di una nutrita fetta della comunità all'omertà: qualcuno ha visto come sono andati i fatti ma, per non aver noie, ancora oggi tace.
«Ci poteva essere chiunque al posto di Ringo – spiega Gabriella Mancino del parco solidale Noi, tra i promotori dell'iniziativa. Lo sottolinea anche in risposta a chi ha criticato l'iniziativa ritenendo esagerato candele e striscioni spiegati per un cane. – Poteva esserci un uomo, un anziano, un bambino. Si capisce, per come ha agito dopo, che chi era alla guida di quell'auto sarebbe fuggito ugualmente senza prestare soccorso».
Di qui l'appello al sindaco, che facilmente accoglierà la richiesta: «di costituirsi subito parte civile, anche perché il cane era microchippato a nome del comune di Bisceglie. L'Oipa, l'Enpa, Meta, i Figli di nessuno, Noi, Il rifugio di Rosa e le altre associazioni presenti al corteo sono pronte a farlo e non solo per dimostrare sensibilità agli animali. Sono pronte, come è pronta la cittadinanza, a costituirsi parte civile per affermare il principio sacro della vita e del rispetto per tutto ciò che ci rende uniti in una comunità».
Per quanto Ringo fosse il cane di tutta la città, un libero, un simbolo della civile convivenza uomo – cane, un amico di adulti e bambini, il messaggio che si voleva far passare era un altro.
Gli oltre 250 partecipanti al corteo del 25 gennaio a Bisceglie lo hanno compreso tutti. In primo luogo lo ha capito il sindaco facente funzioni Vittorio Fata, che dal primo all'ultimo minuto ha seguito la marcia silenziosa, aderendo a tutti i suoi obiettivi.
Con quella parata per le vie del centro città, gli innumerevoli amici di Ringo hanno voluto manifestare tre cose: in primo luogo che una vita, che sia quella di un bipede umano o quella di un quadrupede senza fissa dimora, non si può schiacciare impunemente. Poi c'è il desiderio della città di sapere: se c'è stata una forma di intenzionalità nell'atto dell'investitore, esiste un reato penale e chi lo ha commesso deve pagare. Infine c'è il dissenso di una nutrita fetta della comunità all'omertà: qualcuno ha visto come sono andati i fatti ma, per non aver noie, ancora oggi tace.
«Ci poteva essere chiunque al posto di Ringo – spiega Gabriella Mancino del parco solidale Noi, tra i promotori dell'iniziativa. Lo sottolinea anche in risposta a chi ha criticato l'iniziativa ritenendo esagerato candele e striscioni spiegati per un cane. – Poteva esserci un uomo, un anziano, un bambino. Si capisce, per come ha agito dopo, che chi era alla guida di quell'auto sarebbe fuggito ugualmente senza prestare soccorso».
Di qui l'appello al sindaco, che facilmente accoglierà la richiesta: «di costituirsi subito parte civile, anche perché il cane era microchippato a nome del comune di Bisceglie. L'Oipa, l'Enpa, Meta, i Figli di nessuno, Noi, Il rifugio di Rosa e le altre associazioni presenti al corteo sono pronte a farlo e non solo per dimostrare sensibilità agli animali. Sono pronte, come è pronta la cittadinanza, a costituirsi parte civile per affermare il principio sacro della vita e del rispetto per tutto ciò che ci rende uniti in una comunità».